sabato 2 marzo 2019

Belli di papà (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/01/2017 Qui - Belli di papà, film del 2015 diretto da Guido Chiesa, remake del film messicano Nosotros los nobles, è un film decisamente discreto, strano dato che si tratta di un film italiano, eppure nonostante possa sembrare un film inutile è un film interessante nonché divertente, anche se come ovvio non è perfetto. Film che mette alla berlina i bamboccioni italiani e i loro genitori, genitore in questo caso che ritrovandosi in casa dei figli inetti e parassiti (che non hanno assolutamente voglia di lavorare, se non dedicarsi ad imprese quanto mai assurde e poco probabili al successo, abituati a vivere facendosi mantenere economicamente nel miglior modo possibile) decide di dare una lezione a costoro, come? con un finto fallimento dell'azienda, in modo tale da indurre i ragazzi a cercarsi un'occupazione seria e ad assumersi piano piano le proprie responsabilità. E dopo un inizio ovviamente quanto mai disastroso, i ragazzi riusciranno a lavorare duramente, arrivando finalmente a capire il significato di guadagnarsi dei soldi e riuscire a mantenersi da soli. Belli di papà, nonostante alcune reticenze, è un film delizioso, che sembra disegnato su misura per Diego Abatantuono.
La pellicola infatti, come nelle più classiche commedie italiane, non si può  certo considerare esemplare e riuscita, ma la presenza ciclopica e smargiassa di Abatantuono nel ruolo del padre distratto e manager di grande capacità, quella ironica e tuttavia molto concreta di Antonio Catania, consigliere schietto e sincero sino a risultare scomodo, oltre alla conferma di un talento nascente come quello di Matilde Gioli (una Eva Green italiana dallo sguardo conturbante, già ammirata in Solo per il Weekend) riescono a rendere la commedia gracile e lievissima, con qualche battuta riuscita, sapida e spiritosa, in un tentativo almeno parzialmente riuscito di fare commedia con dignità e serietà di intenti. Belli di Papà difatti, si verifica essere una commedia divertente e piacevole a vedersi in quanto appunto sostenuta da dialoghi e battute brillanti. Questo film insomma è proprio la dimostrazione che a volte si può restare sui toni leggeri e lievi pur in presenza di tematiche anche serie come quelle dell'adeguata inevitabile necessità di educazione e responsabilizzazione della prole, o la difficoltà di riuscire ad essere genitori adeguati o, dall'altra parte, il saper crescere e maturare come una generazione che non sappia solo sperperare e dilapidare risorse, ma invece anche creare valore nell'ambito di un mondo ormai devastato sempre più dalla futilità e dalla irresponsabilità. E difatti proprio per la capacità del regista di dare un netto spaccato della società e delle sue contraddizioni in modo coerente, Belli di papà, è un film davvero gradevole, adatto soprattutto come puro e semplice scacciapensieri. Da segnalare Francesco Facchinetti, "per la prima volta sullo schermo", che appare disinvolto e sicuro di sé, anche se più che recitare, si limita a fare se stesso, o ad apparire coerente ed in sintonia col personaggio che trapela di lui attraverso l'evanescente ed illusorio mondo televisivo che lo ha reso personaggio pubblico. Ma a parte questo il film, senza troppe o grandi pretese, è un film che consiglio di vedere. Voto: 6,5