sabato 22 dicembre 2018

The Divergent Series: Insurgent (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/04/2016 Qui - The Divergent Series: Insurgent è un film del 2015 ambientato in un futuro distopico post apocalittico, sequel di Divergent del 2014, ed è la trasposizione cinematografica del romanzo Insurgent del 2012, scritto da Veronica Roth, secondo della serie costituita da tre libri. L'ultimo capitolo diviso in due parti cinematografiche, la prima da questo mese al cinema (Allegiant), la seconda parte nel 2017. Questo secondo film però soffre un po' della "sindrome da capitolo intermedio", infatti c'è molta poca azione di quella che mi aspettavo e quella che c'è è finta, sognata, onirica, ma soprattutto c'è più introspezione e sentimentalismi, il regista, non Neil Burger, regista del primo capitolo, al suo posto è arrivato Robert Schwentke (Un amore all'improvviso, RED, R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà), si aggrappa agli occhi enormi e carismatici della bellissima Shailene Woodley, ai suoi dolori di crescita e all'abusato conflitto interiore del «chi tocco muore». Solo il mistero della scatola magica tiene teso almeno il filo della tensione riuscendo ad essere efficace anche se l'elemento più importante, quello che alla fine è risultato il più 'gossippato', il più d'effetto, è l'appassionante bacio tra Shailene Woodley e Theo James (Tris e Quattro: già dai nomi si capisce che erano fatti l’uno per l’altro), vincitore ai Teen choice award 2015 come miglior bacio in un film. Se questa è stata la cosa più interessante potete quindi immaginare come il film si muoverà, tra lacrime, amore, sentimenti, contrasti, abbandoni, umori, liti, tradimenti, rivelazioni e azione (veramente poca secondo il mio parere anche se spettacolare ed anche se superiore al primo) ma nonostante ciò sempre ai Teen choice award 2015, Shailene Woodley ha vinto il premio come miglior attrice in un film d'azione. Per il sequel di "Divergent", ritroviamo la stessa ambientazione post-apocalittica, le rovine di una Chicago distopica, ma la posta in gioco rispetto al precedente è altissima, nel cast infine nessun cambio, solo una new entry, Octavia Spencer nel ruolo di Johanna, leader dei pacifisti.
Insurgent riprende tre giorni dopo la fine del primo capitolo, quando Tris e Quattro avevano ostacolato il piano di Jeanine. Classificati come Divergenti, ovvero persone che non rientrano in nessuna delle cinque fazioni sociali, e per questo considerati pericolosi, Tris, con il cuore colmo di sensi di colpa per la morte della sua famiglia e degli amici, e Quattro sono in fuga braccati da Jeanine, leader degli Eruditi assetata di potere e anche a capo delle truppe dei traditori Intrepidi. Pochi giorni dopo la grande ribellione infatti alcuni Intrepidi tra cui Tris, Quattro e Peter (più Caleb), si rifugiano presso un villaggio di Pacifici. Lì cominciano ad emergere le prime tensioni nel gruppo e diventa chiaro che non tutti la pensano alla stessa maniera. Solo poco tempo dopo, ormai braccati, fuggono in cerca di aiuto, sperano infatti di trovare alleati anche tra i Candidi, gli Abneganti, gli Intrepidi e gli Esclusi, ridotti ormai a una massa di ribelli impoveriti. Trovano rifugio presso gli Esiliati, guidati dalla madre di Quattro (creduta morta) che da tempo cerca di formare un esercito per compiere una rivoluzione. Non credendo alla bontà degli ideali degli Esiliati però, i due decidono di rifugiarsi dai Candidi, dove dimostrata la loro onestà grazie al siero della verità iniziano a pianificare un attacco. Intanto Jeanine cerca il divergente perfetto per poter aprire un misterioso artefatto proveniente dagli Antichi e contenente un videomessaggio che potrebbe essere un'ottima arma di propaganda, ma che si rivelerà un'arma a doppio taglio, molto affilata. Ossessionata, condizionata dalle scelte fatte, compiute ma disperata nel voler proteggere coloro che ama, Tris con Four al suo fianco affronterà una sfida impossibile dopo l'altra per scoprire la verità sul passato, trovare un modo per fermare Jeanine (perché sanno che è più che mai urgente), scoprire il motivo per cui i suoi genitori hanno sacrificato la loro vita per proteggerla, e, in un'ultima analisi, le conseguenze che avrà il tutto sul futuro del loro mondo, perché il prezzo della verità sarà caro, si tratterà poi di affrontare le paure più profonde, ma che alla fine non riusciranno a prevalere nell'entusiasmante finale.
