domenica 3 febbraio 2019

Zoolander 2 (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/10/2016 Qui - Se dar vita ad un cult è un'impresa titanica, riuscire a ripetersi in un sequel è qualcosa di miracoloso che infatti puntualmente anche in questo caso non si verifica, anzi, la base ideologica che fungeva da pilastro di Zoolander (che per completezza ho rivisto) in questo capitolo II si sgretola, se nel primo film la demenza era giustificata da un'iconologia della moda, nel secondo l'aspetto 'stupido' prende il sopravvento e soffoca gli aspetti pregevoli della pellicola. Il problema principale di Zoolander 2 (film del 2016 scritto, diretto ed interpretato nuovamente da Ben Stiller) infatti scaturisce dalla sceneggiatura che rielabora goffamente il soggetto, senza riuscire a rielaborare il tutto, perché se la trama cerca diversi appigli, in concreto non trova continuità, ferma in una carrellata infinita di personaggi e semplici guest star con il grosso problema che la risata non diventa mai contagiosa. Il regista difatti mette in scena personaggi e luoghi comuni ma che non hanno l'effetto propriamente desiderato, e che rendono banale e grotteschi i novanta minuti, eccezione fatta per alcuni momenti divertenti che intercorrono, però, con cadenza esasperante. Sicuramente rispetto al primo Zoolander, questo è più commerciale e standard, o, se si vuole, meno serioso, con battute molto più terra-terra e gratuite, molto più dirette e meno costruite e mirate a far riflettere sulla futilità ed estreme vuotezza del patinato mondo della moda. Il numero due appare decisamente la versione annacquata (a parte alcune eccezioni) del primo. Quindi è lecito domandarsi se fosse davvero necessario farlo o no...la risposta probabilmente è no. Detto questo però, non è un film proprio brutto, ma assurdamente bello. Poiché in fin dei conti le trovate molto azzeccate ci sono, ma le vedremo dopo, per adesso concentriamoci sulla trama, che sembra non soffrire il tempo (come gli attori), dato che ricomincia da dove si era concluso il primo esattamente 15 anni prima, quando due giorni dopo l'inaugurazione il Centro Derek Zoolander crolla miseramente, da allora Derek e Hansel vivono oppressi dalla vergogna e isolati, quando entrambi ricevono un invito speciale per partecipare a un grande evento internazionale a Roma. Al loro arrivo però, si rendono conto di come il mondo della moda sia drasticamente cambiato ma, nonostante ciò, vengono reclutati per tentare di fermare un complotto mortale che rischia di distruggere per sempre quell'universo da loro tanto amato. La riuscita della missione potrebbe infatti rilanciare finalmente la loro carriera e permettere a Derek di riavere il figlio. Peccato che liberi involontariamente Mugatu dal carcere, sempre più travestito e sempre più folle, e tutto sarà più complicato, ma riusciranno a cavarsela ancora una volta.
Zoolander 2 ma anche Ben Stiller portano sullo schermo però un sequel comunque esplosivo, sovraccaricato di fine imbecillità, una pellicola (troppo) demenziale ma molto ben curata, che non sfocia quasi mai nella volgarità fine a se stessa, sebbene tutti i 90 minuti sguazzino nel cafonesco. Le scelte registiche di Stiller sono calzanti, riprese e montaggio adeguati al contesto e il ritmo non soffre di bruschi cali. La Roma pittoresca in cui si svolge la storia è un tributo al grande cinema italiano che l'ha resa ancor più eterna (macchine d'epoca, tra cui una 500 limousine, e scelta accurata degli scorci sono precise scelte dell'autore), è una Roma che sa di cliché, ma viene smorzata dalle irresistibili mise sfoggiate dai due protagonisti e dai principi dell'alta moda, che sprofonda nella 'zarrata' totale. Il film stesso sarebbe una colossale 'tamarrata', se non fosse per il tono irriverente della pellicola, ma più volte lo è ugualmente una cafonata, neanche sufficiente. A proposito ho trovato davvero esagerate ed estremizzate alcune scelte iniziali, come Billy Zane che porta Netflix ma soprattutto Hansel impegnato in una romantica storia d'amore