Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/01/2017 Qui - Partiamo subito da un dettaglio importante, Mr. Holmes: Il mistero del caso irrisolto (Mr. Holmes), film del 2015 diretto da Bill Condon e interpretato da Ian McKellen nel ruolo del famoso investigatore Sherlock Holmes, adattamento cinematografico del libro di Mitch Cullin intitolato A Slight Trick of the Mind, pubblicato nel 2005, non è un film giallo. Il titolo in italiano infatti non rispecchia quella che è poi la trama del film in quanto richiama quasi un thriller mentre è decisamente un drammatico. Il titolo esatto è soltanto Mr. Holmes. Sherlock, l'investigatore più famoso del mondo, difatti non esiste più, si è ritirato da decenni in una residenza in campagna dopo aver sbagliato l'esito della sua ultima indagine, purtroppo con risvolti fatali. Tutto qui "il giallo metaforico" del film. Il vero "giallo" è la vita, nella sua complessità di sentimenti ed emozioni. La vita, che non ha mai un vero perché, dove nessuno troverà mai il vero significato se non si interroga veramente da dentro, siamo tutti soli e tutti abbiamo bisogno di amore, ma spesso ce ne dimentichiamo e diamo ragione alle apparenze, cerchiamo misteri dove non ce ne sono e diamo la colpa agli altri delle nostre manchevolezze. In mezzo al frastuono della quotidianità, Mr. Holmes si è ritirato accompagnato sempre dalla sua grande intelligenza ed intuito a vivere fra le api, portatrici di vita e di lavoro, innocui ed innocenti creature, ed ha chiuso fuori il male dalla sua esistenza, dimenticandosi che esiste e dimenticandosi le cose, dandone colpa all'età avanzata, in attesa della morte. Ma la vita non ha ancora concluso, con Mr. Holmes e gli chiede di cominciare a vivere veramente ed a capire che il Male nasce dal far finta che non esista.
Così, la vita lo costringe a rivedere ed a risolvere definitivamente l'indagine del suo ultimo caso e di dare giustizia alle vittime innocenti, con il ricordo e con la forza dell'amore al quale prima mai dava importanza, vivendo nell'illusione della sua celebrità e nell'uso della logica, il Male chiede colpevoli, il Bene solo di esistere. Nel suo ritiro in una casa di campagna, il vecchio Holmes è infatti coadiuvato da una triste ed amareggiata governante (discretamente interpretata da Laura Linney) il cui figlio, un ragazzino simpatico e molto intelligente (forse anche troppo per la sua età, Milo Parker, Ghosthunters), nutre un profonda ammirazione per il famoso detective e quindi fa di tutto per assecondare le sue manie in cambio di confidenze sulla sua passata attività. E alla fine difatti lo premia, e invece di perdere gli affetti che lo circondano ed a rischiare di rimanere davvero solo, si ritrova una vera famiglia e nuovi potenti legami. E capisce che l'amore può tutto, colma i vuoti e le solitudini, e che un cuore aperto, tenero e riconoscente supera gli ostacoli, l'età e le malattie. Insomma un film intenso e anche commovente ma nulla più, anche troppo lento, con una sceneggiatura a tratti didascalica, all'inizio anche un po noiosa che tende ad assopire lo spettatore ma che poi riprende la sua dose d'attenzione soprattutto nel finale, un finale bello ma non indimenticabile. Mr. Holmes però proprio per la sua natura troppo inedita e molto profonda, ha secondo me un'impronta prettamente televisiva che poco ha a che fare con il Cinema, perché salvo qualche inquadratura degna di nota il resto potrebbe funzionare come sceneggiato o serie tv, o addirittura un monologo teatrale, personalmente comunque non propriamente interessante. A parte questo dettaglio (in ogni caso perdonabile), il film si salva grazie soprattutto al grande Ian McKellen che, come sempre attore di primo piano, qui giganteggia ancor più visto il basso tenore estetico che lo circonda. In definitiva non eccezionale ma neanche mediocre, ma più che sufficiente. Voto: 6,5