mercoledì 28 agosto 2019

Poli opposti (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/11/2016 Qui - Soggetto ancora più scontato e già visto è invece una brillante (non tanto in effetti) commedia italiana che vorrebbe riuscire ad avvicinarsi a stilemi tipici delle lovecomedy americane, senza riuscirci, anche se qualcosa di buono in Poli opposti, film del 2015 da Max Croci, alla sua prima opera, c'è. E si trova non tanto nel tema, quello della classica storia di lui e lei totalmente diversi, che sono destinati inevitabilmente ad innamorarsi, quanto nella cifra stilistica, garbata, leggera e simpatica. Perché senza grosse pretese e senza volerlo definire un capolavoro, proprio grazie a questo, il film riesce a rendersi passabile. Ma prima di dire altro ecco la trama: Stefano e Claudia fanno due lavori che, apparentemente, non potrebbero essere più diversi, lui è un terapista di coppia che si è appena separato dalla moglie, lei un avvocato divorzista e madre single. I loro uffici, con annessa abitazione, si ritrovano sullo stesso pianerottolo. L'antipatia (e l'attrazione) reciproca sono immediate, e a queste si aggiunge la rivalità professionale quando i pazienti dell'una cominciano a rivolgersi all'altro, e viceversa. Ma i 'poli opposti' sono destinati ad avvicinarsi. Di Poli opposti è meglio dire prima le cose positive, i due protagonisti sono molto belli (bello e bravo anche se sottotono Luca Argentero, solo bella nel caso di Sarah Felberbaum), le scene e i costumi eleganti e costosi, la fotografia perfettamente intonata, le musiche divertenti e adeguate per creare l'atmosfera. Insomma, tutto il contorno necessario per una commedia sofisticata c'è ed è di alto livello. Il grosso problema di 'Poli opposti' è che manca tutto il resto, e cioè la sostanza, una sceneggiatura che funzioni perfettamente, un regista capace di padroneggiarla, una protagonista femminile all'altezza, capace di suscitare empatia. E soprattutto, pecca gravissima, manca il ritmo, elemento fondamentale per questo genere di cinema.

Ma soprattutto, incastrato in passaggi obbligati, determinato a svolgersi come altri film non riesce ad avere personalità. La sceneggiatura infatti, è un susseguirsi troppe volte di banalità, scene già viste, personaggi troppi macchiettistici (gustoso in ogni caso il personaggio di Giampaolo Morelli) e buonismo a piene mani. Tanto che alcune scene che vorrebbero far ridere (le gag tra i due), sketch che vorrebbero divertire (sempre le gag tra i due poli opposti e altre coppie), personaggi che vorrebbero farci sorridere (il figlio di lei impacciato e maldestro), lo fanno in parte ma trovano il tempo che trovano, ovvero nessuna. In più mettere ancora una volta in risalto il bullismo e addirittura fare ubriacare un bambino per fargli cambiare concezione di vita mi sembra sbagliato. Infine, nonostante un soggetto comunque discreto anche se trito e ritrito, che poteva però essere sviluppato meglio, la storia d'amore di questi due, non riesce quasi mai ad essere incisiva perché rappresenta situazioni poco credibili e i sentimenti dei personaggi appaiono stilizzati e infantili. Attenzione però, non è un film proprio da buttare, ma non convince, certo, delicato, scorrevole, ben scritto, con un finale per niente scontato e una colonna sonora adeguata, ma soprattutto per niente becera e volgare, anzi, leggera e simpatica. Ma una discreta fotografia e una buona colonna sonora, insieme alla cifra stilistica efficace, non riescono però a produrre nessun sussulto in un film in cui Argentero si sbraccia e fa quello che può (ma non basta) e la povera Felberbaum, per quanto molto bella e con una buona presenza espressiva, non risulta credibile. In definitiva però anche se qualcosa non va nei migliori dei modi, è un film che consiglierei agli amanti del genere per trascorrere un'ora e mezza sorridendo, certo, non tanto, ma il minimo indispensabile per definirlo godibile e piacevole. Voto: 6-

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