Quello che più stupisce di Deadpool (a proposito, il costume del protagonista è perfetto), non è tanto il fatto che lui sfonda la cosiddetta 'quarta parete' (che in ogni caso non rovina la "magia" dell'illusione filmica), non è mica la prima volta che vediamo una cosa del genere (anche se è sempre fantastico quando ciò accade), quanto la violenza esplosiva, orgogliosa irriverenza nerd e un boom di ironia sessuale, la miscela perfetta che rende il bellissimo film di Tim Miller (regista) in un'effervescente e straordinario film. Film che infrangendo i classici canoni del cinecomic porta sul grande schermo momenti di grande ilarità, in parte anche attesa, con il sense of humor qui davvero azzeccatissimo, non mancano infatti i moltissimi doppi sensi e scene comiche dall'inizio alla fine, nemmeno il numero vastissimo di vittime nel film viene preso sul serio, il che ricorda a tratti alcune pellicole di Quentin Tarantino anche se, tuttavia, è presente pure qualche momento serio e toccante. Film dove il protagonista vive il film da unico personaggio, accompagnato sporadicamente da altri compagni di viaggio, che però hanno come unica funzionalità quella di pilastro della trama. Scelta, dal mio punto di vista, ottima, punto a favore del regista, anche se la storia è un po' fiacca e gli effetti speciali non strabilianti (escluso Colosso), ma non è nulla di grave, se paragonato ai veri punti di forza del film, ossia innovazione nel genere, genialità e battute spassosissime, anche se fruibili solo ai veri appassionati. Geniale come è la scelta di esser chiariti subitamente di quello che ci aspetta, difatti tutto è già chiaro dai titoli di coda con le didascalie che scorrono sullo schermo annunciando gli elementi obbligat(or)i della visione a venire (eroe sui generis, la bella gnocca, il sadico inglese e così via), davvero stupendo.
Deadpool infatti cambia le carte in tavola e lo fa in modo eccelso, innova, ispira e diverte, a volte ribalta o segue i soliti cliché e a volte li stravolge del tutto, proprio per questo l'operazione "per adulti" in questione è più che giustificata, perché forse, ormai, questa è l'unica via per pensare/fruire gli inflazionatissimi super-eroi. Un po' di cambiamento e brio ci vuole sempre, anche se sembra strano, e difatti lo è (anche se funzionale), che il film percorra questa strada tramite territori stra-battuti e usurati, toccando vette ultra-derivative e usando un canovaccio così ovvio e prevedibile che quasi non ci si crede. Dopotutto, a dominare la scena (dall'inizio alla fine) è quel satanasso di antieroe ciarliero e scorretto che urla (e reclama) simpatia da tutti i pori, che con la sua parlantina veloce e irrefrenabile, con i suoi ammiccamenti reiterati, con la sua voce che esce incontinente da ogni buco e sotto qualsiasi forma (parole, pensieri, narrazione, flashback), accende la modalità turbo-cazzeggio (certo, come altri simili) ma lo fa, nonostante tutto, come fosse un gioco, un gioco d'intrattenimento eccezionale. E gioco pare essere proprio la parola chiave, film e personaggio infatti giocano incessantemente con l'immaginario pop (il genere, ovviamente, e musica, attori, riferimenti ad altre pellicole, mode, paranoie), e con lo spettatore del quale esige in maniera apertamente paracula attenzione, coccole e partecipazione. Wade/Deadpool guarda direttamente in camera più e più volte, nei momenti più impensabili, a dispensare tutta la sua personale garrula (John Cusack docet), galleria di riflessioni, ricordi, manie, intenzioni (anche onanistiche), complessi, amplessi, anche verso la donna cieca Al (Leslie Uggams). Insomma un cazzone, poco da fare, ma di quelli a cui è impossibile non guardare con divertimento.
Divertenti sono difatti le folli ali del vortice ultra-citazionista, vero mood dell'opera, tra richiami facili e azzardi impensabili (Wham, Liam Neeson e Taken), non risparmia niente e nessuno. Nemmeno il classico elemento "meta", col protagonista intento a commentare diverse situazioni in presa diretta (bella la battuta se sé stesso attore per esempio), e sempre con sguardo ironico/dissacratore il 'palloso' universo dei supereroi. Cotanta arte di presa per i fondelli produce quindi sensazioni generalmente godibili, con momenti ispirati e altri meno, e punte innegabilmente esilaranti (la maschera di Hugh Jackman sotto la maschera di Deadpool, la piccola mano ricresciuta e il nome dell'avversario "scritto" coi corpi dei nemici ammazzati scatenano ilarità contagiosa), sebbene magari talvolta si ceda a volgarità di basso, facile livello. Ficcante e a tratti spassoso invece l'uso della musica, mentre la regia, tra rallenty, esplosioni e altro i adegua al tono senza sfigurare ma senza neppure distinguersi granché. Meno riuscito come detto l'impianto narrativo, trama ridotta all'osso (eppure diluita e dilungata nell'atto di raccontare la trasformazione del personaggio), e banali inneschi (la ricerca del cattivo, il rapimento dell'amata, i botti finali) rivelano la dimensione di un qualunque Revenge movie con protagonista dalle codificate problematiche, anche se qui solo relativamente conta ciò. Discutibile invece il reparto comprimari, anche se il cast è molto nei ruoli, a partire da un Ryan Reynolds in gran forma, che finalmente è riuscito a realizzare il suo sogno. Ma tutti sono più o meno 'riusciti', a parte i quasi capitati per caso "colleghi" buoni (il gigante cromato, Andre Tricoteux e la ragazzina arrabbiata, Brianna Hildebrand), e Gina Carano (personaggio di poco spessore il suo in ogni caso, sebbene le vengano riservati grandi combattimenti) che si limita a fare il muso duro e 'wrestleggiare' (quello che sa fare meglio), a colpire, in negativo, è però la modesta definizione di un villain (Ed Skrein, che offre comunque qualche bella scena, anche inquietante, a dirla tutta) davvero troppo anonimo per suscitare il benché minimo interesse, il suo doppiaggio, l'accento "inglese" infatti, è la cosa peggiore del film. Per fortuna la supersexy Vanessa (la Morena Baccarin di Visitors, dove lì poco intrigava, qui invece la sua magnifica bellezza viene sfruttata benissimo) porta un po' di pepe, e perlomeno giustifica le azioni del tizio sfregiato vestito di rosso.
