lunedì 18 febbraio 2019

Tutto può accadere a Broadway (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/12/2016 Qui - Prima che un regista, Peter Bogdanovich, che torna dopo 12 anni sul grande schermo, è un cinefilo con una spiccata passione per le commedie scatenate, tutte equivoci e battute, della Hollywood dei tempi d'oro. E infatti, Tutto può accadere a Broadway (She's Funny That Way), film del 2014 scritto e diretto da lui stesso è una commedia degli equivoci, leggera, senza volgarità, dal gusto delicato, anche se non perfetta. Una pellicola dall'umorismo contagioso, dai dialoghi efficaci e divertenti e da una comicità genuina, mai eccessiva, mai gratuita, ma sempre frutto di idee brillanti. Regala infatti novanta minuti di divertimento leggero e assai gustoso, nonostante una trama non del tutto originale, e un soggetto semplice ma complicato al tempo stesso. Adrian, un regista teatrale con il pallino di redimere le prostitute, atterra a New York e passa la notte con una di esse, Isabella, che ha come sogno nel cassetto quello di fare l'attrice. Ma dopo averla convinta a lasciare la professione se la ritrova al casting per il nuovo lavoro, dove però recita la moglie Delta a sua volta concupita dal primattore Seth. La ragazza, figlia di chiassosi proletari, è brava e ottiene la parte, e oltre al regista susciterà anche l'interesse del commediografo di turno, che però è impegnato con una psicanalista che non ha proprio tutti i lunedì a posto, insomma un macello di relazioni. Relazioni che ovviamente vanno a costituire una serie di fili che si intrecciano fino a che, classicamente, i nodi si sciolgono in una sorta di tutti contro tutti al quale si giunge attraverso il succedersi di una serie di situazioni imbarazzanti (e perciò divertenti) che includono figuracce nei luoghi pubblici e gli immancabili balletti nei corridoi di lussuosi alberghi.

Girata interamente nella sua New York, ritratta in maniera romantica, la pellicola si avvale di un ottimo cast, in opere in cui i tempi comici sono fondamentali infatti, importante è soprattutto la resa degli attori che, peraltro, si dimostrano ben scelti, sia per i ruoli minori (la prostituta stordita di Judy Punch) sia per i principali, che vanno da Owen Wilson (che conferma le sue doti, come anche visto in No escape: colpo di Stato, e in alcune sequenze ricorda la precedente esperienza di Midnight in Paris, quasi a voler rimarcare la vicinanza alle commedie, non tanto alla Zoolander 2, ma di Woody Allen) nei panni del regista alla bellezza irregolare di Imogen Poots (lo scorso anno vista in Jimi - All Is By My Side) in quelli della sua protetta per arrivare alla prova irresistibile di Jennifer Aniston alle prese con il personaggio, assai diverso dal solito, della psicanalista tutta nevrosi e parolacce. Ma tutto diverte e coinvolge. C'è però un altro livello sul quale il film può essere goduto, quando Bogdanovich si lascia andare alla passione per il cinema accennata all'inizio disseminando la sceneggiatura (scritta con l’ex moglie Louise Stratten) di citazioni. Il risultato è quindi un inno alla settima arte e alla sua capacità di far sognare, consentendo di dimenticare le angosce almeno davanti al grande schermo, anche riciclando materiali già usati si può creare qualcosa di nuovo capace comunque di affascinare. Quella di Bogdanovich si rivela infatti come una passione davvero contagiosa e non ha importanza quale sia la fonte di ispirazione, come dimostra il più giovane emulo che compare nell'ultima scena per trascinare Isabella in un vortice di spettacoli che comprende vecchi western e film di kung-fu (ovvero un simpatico cameo finale di Quentin Tarantino). Insomma un film interessante anche se la parte iniziale si prende il suo tempo perché vi vengono presentati i singoli personaggi che magari possono risultare in troppi. La fase di riscaldamento è forse un po' lunga, ma, superata la prima mezzora, la storia raggiunge una brillante velocità di crociera che fa volare i minuti che separano dai colorati titoli di coda. Comunque il ritmo è un po' altalenante, alcune battute risultano scontate, prevedibili, altre addirittura forzate e alcuni ruoli andavano approfonditi invece di ridurli a semplici macchiette. In definitiva, però film discreto e piacevole, con tanti ingredienti per 90 minuti di piacevole ironia. In ogni caso non aspettatevi risate a crepapelle. Voto: 7