Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/05/2016 Qui - Adaline: L'eterna giovinezza (The Age of Adaline) è un fantascientifico ed inusuale film d'amore del 2015 diretto da Lee Toland Krieger (giovane regista californiano ai suoi esordi) con protagonisti principali Blake Lively ed Harrison Ford. Il film tratta di un argomento raro nella storia del cinema, ma altamente esplorato in altre pellicole, perché questa storia, che ricorda Il curioso caso di Benjamin Button, ma anche Highlander (e certi film sui vampiri), riflette sul senso della vita attraverso il concetto di mortalità e mostra il passare del tempo (e l'invecchiamento del corpo) come un limite necessario alla ripetitività infinita dell'esistenza. Il regista mescolando un po' di scienza con un po' di amore e fantascienza, realizza infatti un buon film d'amore che ha la capacità di tenere viva l'attenzione dello spettatore. Difatti la trama è abbastanza interessante e diversa da tante, ma non così complicata come vorrebbe essere. La pellicola racconta la storia di Adaline Bowman, una bellissima ragazza, che agli inizi del novecento si sposa con l’amore della sua vita, i due hanno una figlia ma lui muore qualche anno dopo in seguito a un incidente su lavoro durante la costruzione del ponte a San Francisco. Adaline e la figlia devono andare avanti. Una notte però, durante una tempesta, Adaline mentre sta rincasando in auto, viene colpita da un fulmine e finisce fuori strada. Miracolosamente è salva, ma con il passare del tempo si accorge che c’è qualcosa di strano: non sta invecchiando. Comincia così un'avventura unica, che mai essere umano ha vissuto. Questo destino incredibile le consente di vivere, per molti decenni, la storia delle trasformazioni del mondo, che fanno da sfondo alle sue vicende personali e sentimentali: dalle due Guerre Mondiali alle lotte degli anni '60 per la libertà, fino ai nostri eventi più recenti. Nascondendo abilmente il proprio segreto a tutti, anche a chi vorrebbe rinchiuderla e usarla come cavia da laboratorio, tranne alla propria figlia, Adaline, cambiando ogni tot di anni luogo e documenti, riesce a vivere con delicatezza e riserbo la sua vita, finché un giorno la donna incontra l'affascinante e carismatico filantropo Ellis Jones (che su richiesta della figlia, decide di frequentarlo) che, dopo anni di vita solitaria, riaccende il lei la passione per la vita e per l'amore. La determinazione di Adaline comincia così a vacillare, ma dopo un weekend con i genitori di lui, che rischia di portare alla luce l'incredibile verità, Adaline prende una decisione che cambierà per sempre la sua vita.
Senza dubbio questo film che assomiglia più a una fiaba che ad altro, è un buon prodotto di intrattenimento che sostiene la curiosità e l'attenzione del pubblico. Certamente poi il tema di fondo è veramente stuzzicante, l'immortalità infatti che potrebbe sembrare una cosa buona, difatti non è facile da assimilare, questa sorta di maledizione dell'eterna giovinezza poi, che tanto spesso vogliamo inseguire, in questo caso si risolve in una condanna alla solitudine e agli incontri fugaci tra mamma e figlia. Effettivamente e paradossalmente è questo che funziona di più nel film, e il tutto viene stupendamente valorizzato da una regia di classe e da un buon livello interpretativo dei protagonisti. Indubbiamente però manca una certa capacità visionaria e profondità emotiva al regista (anche se la svolta narrativa che compare a due terzi del racconto aumenta il pathos melodrammatico che permea l'intera vicenda), in quanto il film, a tratti, nonostante lo spunto interessante della vicenda, scade troppo nella banalità e nella superficialità, con qualche piccoli buchi e punti ciechi nella sceneggiatura. Già la risibile scena della spiegazione "scientifica", da parte della voce narrante, e il processo con cui Adaline resta eternamente giovane è molto veloce, immediato, non crea la giusta atmosfera, sembra troppo inverosimile. Il più interessante rapporto con la figlia, destinata fin dai tempi del college a sembrare più adulta della madre, è un altro buono spunto che non viene approfondito più di tanto (della sua vita non sappiamo nulla, nemmeno se abbia avuto una famiglia o meno), mentre il marito viene fatto morire giovane in modo da sgombrare il campo per Ellis. Anche lo scorrere della vita di Adeline attraverso i vari decenni, con le profonde trasformazioni attraversate dalla società, viene trascurato, nella foga di arrivare al presente e all'incontro con il fascinoso milionario; si ritorna con un flashback agli anni 60 solo per mostrarci un altro melenso quadretto col padre di lui. Senza dimenticare che praticamente non sapremo mai chi, quale agenzia la cercava, e perché. Tutto per arrivare infine ad un epilogo (comunque bello) che è quanto di più scontato si potesse immaginare. Vero è che forse ci troviamo davanti ad una eccessiva patinatura e ai personaggi non troviamo mai un capello fuori posto però tutto sommato la pellicola risulta gradevole. Merito anche di un buon cast e di una buona ambientazione.
Esteticamente Adaline è quindi ben confezionato, ma dentro la storia serpeggia un pieno di stucchevolezze più che dolciastre, drappeggiate di certe melensaggini e smancerie tanto che in alcune scene sembra quasi di assistere ad una soap opera. Ma nonostante ciò grazie anche alla presenza della meravigliosa Blake Lively, il film vale, la pellicola riesce a non perdersi. Proprio la protagonista, convincente ed elegantissima (veramente stupenda), perfettamente a suo agio in questo ruolo, delicata, bellissima e raggiante, con la sua presenza algida e impassibile, sostiene inquadratura dopo inquadratura il ruolo di donna costretta a rendersi impermeabile agli affetti e agli attaccamenti anche logistici, e desiderosa di acquisire quel primo capello bianco che, nella realtà cronologicamente corretta, è lo spauracchio di molte (e molti). La brava attrice che qui interpreta la protagonista Adaline infatti, riesce a conferire al proprio personaggio la giusta intensità sin dalle prime battute di questo film, riuscendo così a trasmettere nello spettatore la dovuta attenzione. Assolutamente fantastica e perfettamente calzante. Molto bene anche Harrison Ford, assolutamente convincente nella sua parte, pacato ma anche emozionante. Insomma, un bel film, ecco certamente non aspettatevi di sobbalzare dalla sedia ma da un prodotto del genere era sicuramente più facile uscirne delusi che contenti e invece alla fine la mente si rilassa e il cuore può esultare. Film davvero gradevole, perché alla fine ciò che più commuove e che resta di questo film è che una presunta, eterna giovinezza spesso equivale ad infinita solitudine e che solo il vero grande amore permette di assaporare la vera essenza e bellezza di questa vita. Bella infine la colonna sonora, composta da Lana Del Rey, interessante autrice indipendente che si muove tra l'indie pop, il sadcore e il soul. In conclusione comunque quello che sembrava un film di fantascienza vuoto, scarno e incompleto si è trasformato senza forzature e con garbo in un film d'amore bello, un puro, aggraziato e profondo film romantico, uno dei migliori del genere. Una favola d'amore per cuori romantici che soprattutto fa bene al cuore e all'anima. Un film da ricordare. Voto: 7-
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