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giovedì 31 marzo 2022

In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Tratto da un romanzo di John Steinbeck, il film diretto da James Franco ambientato nella California dei primi anni trenta, racconta di un gruppo di raccoglitori di mele sfruttati dal loro datore di lavoro e di due attivisti che si infiltrano tra loro per incitarli a scioperare e lottare per ottenere i loro diritti. Un bel cast di attori tra cui spicca Vincent D'Onofrio, oltre al sempre grande Robert Duvall (piccolo ruolo per Bryan Cranston e Ed Harris, forse avrei preferito un'altra attrice al posto di Selena Gomez). Film che fa riflettere sulle condizioni di vita dei lavoratori dell'epoca e come purtroppo dopo oltre 80 anni, nonostante i diritti acquisiti, le cose non siano tanto cambiate, purtroppo il fenomeno del "caporalato" è ancora presente. Film che non annoia più di tanto, complice sicuramente la durata non eccessiva ed un idea interessante sulla carta, ma eseguita in maniera piuttosto blanda e poco incisiva, con un epilogo scontato. A non coinvolgere è soprattutto la regia, nonostante ciò buon film, anche se da Franco mi sarei aspettato un minimo di inventiva in più. Voto: 6

lunedì 8 luglio 2019

Viral (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/03/2019 Qui - Viral (Horror, Usa 2016): A mio avviso questo film, l'ennesimo lungometraggio riguardante i virus e gli infetti, questa volta diretto dal duo Henry Joost/Ariel Schulman (Paranormal Activity 3Paranormal Activity 4Catfish), non convince pienamente sotto il profilo fanta-horror, lasciando poco spazio alla sostanza (gli attacchi degli infetti, uno strano e non identificato parassita si insinua all'interno delle persone controllandone la mente e successivamente il corpo, sono piuttosto ridotti) e senza approfondire alcune cose che vengono presentate in maniera superficiale. La caratterizzazione di alcuni personaggi poi non sembra delle più credibili, anzi irritano un poco certi atteggiamenti e alcune banalità evidenti. Tuttavia il film, un film che nella tradizione Blumhouse offre un prodotto abbastanza solido a livello qualitativo (anche se il soggetto è quasi mai originale), ha degli aspetti positivi, specialmente nelle due attrici protagoniste (il resto è puro ornamento), brave a sviluppare il rapporto fra sorelle di fronte ad una nascente pandemia (Sofia Black-D'Elia e Analeigh Tipton). Di solito in film di questo genere le fasi iniziali sono saltate praticamente a pie pari, ma qui ci si concentra specialmente nei primi momenti del contagio, quando c'è più incertezza sul da farsi che la necessità di sopravvivere. Meglio la prima parte della seconda, che sconta soprattutto la prevedibilità della narrazione (giacché un momento prima che la scena procede si capisce già tutto) e qualche soluzione non priva di forzature. Nel complesso però, pur non riuscendo a infondere una certa atmosfera ansiogena (nonostante l'ambientazione quasi Lynchiana), il film ha comunque il merito di non rendersi noioso, ma non fa abbastanza per meritare la sufficienza piena. Infatti senza infamia e senza lode, ma senza riuscire nemmeno a farsi ricordare più di tanto. Voto: 5+

sabato 23 marzo 2019

Mississippi Grind (2015)

Mini Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2017 Qui - Mississippi Grind (Drammatico, Usa 2015): Ben Mendelsohn (Black Sea e tanti altri) interpreta un uomo preso dal gioco d'azzardo compulsivo, cosa che lo ha rovinato nella vita e continua (egoista sempre) a rovinarlo. Una sera però al tavolo da poker incontra un misterioso e fascinoso uomo (Ryan Reynolds, moltissimi altri) che sembra dotato dell'incredibile potere di riuscire sempre ad azzeccare ogni tipo di scommessa. Venuto a sapere di un grande incontro di poker a New Orleans, il giocatore compulsivo convince il nuovo amico ad andare con lui, l'uomo è indebitato, e vede la situazione come l'occasione per rifarsi. Sarà un lungo (ed estenuante) viaggio, e, come da tradizione per molti road movie, molti saranno i temi affrontati (purtroppo non tutti approfonditi in modo efficace), su tutti appunto quello del (più volte bastardo) gioco d'azzardo ma anche, direi, dell'amicizia, però in modo superficiale e non sempre convincente. Colpa di una storia troppo semplice, largamente prevedibile, lungamente statica, banale e semplicemente noiosa (personalmente intendo). Buona anche se disfunzionale la musica blues di sottofondo, sufficiente l'interpretazione degli attori protagonisti (seppur entrambi sottotono) ma davvero mediocre è la resa finale. Poiché questo film in sintesi può essere considerato "la noia" fatta a pellicola. Voto: 5

