mercoledì 6 marzo 2019

PPZ: Pride + Prejudice + Zombies (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2017 Qui - Da un film intitolato PPZ: Pride + Prejudice + Zombies (Pride and Prejudice and Zombies), come il famoso romanzo di Seth Grahame-Smith, seguito di quello originale (di Jane Austen, un classico della letteratura, molto più famoso), è lecito aspettarsi qualcosa di grottesco, trash e delirante. E invece in questa roba che stento a definire "film" l'unica cosa a regnare sovrana è la noia. Il film, del 2016 scritto e diretto da Burr Steers (sconosciuto e mai sentito), si prende dannatamente sul serio, non diverte e gli zombi sono davvero poco presenti. La regia è piattissima a dir poco, non da spessore a niente, né alla classica storiella d'amore (che comunque paradossalmente funziona), né alla componente delirante, né ai personaggi che, arti marziali a parte, sono un pigrissimo copia/incolla degli originali del romanzo della Austen, come la trama del resto. Ci si aspetta infatti che il regista, che è anche sceneggiatore, lavori maggiormente sull'aspetto propriamente horror che invece rimane confinato a scene poco significative e mai topiche. La presenza dei morti viventi non intacca né deforma l'andamento degli eventi. Il regista si lascia maggiormente sedurre dal testo della Austen, di cui ripropone pedissequamente dialoghi e situazioni, anche se rappresenta le giovani protagoniste come fanciulle capaci di tirare di spada, imbracciare fucili e pistole accantonando l'uncinetto e i ricami a piccolo punto. Tra scene simil kung fu e seduzioni amorose del tutto scollate le une dalle altre, il regista privilegia le seconde. Darcy si dichiara all'amata Elizabeth secondo il più classico dei cliché ammettendo che di tutte le armi che esistono al mondo, l'amore è la più pericolosa. Niente a che vedere con la brutalità zombie.
Non c'è né fusione dei generi né volontà dissacratoria. L'intento innovativo che si intuisce vorrebbe essere serio e credibile, ma rende davvero difficile immaginare a che tipo di pubblico abbia pensato il regista poiché sul versante splatter-horror non si intravedono scene memorabili. Insomma un mezzo pasticcio perché dopo gli (comunque) ottimi titoli di testa (non so perché ma mi sono proprio piaciuti, ben fatti e originali) il nulla assoluto. Umorismo quasi sempre sciatto e forzato, voragini nella trama, certo non m'aspettavo una complessa o perfetta, ma in questo film è davvero imbarazzante e insensata, con talmente tanti esempi da non valer la pena di elencare. Clamorosamente si salva il cast, che non è del tutto da buttar via, ma di sicuro nessuno da il massimo, Charles Dance e Lena Headey in primis. In ogni caso menzione d'onore la merita la dolce e carinissima Lily James, perfetta nel ruolo, dato che in ruoli simili ha dato il meglio di sé, non tantissimo in Cenerentola, ma in Guerra e Pace era davvero bravissima. Comunque delle scene d'azione se ne salva forse una (quella del primo attacco al ballo) e stop. L'errore qual'è stato? La sceneggiatura, che cerca inspiegabilmente di rimanere troppo fedele al libro, intento anche nobile nelle intenzioni, ma che alla fine penso abbia rovinato tutto. Sembra davvero che i non morti non c'entrino assolutamente nulla con la storia e che siano solo dei pericolosi e inutili terzi incomodi. Inoltre, perché scomodare i quattro cavalieri dell'apocalisse, senza poi usarli per nulla? Insomma, quella che, magari, poteva sembrare una simpatica idea in partenza, si è risolta nei peggiori dei modi. Voto: 5