coi partecipanti di un'orgia, rimasti incinti (tra cui Kiefer Sutherland!?) E va avanti anche peggio. La demenzialità portata all'iperbole, camei che sfiorano il morboso, situazioni comiche parossistiche, Penelope Cruz più gnocca che mai, Derek e Hansel iperbolicamente idioti, Will Ferrell villain strepitoso e slang a non finire in un albergo a impatto zero fatto di...merda. E non ho ancora parlato del Benedict Cumberbatch più androgino che il cinema ricordi. Comunque l'unico pregio del film, che allo stesso tempo può anche correre a sfavore, è e rimane il numero elevato di comparse e cameo (come nel primo film infatti, sono presenti molti camei di celebrità che interpretano loro stesse) che si alternano ogni cinque minuti (Katy Perry, Valentino, Skrillex, Lenny Kravitz, Ariana Grande, Susan Sarandon e Demi Lovato) lasciando lo spettatore tra il divertito e il sorpreso a chiedersi il perché di tale apparizione (ricordando un certo David Bowie). In ogni caso proprio loro regalano sorprese. Poiché gli unici scampoli demenziali, o semplicemente 'weird', degni di menzione arrivino da comparsate, indimenticabili le due incursioni di Sting e il destino previsto per Justin Bieber, un'amplificazione delle sfighe che in tanti gli augurano (goduria totale). Tra queste magiche alchimie che mescolano le peggio cafonate rendendole quasi di classe poi, c'è una citazione del Rocky Horror Show e qualche colpo di CGI un po' raffazzonato.
In più alcune trovate (rimaste in sospeso in precedenza) sono memorabili, la scena di Cumberbatch come Tutto è semplicemente geniale, la pubblicità del profumo entrerà nella storia del cinema demenziale, la scena dell'evasione è divertente e su tutte la battuta "e mi chiedi anche perché ho ucciso Bieber?!" è stata decisamente la migliore. Tante infine le ciliegine sulla torta, una per ogni cameo (e da qua si vede quanto Stiller sia estremamente ben voluto in quel di Hollywood). Certo poi ci sono anche quelle meno azzeccate, con molte (troppe) battute magari utili in altri tipi di film, ma non in questo, eccessivamente volgari o semplicemente fuori contesto. Avrei usato molto di più il personaggio di Mugatu, perché Ferrell è un vero fuoriclasse e i suoi tempi comici sono perfetti, poiché qui i talenti comici, fondamentali, di Will Ferrell e soprattutto Kristen Wiig vengono vanificati con (in)coscienza. Passando ai protagonisti, la coppia Ben Stiller-Owen Wilson non può ripetersi anche se l'idiozia non manca loro ed in fondo ai loro personaggi ci si è affezionati, mentre gli altri big sono sfruttati uno peggio dell'altro, con Penelope Cruz obbligata (non per colpa sua) a perseguire la classica presenza 'belloccia' (e strizzata nella tutina rossa genera fortissimi vibrazioni, è sempre magnifica, vedere la foto per credere) insieme a Milla Jovovich (sempre bella), senza dimenticare il ritorno mistico di Christine Taylor, la meravigliosa protagonista del primo. E' quindi un mezzo pasticcio (multi)derivativo con troppi elementi ammucchiati ad annacquare la cristallina idiozia che non può in ogni caso (del tutto) mancare, ma il clima che si respira è troppo chiassoso e tecnologico (dal 2001 il linguaggio è cambiato molto). Insomma niente di eclatante (ma per me non lo fu nemmeno il primo, che comunque resta superiore a questo, sia ben chiaro), ma ci sono commedie decisamente peggiori. Zoolander 2 perciò si presenta e si conclude come il demenziale di cui avevamo bisogno, talmente scemo che sembra quasi intelligente. Perché in fin dei conti l'importante è, nonostante tutto, far ridere e questo ci riesce discretamente. Anche se sinceramente di questo film si è tanto parlato, ma che alla fine per (poco o) nulla. In definitiva, anche se troppo demenziale, è un film divertente, dove ho riso tanto. D'altronde che cosa avrei dovuto attendermi da un film come questo? Puro e semplice intrattenimento. Insomma bello, perché fa ridere, ma brutto perché non è una novità come il primo. In ogni caso voto positivo. Voto: 6-

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