giovedì 28 febbraio 2019

Lucy (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2017 Qui - Premettendo che sono uno, se ancora non ve ne siete accorti, che si entusiasma facilmente, primo perché sono un grande fan del genere action, secondo perché sono un grande fan di Luc Besson, uno dei miei registi preferiti ma che ultimamente stava diventando un po' una macchietta di sé stesso, anche se in questi anni non ho mai perso la speranza, Lucy, film del 2014 diretto, scritto e co-prodotto dal regista francese, mi è piaciuto tanto, soprattutto per la fase action, poiché il film fallisce nel tentativo di trasmettere un qualsiasi significato superiore, dove la perfettibilità umana sembra essere legata meramente alla percentuale di attività neuronale. Quella che, a seguito di circostanze indipendenti dalla sua volontà, la giovane studentessa Lucy (Scarlett Johansson), vedrà crescere all'infinito. "Colonizzando" il suo cervello infatti, acquisirà poteri illimitati che le permetteranno di trasformarsi in una micidiale macchina da guerra contro ogni logica umana. Con questo film Luc Besson omaggia se stesso, dato che questo thriller fantascientifico che rispolvera i fasti di Nikita e Leon rivisitandoli in chiave fantascientifico-esistenziale, funziona, non alla perfezione, anzi, ma decisamente meglio di Transcendence (con Johnny Depp che impersonava un cervellone nella rete con manie di onnipotenza) che ha ricevuto giudizi contrastanti. La regia è quella sua solita, cioè molto rapida, con un montaggio abbastanza frenetico e un ritmo sempre al top che tuttavia a volte rallenta per immergerci nella psiche della protagonista e questo ci sta alla perfezione, perché è giustificata e pure efficace, grazie anche alla scelta azzeccata della fantasmagorica protagonista, Scarlett Johansson, sempre bravissima e bellissima, che riesce a caratterizzare molto bene il personaggio che risulta all'inizio antipatica, stupida, priva di un vero e proprio scopo nella vita, la classica studentessa sopra le nuvole, che non sa nulla del mondo, ma dopo 'l'incidente' che la porterà ad utilizzare il 100% del proprio cervello poco a poco, diventa fredda, spietata ma comunque non perde mai del tutto la propria umanità, e la Johansson è bravissima a rendere il cambiamento in modo esaustivo.

sabato 9 febbraio 2019

APPuntamento con l'@more (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/11/2016 Qui - APPuntamento con l'@more (Two Night Stand), film del 2014 diretto dallo semi-sconosciuto Max Nichols, figlio del più conosciuto regista Mike Nichols, deceduto 2 anni fa, film in ogni caso riuscito. Riuscito non tanto nella trama quanto nel quadro generale delle vicende, quella di Megan che mollata dal suo ex decide, per dimenticare, di usare la tecnica del 'chiodo schiaccia chiodo', lei infatti non vuole impegnarsi e così fissa su Internet un appuntamento per una serata da una botta e via con uno sconosciuto da cui però se ne va insoddisfatta, ma il caso vuole che proprio i due il mattino dopo rimangano bloccati nell'appartamento di lui a causa di una forte nevicata, che ha paralizzato New York, ed è costretta perciò a tornare sui suoi passi e affrontare due giorni di convivenza con quello che doveva essere solo un partner occasionale. Costretti così loro malgrado a passare più tempo assieme del previsto, Megan e Alec iniziano a parlare delle loro aspettative, dei loro sogni e cercando a vicenda di trovare dei possibili accorgimenti per il futuro partner che verrà, entrano in sintonia e capiscono che il loro rapporto potrebbe trasformarsi in qualcosa di più di una semplice avventura.