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giovedì 31 marzo 2022

In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Tratto da un romanzo di John Steinbeck, il film diretto da James Franco ambientato nella California dei primi anni trenta, racconta di un gruppo di raccoglitori di mele sfruttati dal loro datore di lavoro e di due attivisti che si infiltrano tra loro per incitarli a scioperare e lottare per ottenere i loro diritti. Un bel cast di attori tra cui spicca Vincent D'Onofrio, oltre al sempre grande Robert Duvall (piccolo ruolo per Bryan Cranston e Ed Harris, forse avrei preferito un'altra attrice al posto di Selena Gomez). Film che fa riflettere sulle condizioni di vita dei lavoratori dell'epoca e come purtroppo dopo oltre 80 anni, nonostante i diritti acquisiti, le cose non siano tanto cambiate, purtroppo il fenomeno del "caporalato" è ancora presente. Film che non annoia più di tanto, complice sicuramente la durata non eccessiva ed un idea interessante sulla carta, ma eseguita in maniera piuttosto blanda e poco incisiva, con un epilogo scontato. A non coinvolgere è soprattutto la regia, nonostante ciò buon film, anche se da Franco mi sarei aspettato un minimo di inventiva in più. Voto: 6

mercoledì 14 aprile 2021

Kristy (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2021 Qui - Essenziale e lineare "Kristy" si segnala come un buon intrattenimento, un home invasion su scala ampliata con il college a sostituire la consueta abitazione. I grandi spazi e la varietà di ambienti vengono ben sfruttati da Oliver Blackburn, offrendo un'ideale messa in scena per la caccia organizzata da un gruppo di giovani incappucciati e mascherati nei confronti di una studentessa rimasta sola (guardiani a parte, ovviamente liquidati senza troppi affanni) nell'imponente complesso. Il confronto avviene sostanzialmente tra due donne: la protagonista decisa a non lasciarsi sopraffare tanto facilmente e la sua antagonista, leader del gruppo e unica a non avere il viso nascosto. Il confronto tra l'angelica (sempre meravigliosa) Haley Bennett (quella di Swallow) e la luciferina Ashley Greene finisce pari e patta almeno a livello di doti recitative, entrambe convincenti con la vittima designata descritta magari velocemente ma con intelligenza, tanto da permettere allo spettatore di entrare in buona sintonia con la giovane. I primi minuti in questo senso sono fondamentali, culminanti in quel senso di libertà che la protagonista prova in solitaria danzando tra i corridoi del dormitorio, nuotando nella piscina o ammirando il cielo sdraiata nel campo di football, del tutto ignara riguardo l'incombente minaccia. Per la protagonista sarà una notte di terrore ma soprattutto di battaglia, potenziale ennesima vittima di quella che apparirebbe come una setta satanista. A dispetto di altri film appartenenti al filone è riscontrabile un accenno di chiarimenti, sinceramente non proprio indispensabili. Comunque sia utili per spiegare, forzando un poco, la ragione per la quale ogni vittima della gang viene chiamata Kristy, in quello che è un rimando religioso di natura etimologica. Nulla di eclatante, una pellicola onesta e priva di fronzoli capace di alimentare una certa tensione senza mai annoiare. Voto: 6,5

domenica 10 marzo 2019

Wish I Was Here (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/05/2017 Qui - Anche questo film, nato grazie al sostegno dei fan di Zach Braff su Kickstarter, uno dei volti più noti dell'immaginario collettivo degli anni 2000, anche per chi non segue molto le serie tv (o non ha visto tutta la sua serie), è quasi impossibile infatti non aver presente il viso del Dottor DorianJ.D. per gli amici, protagonista della fortunata serie "Scrubs", non è stato mai distribuito in Italia, ma ancora una volta grazie a Sky ci è arrivato, lo scorso 3 maggio. Sto parlando ovviamente di Wish I Was Here, film del 2014 scritto, diretto, prodotto ed interpretato proprio da Zach Braff. Film che dopo l'esordio come regista nel 2004 con il delizioso La mia vita a Garden State, conferma un talento e un'idea di cinema (anche se l'opera non convince appieno, seppur la sincerità del film fa perdonare tutte le sue imperfezioni) del regista, autore di un film agrodolce e sensibile sull'elaborazione del lutto e l'importanza di essere presenti nella propria vita. Aidan Bloom (Zach Braff) è un uomo ossessionato dal sogno di realizzarsi facendo l'attore, nonostante sia disoccupato e padre di due figli, cose che dovrebbero quantomeno responsabilizzarlo. Chi porta avanti l'economia domestica è sua moglie, Sarah (una sempre sexy e salvabile Kate Hudson), costretta a professare un lavoro noioso come contabile presso un ufficio di Los Angeles. Un altro grande aiuto proviene dalle tasche del padre di Aidan, Gabe Bloom (Mandy Patinkin), il quale si trova costretto a chiudere il rubinetto al figlio per contrastare una gravissima forma di cancro ai polmoni. In mezzo a questo quadretto famigliare, ci sono i due figli Grace (Joey King) e Tucker (Pierce Gragnon), che sorreggeranno Aidan (che tra rabbini, perdita di fede, provini sbagliati, il cambio di scuola per i figli, il conflitto tra suo padre e suo fratello, Josh Gad, e i problemi sul lavoro della bella moglie Sarah, deve ancora trovare la sua giusta collocazione nel mondo) lungo questo racconto di vita agrodolce, dato che il film danza su diversi piani cagionando sorrisi e lacrime.

