martedì 29 gennaio 2019

The Invitation (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/07/2016 Qui - The Invitation è un discreto thriller psicologico del 2015 diretto da Karyn Kusama, regista di Girlfight e Jennifer's Body. Parto subito dicendo che quello che mi aspettavo era tutt'altra cosa, credevo infatti si trattasse di un horror (più brutale) ma sopratutto mi aspettavo qualcosa di meglio, perché se anche il tema, l'argomento è molto interessante ed ovviamente angosciante, non tutto mi ha convinto e molto mi ha deluso (comunque non tantissimo) perché non mi ha tanto coinvolto. Probabilmente non è il proprio il mio genere questo tipo di film poiché abituato a qualcosa di più sanguinolento e spaventoso, mi sono leggermente annoiato, fino ovviamente al momento clou, che mi ha non solo risvegliato ma anche incuriosito. Una curiosità che comunque non ti lascia per tutto il tempo, nonostante la prevedibilità di alcune situazioni che porteranno e condurranno, tra parole e sguardi e con il suo incedere armonico, lo spettatore in un tunnel di angoscia e dolore mai rimosso, fino al suggestivo e imprevedibile (non tanto in effetti) finale. Comunque nonostante ciò è un film fatto bene ("Il male fatto bene"), di qualità, davvero interessante, thriller drammatico, a tratti angosciante e paranoico, strutturato con sagacia. Un film in perfetto stile Midnight Factory, visto infatti grazie a Rai4, che con la sua 'collezione' di pellicole fa giungere al pubblico tutti quegli horror (e affini) che per motivi burocratici, logistici o semplicemente per essere stati accantonati da un marchio o da una società poi scomparsa, non hanno mai trovato spazio nei cinema italiani. La trama, dalla quale scaturisce questo film misterioso e paranoico, è molto semplice e riassumibile in poche righe, Will (il Logan Marshall-Green di Prometeus) ed Eden (la bellissima Tammy Blanchard), divorati dal dolore per la perdita del loro unico figlio, si sono separati e persi di vista. Per questo Will rimane sorpreso nel ricevere un invito di Eden a una "rimpatriata" alla quale parteciperanno ex amici che i due non vedono da oltre due anni. Per Will, che si presenta con la sua nuova donna (moglie), si tratta di un ritorno al passato nella casa dove lui e Eden hanno vissuto felicemente fino alla tragica morte del piccolo Ty. Come in ogni reunion ci sono ritardatari e "infiltrati", come ad esempio Sadie, una giovane (apparentemente frivola) ragazza che vive con Eden e il suo nuovo compagno David, poi c'è Pruitt, misterioso amico di quest'ultimo. Esaurite premesse e convenevoli, il film parte in un crescendo ponderato di angoscia e claustrofobia, di porte chiuse a chiave e di cassetti aperti, in un insieme di accadimenti che lentamente aprono il sipario rivelando un finale (gli ultimi 20 minuti) disturbante e notevole. Perché come anche il protagonista principale intuisce c'è qualcosa di strano, l'invito a cena dalla ex moglie infatti, diventerà la serata più inquietante e incredibile della sua vita.
Come già si intuisce dal titolo, tutta la pellicola ruota difatti intorno all'invito, alla convocazione, che Eden, il suo nuovo compagno e due suoi nuovi amici, fanno ai compagni di vita di un tempo, con il fine di iniziare un nuovo corso, chiudere con il passato e lasciarsi alle spalle il dolore. Dovrebbe essere una serata normale quindi, ma col passare del tempo, l'uomo si rende conto che la donna (sontuosa e radiosa, di bianco vestita, che tanto avrei voluto si togliesse..) si comporta in maniera strana, tanto da avere sospetti sul suo comportamento e su quello dei suoi nuovi amici. Will in preda ai tormenti (guardingo, indagatore e a tratti paranoico nell'alimentare la sua sensazione che qualcosa di strano stia per accadere in quella casa) si convince che Eden e i suoi nuovi amici hanno in mente un misterioso e terrificante piano. E infatti le sue riflessioni e i suoi timori, in quel luogo intriso di ricordi ambivalenti, che rendono il tutto una sorta di labirinto psicologico, dove tutto ciò che sembra chiaro nella sua mente viene messo in dubbio e ridisegnato continuamente, avranno un suo perché quando la violenza esploderà. Il film entra perciò subito nella storia senza tanti giri di parole, ma attende troppo ed è questo che mi ha deluso più di tutto. Certo l'intreccio che parte dall'elaborazione di un lutto si dirama in maniera molto originale, profonda e altresì inquietante e quasi asfissiante, ma nei primi 70 minuti a parte qualche 'cenno' non succede praticamente niente. Tutto il film poi è girato all'interno della lussuosa villa (il che a volte stanca) e, tra dialoghi interessanti, bottiglie di vino pregiato, battibecchi, risate...inizia, si svolge, e si conclude la vicenda, in modo certamente incredibile ma prevedibile sotto certi aspetti. Il film comunque funziona è ed riuscitissimo grazie ai due principali protagonisti (e a tutti gli altri), entrambi perfetti per la parte che dovevano interpretare, e alle profonde implicazioni psicologiche, di questo film che non è un horror ma un dramma, un thriller affilato come una lama, da maneggiare con cura, dove tutto si muove lentamente e silenziosamente ma ovviamente non a caso, che non ti lasciano indifferente. Quando il proprio figlio non può più essere salvato cosa si può fare per salvarsi? Ognuno potrebbe dare una propria risposta e The Invitation ce ne regala una drastica che non lascia appunto per nulla indifferenti.
Tornando alla pellicola, va detto che il film per buona parte è un dramma/psicologico, e infatti come ha fatto con me può risultare lento e noioso verso la metà (con continui e a volte fastidiosi flashback), però l'atmosfera di mistero, di stranezza (incalzante e avvincente) che si fa sempre più fitta minuto dopo minuto la si avverte e si fa via via sempre più pericolosa e, Logan Marshall-Green è perfetto ad interpretarla, e bisogna dargliene atto, a lui ed alla pellicola. Sembra talvolta proprio lo specchio dello spettatore e questo è straordinario. "Qualcosa di molto pericoloso sta accadendo qui e nessuno dice nulla!!", "Questa situazione non è normale...", queste le parole di Will quando l'aria si fa sempre più cupa e "strana". Anche lo spettatore lo avverte, però non lo riesce a definire con chiarezza e questo non fa altro che aumentare la curiosità e il mistero. Curiosità che ti prende sempre di più, minuto dopo minuto, fino ad arrivare al finale di vero thriller, frizzante, e che farà stare lo spettatore incollato allo schermo. In particolare (e solamente però), negli ultimi venti minuti. Ma di questo si tratta "The Invitation", un film che unisce il thriller al dramma, condendo il tutto con alcune scene claustrofobiche, angoscianti che non fanno altro che aumentare l'attenzione e la curiosità dello spettatore. Come se non bastasse, a chiudere il tutto, un finale forte ed enigmatico che lascia l'amaro in bocca. Sicuramente è una pellicola che consiglio a chi piacciono i thriller psicologici, i drammi, con la trama che si sviluppa pian piano in un crescendo di emozioni...mentre, al contrario, lo sconsiglio fortemente a chi è sensibile, facilmente impressionabile e a chi non piacciono i film drammatici e angoscianti, o i finti horror. Insomma, se dovete far vedere un film ad una persona che non vi conosce e che volete conquistare, non mostrategli questa pellicola, potrebbe uscirne spaventata e con un'idea sbagliata sul vostro conto. Per il resto, thriller interessante ed originale. Voto: 7

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