mercoledì 6 marzo 2019

Getaway: Via di fuga (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/02/2017 Qui - Film brutti e per nulla riusciti se ne vedono a bizzeffe, e questo Getaway: Via di fuga (Getaway), film del 2013 diretto da Courtney Solomon, con protagonisti Ethan Hawke e Selena Gomez, è uno di quelli. Perché non basta sottolineare che Finegan e Parker, i due sceneggiatori sono esordienti, dato che lo sconosciuto regista, alla terza direzione, inanella il terzo disastro di fila. Anche se questo thriller senza tregua, svolge nella giusta maniera il suo compito di intrattenere lo spettatore tramite fughe spericolate, lamiere contorte ed esplosioni, fino all'inaspettato e tutt'altro che disprezzabile epilogo. Purtroppo però, all'interno del film (per la precisione all'interno di un action movie senza alcuna ambizione, ad eccezione, probabilmente, di ottenere un rapporto ricavi/costi soddisfacente per la produzione) le scene corrono e si rincorrono alla rinfusa ma non corrono come il tema e la storia imporrebbero, i due attori principali inoltre sono piatti e monodimensionali, concorrendo attivamente al naufragio del film. Per sviluppare una storia che si svolge interamente in un abitacolo (cosa onestamente non facile) servivano interpreti ed interpretazioni migliori, un montaggio più serrato e idee innovative e lungimiranti. La pellicola invece, che racconta di Brent Magna (Ethan Hawke), pilota automobilistico di livello, alla quale viene rapita la moglie e per salvarla viene spinto in una missione al limite dell'impossibile a bordo della sua macchina, dove unica alleata è una ragazzina hacker (Selena Gomez), dove unica speranza è seguire alla perfezione le istruzioni impartite da una voce che ne segue ogni mossa attraverso microtelecamere installate nell'auto, non lo fa. Poiché il film, che sembra difatti essere il remake del film omonimo e ben più famoso di Sam Peckinpah, anche se ovviamente i due prodotti non sono minimamente paragonabili, ci mette infatti di fronte ad un videogioco mal fatto, senza capo ne coda, a cui manca la cosa fondamentale e basilare, il senso. Ed è realmente complicato trovare qualcosa, almeno che non sia estemporaneo, da salvare.
Alla zero razionalità, si aggiunga che di fronte siamo a un action tutto ritmo, dove si può anche chiudere un occhio, ma tutta l'architettura filmica tracolla con una serie di sospensioni dell'incredulità in continua crescita fino a precipitare nel vuoto quando la resa dei conti si avvicina. E poi, oltre a un inseguimento continuo, con un montaggio surriscaldato, probabilmente necessario per nascondere le magagne di una produzione lontana dalla classe A del cinema a stelle e strisce, è praticamente impossibile trovare qualcosa da salvare (a parte un paio di riprese a tutta velocità) e anche rimanendo ancorati allo stringente contesto, siamo lontani anni luce da un Fast and Furious o un The Transporter pescato a casaccio. Risulta così sprecatissimo Ethan Hawke, in un ruolo che sarebbe calzato a pennello al peggiore Nicolas Cage (di cui sopra), mentre Selena Gomez non ha occasioni per mostrare qualità alcuna (anche se è sempre un bel vedere). Sicuramente il problema principale risiede in una sceneggiatura che non si pone troppe domande e che affonda in un magma di leggerezze, l'unica cosa che parrebbe certa è che in Bulgaria le macchine della polizia abbondano e che i loro piloti non solo amano schiantarsi contro qualunque cosa, ma come sempre le loro auto, si accartocciano come lattine di sardine. Comunque un particolare da salvare c'è, ed è la Shelby Mustang Super Snake, davvero fantastica, la vera e unica protagonista della pellicola che ruba la scena a tutti. Ma tutto in definitiva è già stato visto e rivisto, nulla di che insomma, ma nemmeno nulla di vergognosamente noioso o irritante per un prodotto che nasce e non ha altra ambizione che assicurare un poco di svago senza pensieri, anche se non si capisce, quel mostro sacro di Jon Voight che ci sta a fare? Boh, forse a fare lo specchietto per le allodole insieme agli altri due. Voto: 4,5