Il secondo film ripete molto di quanto già visto in Divergent, ovvero lo scontro tra una società che divide in gruppi gli individui in base alle propensioni individuali, contrapposta all'unicità di una piccola percentuale di persone che non sono predisposte a nulla in particolare e a tutto insieme. La nuova aggiunta è l'arrivo di una fazione ribelle dotata di un suo capo e una sua agenda che non stupisce scoprire (fin da subito) non appartenere ai "buoni" ma essere un'altra faccia della stessa medaglia del governo tirannico, opposti a loro eppure ugualmente intenzionati ad imporre un ordine dall'alto con la violenza. Al contrario Insurgent non ha bisogno di adoperarsi in molte spiegazioni avendo già rilevato monto (anche troppo) della sua cosmogonia e soprattutto il funzionamento che regola il mondo distopico in cui è immaginata. Dopo un inizio coinvolgente, il film si concentra sul lato più intimo dei due personaggi, esplorato relativamente al complicato rapporto con la figura paterna, in entrambi i casi fonte di un dolore che produce tormento. Non mancano le scene di combattimento e i colpi di scena ma soprattutto, nella seconda parte, in film si costruisce una drammaturgia più umana e personale, legata appunto al tessuto emotivo dei due eroi. Ed è proprio questa la caratteristica che la saga discosta da quella più 'vicina' Hunger Games che invece approfondisce estesamente e sottilmente il complesso rapporto tra potere e comunicazione. Divergent e soprattutto Insurgent sono ispirati ad un pensiero profondamente illuminista e liberale, mettendo al centro l'individuo che si realizza nella completezza, liberandosi dai vincoli imposti da ruoli sociali limitanti e soffocanti, funzionali a un potere ottuso e autoritario, e affronta il tema dei sensi di colpa reconditi che condizionano la vita di molti. Shailene (molto intensa e convincente) si rivela un' interprete straordinaria di questi contenuti profondi. Ma per il momento a vincere più dei significati profondi e' l'avventura e lo spettacolo. Ci sono aspetti che ho molto gradito altri meno, questo però non toglie nulla alla bellezza della saga in generale. Parto da un aspetto del film che a parer mio hanno meno funzionato: la resa dei personaggi secondari, alcuni non vengono menzionati, altri invece appaiono ma risultano superflui ai fini della trama e compaiono molto poco (Marcus, il padre di Quattro, fa solo un'apparizione lampo). Gli aspetti positivi invece, gli attori, specialmente Shailene Woodley e Theo James, riescono a creare empatia, senza trascurare il carisma e l'autorevolezza che le performance di Kate Winslet e Naomi Watts danno al film. Gli effetti speciali sono molto più abbondanti rispetto al precedente e aiutano a creare scene di forte impatto visivo ed emozionanti, le simulazioni di Jeanine sono le scene più belle del film, le uniche d'azione in fin dei conti, comunque ben riuscite e numerose, che rende il film godibile e divertente. Ben diretto, buona sceneggiatura fotografia e colonna sonora. In conclusione, capitolo di mezzo leggermente deludente ma valido, consigliato perlopiù ad un pubblico attento, che sa vedere oltre il "futuro distopico" o la saga giovanile. Voto: 6,5

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