Divertenti sono difatti le folli ali del vortice ultra-citazionista, vero mood dell'opera, tra richiami facili e azzardi impensabili (Wham, Liam Neeson e Taken), non risparmia niente e nessuno. Nemmeno il classico elemento "meta", col protagonista intento a commentare diverse situazioni in presa diretta (bella la battuta se sé stesso attore per esempio), e sempre con sguardo ironico/dissacratore il 'palloso' universo dei supereroi. Cotanta arte di presa per i fondelli produce quindi sensazioni generalmente godibili, con momenti ispirati e altri meno, e punte innegabilmente esilaranti (la maschera di Hugh Jackman sotto la maschera di Deadpool, la piccola mano ricresciuta e il nome dell'avversario "scritto" coi corpi dei nemici ammazzati scatenano ilarità contagiosa), sebbene magari talvolta si ceda a volgarità di basso, facile livello. Ficcante e a tratti spassoso invece l'uso della musica, mentre la regia, tra rallenty, esplosioni e altro i adegua al tono senza sfigurare ma senza neppure distinguersi granché. Meno riuscito come detto l'impianto narrativo, trama ridotta all'osso (eppure diluita e dilungata nell'atto di raccontare la trasformazione del personaggio), e banali inneschi (la ricerca del cattivo, il rapimento dell'amata, i botti finali) rivelano la dimensione di un qualunque Revenge movie con protagonista dalle codificate problematiche, anche se qui solo relativamente conta ciò. Discutibile invece il reparto comprimari, anche se il cast è molto nei ruoli, a partire da un Ryan Reynolds in gran forma, che finalmente è riuscito a realizzare il suo sogno. Ma tutti sono più o meno 'riusciti', a parte i quasi capitati per caso "colleghi" buoni (il gigante cromato, Andre Tricoteux e la ragazzina arrabbiata, Brianna Hildebrand), e Gina Carano (personaggio di poco spessore il suo in ogni caso, sebbene le vengano riservati grandi combattimenti) che si limita a fare il muso duro e 'wrestleggiare' (quello che sa fare meglio), a colpire, in negativo, è però la modesta definizione di un villain (Ed Skrein, che offre comunque qualche bella scena, anche inquietante, a dirla tutta) davvero troppo anonimo per suscitare il benché minimo interesse, il suo doppiaggio, l'accento "inglese" infatti, è la cosa peggiore del film. Per fortuna la supersexy Vanessa (la Morena Baccarin di Visitors, dove lì poco intrigava, qui invece la sua magnifica bellezza viene sfruttata benissimo) porta un po' di pepe, e perlomeno giustifica le azioni del tizio sfregiato vestito di rosso.
Perché in fin dei conti è tutto uno spasso continuo, come i suoi deliranti scarabocchi. Insomma un film fresco e che prende in giro tutto e tutti senza mai scadere nel banale e nel gratuito, nonostante la storia prevedibile e nonostante vi siano come già ripetuto dei contenuti abbastanza espliciti, anche per un film vietato. Un film dove praticamente non manca niente, oltre ai comunque ottimi combattimenti (con tanto di sequenze splatter e in slow motion), che regalano azione davvero spettacolare, neanche lo strepitoso cameo di Stan Lee. Tanti ovviamente i temi trattati, ma tutti in modo del tutto diverso e forse anche meglio delle solite lungaggini. Film che inoltre dimostra che film "da effetti speciali" non necessitano per forza di un budget assurdo per poter risultare apprezzabile, soprattutto se anche su questo aspetto si riescono a creare siparietti molto divertenti. Sperando che tutti ora non comincino a produrne decine con lo stampino tutti uguali a questo, visto che se la formula ha funzionato per Deadpool non è detto che funzioni anche per gli altri supereroi, anzi. In conclusione, il lungometraggio diretto da Tim Miller si rivela uno degli adattamenti cinematografici di un supereroe meglio realizzati in assoluto, certo, il monoespressivo cattivo di turno risulta forse l'anello debole della catena, ma (come tutti i piccoli difettucci) assorbiti serenamente dal ritmo del film, dai cambi di marcia, dall'evoluzione, dai retroscena, dal coinvolgimento, dalla splendida fusione di macabro/demenziale/comico/sentimentale che non permette mai cali di tensione, come ti adagi un attimo ti sbalza di carreggiata e ti richiama al disordine imperante. Perché anche se io amo l'epicità, e questo non è un film di eroi, dove non bisogna aspettarsi gloria, onore e redenzione personale, il regista frantumando proprio i pilastri del mondo dei superpoteri, lo fa in modo convincente, tanto che con grande stile e maestria realizza un quasi capolavoro. Un capolavoro che non finisce nel classico finale, dato che dopo i titoli di coda è consigliabile restare a guardare, in quanto vi sono altre brevi e divertenti scene che anticipano qualcosa sul futuro del personaggio. Personaggio che spero di rivedere presto, perché Deadpool è qualcosa di spettacolare, unico, irriverente e imperdibile. Un film che sarà difficile da battere quest'anno, personalmente parlando, anche se tanti altri mirabolanti film mi attendono. Voto: 8,5