sabato 2 marzo 2019

13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/02/2017 Qui - 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi (o semplicemente 13 Hours), film del 2016 co-prodotto e diretto da Michael Bay, è un serrato e avvincente film d'azione che, prendendo spunto da fatti realmente accaduti l'11 settembre 2012, quando un gruppo di militanti islamici attaccò il consolato statunitense a Bengasi in Libia, adatta per il cinema il libro 13 Hours di Mitchell Zuckoff, e lo fa in modo eccezionale dato che il sanguinoso scontro a fuoco avvenuto nella Libia post-Gheddafi viene ottimamente ricostruito attraverso uno spettacolare assedio, ovvero l'assalto al distaccamento statunitense in terra libica, da parte di miliziani, che costò la vita all'ambasciatore USA, anche se in termini di perdite, il quadro avrebbe potuto essere ben più pesante se non fossero intervenuti dei contractors, i soldati non ufficiali "in affitto" da parte di privati (in sostanza, dei mercenari, ma in una chiave diversa). Una squadra di sicurezza composta da sei membri infatti lotterà fino all'ultimo per difendere i loro compatrioti. 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi è un film anomalo per la cinematografia di Michael Bay, solitamente dedito a 'spettacoloni' di pura finzione, ma "13 Hours" immettendosi nella scia di pellicole come "Black Hawk Down" e narrando una sconfitta, all'atto pratico e valorizzando il valore della resistenza contro un nemico in condizioni di vantaggio e in territorio sfavorevole, realizza un'opera sorprendente. 144 minuti di tensione profonda, con una perizia tecnica che lascia sbalorditi, con un montaggio che tiene le fila della narrazione, grazie anche ad una sceneggiatura che pur stereotipando un po' i caratteri (con personaggi abbastanza stereotipati anche se funzionali al racconto), contribuisce a creare un senso di smarrimento totale, dove non si capisce chi siano i buoni e chi i cattivi. I 144 minuti infatti reggono proprio per il ritmo e la buona qualità del racconto, perché a differenza di molti titoli bellici americani, non si va a cercare la retorica a tutti i costi e, anzi, secondo quale punto di vista o chiave di lettura si adoperi per analizzarlo, il film di Bay tende a sottolineare la grave difficoltà di operare contro un terrorismo più organizzato del solito, e uno dei temi ricorrenti della storia è appunto il non avere idea di chi dei locali incontrati via via sia nemico o alleato. E quindi via via che il racconto scorre, e l'assedio stringe, la regia tiene in tensione lo spettatore con abile tenacia.
Diversi i momenti da ricordare, l'inseguimento del SUV fuori ambasciata lascia senza fiato e l'attacco alla dependance con i ribelli che arrancano nascosti dal gregge in piena notte che sembrerebbe omaggiare "la notte dei morti viventi". E poi per una volta vediamo un finale che non celebra i supereroi americani, che invece vengono soccorsi dalle forze della coalizione governativa. Insomma pellicola, progetto, che pur non risparmiandoci i soliti quadretti familiari strappalacrime e qualche rallenty di troppo, e nonostante il regista abbia realizzato quest'opera non esente da limiti, mi sento di definire più che riuscito. Michael Bay difatti, che può permettersi di produrre investendo milioni, dirige questo film puntando il tutto sulla spettacolarizzazione delle scene d'assalto, ai quali imprime il proprio stile fracassone in barba a qualunque equilibrio narrativo, anche se qui come già detto il regista seguendo uno script e uno schema semplice e lineare, tipico dei film d'azione, riesce abilmente a mettere in piedi un buon prodotto di genere che intrattiene e si concede anche a qualche fugace momento di riflessione, pur senza snaturarsi o tentare di essere quello che non è, ovvero non un film di cinema politico o sociale ma sensazionalistico e spettacolare, dove la trama e le considerazioni etiche lasciano il più spazio possibile all'immagine e all'azione. Film sicuramente non destinato a entrare nella storia ma buonissimo action movie, con effetti speciali molto curati, che si colloca a testa alta tra gli altri film del genere, anche se rappresenta tutto quello che stereotipicamente ci aspettiamo di vedere da una pellicola a stelle e strisce di serie B, ma qui il tutto si amalgama e funziona alla perfezione risultando gradevole da seguire. Fermo restando che la retorica dell'eroismo (in ogni caso seppur marginalmente) soffoca questa storia vera, palesemente romanzata ai fini di renderla un appetibile prodotto d'azione. Ma va bene ugualmente. Voto: 7