lunedì 4 febbraio 2019

Movies for Halloween: Holidays (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/10/2016 Qui - Quest'anno spinto dagli amici blogger che durante, ma soprattutto prima di Halloween, recensiscono film horror a tema per passare la notte delle streghe in compagnia o da soli perché no, ho deciso anch'io di farlo, poiché l'anno scorso scrissi solo del mio Halloween, di come sono sempre stato 'fedele' alle tradizioni, ma non parlai di alcuni film. Film che soprattutto in questo periodo 'festivo' escono ma soprattutto vengono visti di più, d'altronde gli horror se non li vedi ad Halloween, quando? Vabbé che c'è sempre tempo, in ogni caso io seguendo alcune indicazioni di una certa 'esperta' ho deciso di vedere due film a episodi, l'altro ci sarà domani, ovviamente a tema Halloween o semplicemente 'festivo'. I film a episodi ad esser sincero ne ho visti pochi ma questi due che ho visto e recensirò, proprio perché horror mi sono moderatamente piaciuti. In America però non è una novità, anzi, è quasi una tradizione i film a episodi, e incredibilmente ho scoperto che qualche perla ogni tanto la regala. Infatti questi tipi di film sono per me una scoperta gradita. A partire da Holidays, bizzarro e sovversivo concept-horror del 2016 sulla tematica delle feste (religiose e commerciali) che s'incontrano durante l'anno e che fanno da scenario agli otto episodi che compongono il film. 8 storie originali horror/commedia che hanno come filo conduttore le festività e hanno come obiettivo probabilmente di rovinarcele. 8 storie in cui emergono gli aspetti più contorti e sovversivi che ogni festa comandata porta con sé, si parla infatti di Natale, Pasqua, Capodanno, Halloween, San Valentino, Festa della mamma, Festa del papà e San Patrizio. Presentato al Tribeca Film Festival, Holidays però è un film sul quale è complicato sbilanciarsi in un giudizio globale (cioè senza analizzarne ogni singola parte) poiché le storie narrate sono tante e così anche i sottogeneri dell'horror che le caratterizzano. Il film si avvale di "picchi", che sono piuttosto alti e anche se sono presenti "anelli deboli" e parti meno riuscite, a mio parere, merita una valutazione più che sufficiente. I mini episodi (tutti della durata di 15-20 minuti) sono intervallati dall'immagine di un biglietto d'auguri per la relativa festa (a uso titoli di coda). L'inconveniente per lo spettatore in questo tipo di struttura è il dover continuamente "ridisegnare" la propria empatia per allacciarsi alle vicende narrate, ma nonostante ciò riesce a tenere alta la tensione, riuscendo a tenere alto il livello di tutti i segmenti, fra storie soprannaturali e serial killer. Poiché le 8 vicende sono scritte e dirette da altrettanti registi specializzati nel genere, dove il più famoso è sicuramente Kevin Smith (Clerks), ma anche Gary Shore di Dracula Untold, anche se riescono tutti ad emergere e a farsi apprezzare parecchio, perciò anche se si sa già cosa aspettarsi e che non si guarderà un capolavoro, si sa già che, per gli appassionati come me, si passerà un'ora e mezza fra alti e bassi, senza alcun tipo di impegno mentale. E Holidays fa tutto questo e lo fa egregiamente.