sabato 26 gennaio 2019

L'esigenza di unirmi ogni volta con te (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2016 Qui - L'esigenza di unirmi ogni volta con te, Italia-Francia 2015 di genere drammatico, è il quarto lungometraggio di Tonino Zangardi. Il film è tratto dall'omonimo romanzo dello stesso Zangardi, e da lui stesso sceneggiato e diretto. Prima di tutto, ho trovato il film vuoto e inconsistente, difatti la storia non intriga e non convince. In ogni caso, questa è la storia di Giuliana (Claudia Gerini) che lavora come cassiera di un supermercato dove il poliziotto Leonardo (Marco Bocci) sventa una rapina (si fa per dire, abbastanza scema e brutta). In seguito di ciò, in fuga da una vita matrimoniale asfissiante, per lei scatta la passione di un amore assoluto e assolutizzante, per lui, invece, l'utopia di un'altra vita. In due infatti scappano, anche a seguito del precipitare degli eventi. Questo è un film che già all'inizio, con il solito flash forward che funge da premessa, assistiamo ad una sorta di pantomima durante la quale, nonostante l'estrema drammaticità della situazione, risulta impossibile trattenere l'ilarità. Colpa di una recitazione non ottimale ma soprattutto della costruzione stessa della sequenza (quella clou) in cui battute non proprio azzeccate si fondono con cliché da thriller di terza categoria, col risultato di interrompere bruscamente l'empatia e l'immedesimazione con i personaggi che fino a quel momento, tutto sommato, aveva parzialmente funzionato. Se il tentativo di ibridare noir, melodramma e addirittura road movie ispira simpatia, non si può tacere difatti dell'equilibrio instabile fra le varie parti del film, messo a dura prova da dialoghi approssimativi e taciturni, i protagonisti sembra che abbiano paura di farsi ascoltare, parlano per se stessi non per lo spettatore che percepisce solo qualche parola.

Il problema di fondo, pare, è che corteggiando il cinema di genere, il film aspiri in realtà all'introspezione psicologica, mancando così entrambi i versanti. Un mix che fatica a trovare la sua dimensione e sconta la fragilità delle interpretazioni dei due protagonisti maschili: Marco Bocci nei panni di Leonardo e Marc Duret in quelli di Martino, involontariamente comico in una delle scene clou del film anche a causa del suo marcato accento francese. L'escalation passionale fra Giuliana e Leonardo viene raccontata con efficace concretezza dei corpi ma anche con l'assenza di quella tensione erotica, quella febbre indispensabili per rendere credibile l'attrazione fatale che li unisce e li condurrà verso il loro destino. Senza quel lato delirante, le loro scelte appaiono scriteriate, soprattutto visto che lui è un poliziotto che dovrebbe conoscere bene la legge. Altri dettagli, come il loro percorso geograficamente sconnesso o la ricerca di una notizia su un cartaceo nell'era di Internet e dell'informazione istantanea perdono per strada l'attenzione. L'azione latita quasi del tutto, e poi a parte la generosa Gerini (che qui vediamo quasi del tutto nuda e interprete di due scene bollenti e una addirittura di auto-erotismo), che comunque non sa recitare, non c'è altro. Film profondamente irrisolto e ambizioso. Una combinazione letale che (personalmente) sconsiglio di vedere. Voto: 5,5

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