sabato 29 dicembre 2018

La scelta (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 25/05/2016 Qui - La scelta è un drammatico, intenso e potente, film italiano del 2015 diretto da Michele Placido. Il soggetto della pellicola, liberamente ispirato al testo teatrale L'innesto di Luigi Pirandello, datato 1919, faceva ben sperare. Alla fine infatti a parte la trama, la recitazione (l'aspetto più importante) è venuto meno. La trama difatti, anche se impegnativa, è senza dubbio interessante ma non classica come sembrerebbe. Quella di Laura e Giorgio infatti potrebbe essere una storia di normale felicità quotidiana, se solo una violenza improvvisa non ne sconvolgesse l'equilibrio, portando alla luce le loro diversità caratteriali. Quando, poi, Laura scopre di essere incinta, il dubbio sulla paternità del bambino mette alla prova il loro amore, costringendo i due coniugi ad affrontare ogni paura e a fare una scelta. Giorgio infatti si sente offeso e privato di un suo diritto morale, mentre Laura ha in grembo una creatura che tanto desiderava. Una tempesta emotiva così forte e dolorosa però riuscirà ad unire la coppia e non a dividerla. La scelta è una pellicola complessa, non facile da spiegare e capire. Il film parla di maternità e di paternità, e sulla capacità (o meno) dell'uomo di accettare un figlio che potrebbe non essere suo. Entrano così in gioco dinamiche che hanno a che fare con un senso primordiale dell'appartenenza biologica di un neonato al padre (giacché la madre è sempre certa, e di solito priva di dubbi sul suo ruolo) che sembrano appartenere ad un passato remoto. Il dramma è grande per l'uomo e per la donna. I primi 20 minuti di questo film, intenso, toccante e profondamente introspettivo, che tocca con delicatezza un tema forte e doloroso, mostrandoci i punti di vista e il diverso "sentire" dei 2 protagonisti Laura (una straordinaria Ambra Angiolini che non si calava in un ruolo del genere da anni) e Giorgio (un bravo Raoul Bova, che dimostra di non essere solo belloccio, è un attore, non credibilissimo ma nemmeno peggiore di tanti altri, si impegna e si vede) davanti ad una scelta difficile e coraggiosa, non sono niente di male, vengono presentati i personaggi e cose varie, poi però arriva (spoiler) lo stupro alla Angiolini che stravolge la situazione rendendola tragicomica.
Una scena, mio modestissimo parere, girata malissimo e senza senso, che contribuisce alla trasformazione della stessa protagonista in una folle psicopatica (attenzione, è vero che è plausibile, perché per una donna è un forte trauma, ma quello che non convince sono i modi) che in segmenti di secondi cambia umore in modo radicale più volte sotto gli occhi di un povero Bova che sembra essere l'unico sano di mente in grado di recitare e interpretare un ruolo credibile in un allegra sagra di personaggi secondari dalle frasi facili accompagnati musicalmente e visivamente (perché vengono inquadrati ventimila volte) da un coro di bambini sotto la direzione della maestra Angiolini, condito da un montaggio ripetitivo caratterizzato da collegamenti audio con le scene successive con anticipi netti sui tempi (almeno 10 secondi prima della scena che sarebbe seguita), così da ritrovarsi troppe volte ad ascoltare una conversazione di una scena con le immagini di un'altra in cui c'erano solo giochi di sguardi e movimenti a caso. Un po' fastidioso, come certe mimiche facciali forzate di Bova (non malissimo però ai fini della pellicola), che in un'ora insegue e si irrigidisce, chiedendo spiegazioni ad una Angiolini (comunque potente, profonda ed efficace a tratti) tutta sguardi, isterismi e corse, senza mai uno scarto psicologico evolutivo nel personaggio. con svolte ingiustificate, di falle nella continuità di montaggio, di visioni dell’uomo e della donna a dir poco medievali (lui non capisce, lei non è capita). In ogni caso, dipende dai punti di vista, film decisamente forte, difficile, impegnativo, rischioso ma da vedere. L'accuratezza, l'intelligenza e la sensibilità con cui è stato creato questo film merita comunque un plauso incondizionato. Un film italiano di spessore e qualità magistralmente diretto da Michele Placido, la sua regia, come anche il suo personaggio, sono impeccabili, grandissimo attore di una naturalezza sconvolgente. Un film che commuove e ci fa partecipi della drammatica situazione che purtroppo non ha niente di impossibile nella cronaca a cui ormai siamo fin troppo abituati. Voto: 6

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