Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2017 Qui - Una notte con la Regina, film del 2016 diretto da Julian Jarrold, trae ispirazione da un episodio realmente accaduto ma viene forzatamente romanzato, forse troppo, dato che sembra tutto abbastanza assurdo. Il perché è presto detto, che la Principessa Elizabeth e la Principessa Margaret (che ottengono l'autorizzazione dai genitori tanto restii) uscirono per la prima volta dal Buckingham Palace per festeggiare la fine della seconda guerra mondiale (8 maggio 1945) ci può stare, ma che addirittura ciò comporta un inseguimento fra autobus, l'excursus in un bordello e l'incontro tra Elizabeth e un giovane aviatore, Jack, che non sa di avere a che fare con una principessa, mi sembra esagerato. Ci vuole tanta immaginazione e creatività che richiede una certa sospensione dell'incredulità, per credere davvero che sia tutto veritiero, soprattutto per quanto riguarda le due guardie reali ubriacone e donnaiole. Certo, c'era da immaginarselo, però non tanto convince, troppo improbabile, eppure nonostante ciò si rivela una divertente e per certi versi commovente cavalcata nella nostalgia per un'epoca lontana più semplice ed un cinema più incline al sogno. La ricostruzione d'ambiente, popolata da centinaia di comparse in costume, ha il sapore della messinscena teatrale o della favola disneyana, ma a rendere moderna la narrazione sono i dialoghi, ispirati nel vocabolario e nella enunciazione alle commedie sofisticate anni '40, ma carichi di senno di poi e colorati dalla nostra sensibilità contemporanea. Insomma non malissimo ma neanche eccezionale. Un altro problema è che Una notte con la Regina è un film inglese che più inglese non si può. Poiché è difficile per coloro che non lo sono comprendere l'ammirazione e la devozione che hanno gli inglesi tutti o quasi per la casa reale e che pervade tutto il film (io per esempio non l'ho mai capito e mai capirò).
Da qui nasce, forse, la difficoltà per quest'opera di farsi apprezzare di più da chi non lo è. Ma superato questo che può essere anche un pregiudizio, è un film comunque simpatico e gradevole almeno un po'. Pervaso di quel caratteristico senso dell'humour che ti fa sorridere in totale assenza di volgarità. Un altro aspetto in positivo è la recitazione, in particolare quella di Rupert Everett, nella parte del re, dove risulta molto credibile al pari di Emily Watson, la saggia e severa Elisabetta I. Ma soprattutto le due protagoniste sono brave, tanto che, se non lo fossero il film non avrebbe avuto senso. E anche se a rubare la scena, ogni singola scena, è Bel Powley nei panni di Margaret, goffa e pasticciona, incosciente e maliziosa, affamata di vita e di emozioni forti eppure ingenua e teneramente naif, è grazie a Sarah Gadon, molto efficace nei panni di Elizabeth, che il film ha qualcosa da dire e vedere. Il film infatti si regge molto sull'atteggiamento, a seconda dei momenti affascinato, curioso, stupito, eccitato, innocente, della protagonista principale, bellissima donna già apprezzata in 22.11.63 e Dracula Untold. Insomma film non propriamente da bocciare, la ricostruzione storica e i costumi sono corretti e l'atmosfera di fine della guerra dona quel senso gioioso di allegria che non fa niente male. Certo, in definitiva, non è che è un gran film, ma senza grandi pretese, ti fa passare 90 minuti in totale rilassatezza, forse troppa a dir la verità. In ogni caso e nonostante molte sciocchezze e assurdità è un film in parte appagante, leggero e divertente. Voto: 6
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