mercoledì 6 marzo 2019

La scuola più bella del mondo (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/02/2017 Qui - La scuola più bella del mondo, film del 2014 diretto da Luca Miniero, è l'ennesima commedia mediocre che il cinema italiano ha da offrire, poiché lasciando perdere l'ultimo film visto del genere, ovvero l'eccezionale Perfetti Sconosciuti, questo è un film visto e rivisto, in cui gli attori riciclano le loro solite parti, da Christian De Sica a Rocco Papaleo, passando per la Finocchiaro (Angela), con un pittoresco finale in stile 'musicarello' che rende il tutto ancora più farsesco e imbarazzante. Eppure per una volta, la storia è semplice ed ha pure un senso. Una scuola modello toscana cerca un gemellaggio con un istituto scolastico di Accra, ma il bidello sbaglia a leggere ed invia l'email ad una scuola di Acerra, il cui preside è il miglior Lello Arena di sempre (una delle poche note liete). Il resto purtroppo è invece un esilarante, soprattutto posticcio, girotondo di equivoci basati sul razzismo, reciproco, tra nord e sud, con tanti luoghi comuni, ma ugualmente deliranti. Sulla scia del successo del film "Benvenuti al sud", il regista Luca Miniero continua nuovamente a proporre nella sua produzione cinematografica le differenze sociologiche ed ambientali tra il nord e il sud Italia, iniziando ad evidenziare (purtroppo) una certa stanchezza creativa a livello di idee. Il film, per carità, di per se sicuramente è anche gradevole e ciò è da attribuirsi non tanto per la simpatica (si fa per dire) presenza di attori come De Sica (qui comunque più normale e meno antipatico, insomma sopportabile), Papaleo o Angela Finocchiaro (altra presenza fissa di molti film del regista), senza dimenticare la bellissima Miriam Leone, ma soprattutto per il non facile lavoro di selezione e di preparazione nella scelta dei bambini, giovanissimi attori di questa pellicola, che fungono da determinante e vitale linfa vitale per la narrazione della trama, i loro movimenti, le loro brevi battute o il loro pungente sarcasmo, rappresentano probabilmente la vera forza del film.
Come dicevo prima, in La scuola più bella del mondo l'aspetto comico si basa su una certa estremizzazione sarcastica di alcune debolezze delle periferie del sud, ma tutto ciò alla fine si traduce solamente in un tipo di concezione sociale alquanto atavica e come tale limitante per il senso ed il significato del film stesso, costellato di tanti spunti che strizzano l'occhio alle cronache (in particolare nello stato disastroso in cui versano molti istituti scolastici del nostro paese) ma sempre in maniera bonaria e superficiale, senza denunciare in maniera forte e decisa, seppure con la risata, né raccontare qualcosa di nuovo. Poco credibile e perciò anche parecchio stonato il finale stile 'musicarello', che viene tirato fuori non si capisce bene perché, come e quando. Discretamente gradevoli invece, per quanto stridenti, gli inserti di cartoni animati che mostrano i pensieri del professore dall'animo di artista interpretato da Papaelo. Tutto il resto come detto è abbastanza imbarazzante e dimenticabile. Ma poiché si parla di un film che in fondo si pone la finalità di essere da scacciapensieri e che deve far trascorrere quasi due ore con lo spirito della rilassatezza e del buon umore, soprattutto per i bambini, innocenti agli occhi di un qualsivoglia spettatore, tutto sommato esso si presenta (ripeto, sotto l'aspetto leggero) discretamente gradevole (ma non tanto in verità), ma di sicuro migliore di certi cinepanettoni. Voto: 5