Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/05/2016 Qui - Extinction: Sopravvissuti (Extinction) è un apocalittico e fantascientifico film horror del 2015 di produzione ispanico ungherese (in Italia uscito direttamente per il mercato home video nel settembre 2015) che si basa su un romanzo (Y pese a todo di Juan de Dios Garduño) e ha come interpreti principali il Matthew Fox di "Lost" e Jeffrey Donovan della serie tv "Fargo". Il film è ambientato nove anni dopo un qualche tipo imprecisata di catastrofe (un'epidemia), che ha, trasformato in feroci cannibali-zombi buona parte della restante popolazione mondiale. Si salvano due tizi e una bambina, che è un po' il fulcro, ricorrente, di tutto il racconto, in quanto simboleggia la speranza per il futuro della razza umana. A seguito di ciò, Patrick, Jack e la piccola Lu, sopravvissuti ovviamente al contagio, vivono in pace nell'innevata città di Harmony. Questi due tizi, che paiono soli al mondo, sono pure vicini di casa, ma non si parlano, causa precedenti diverbi che il film rivela lentamente, tramite precisi flashback. Ma improvvisamente le creature ricompaiono, perfettamente adattate al nuovo clima e più fameliche di prima, e quindi i due saranno costretti a rinsaldare la vecchia amicizia (a mettere da parte i forti dissapori sviluppati nel corso degli anni) per poter unire le forze per vendere cara la pelle, lottare, sopravvivere, e proteggere l'unica persona che per loro significa tutto. Questo che in parte sembrerebbe il classico film del genere, in effetti non lo è, anche se per buona parte il film sfrutta i soliti cliché, ma al contrario di molti (soprattutto nella parte centrale) annoia leggermente e non entusiasma. La scena d'apertura è comunque forse la più bella e interessante, una scena forte fatta di paura, adrenalina e sconforto che rende giustizia al genere. Purtroppo spararsi una così buona cartuccia all'inizio può essere controproducente. Così è infatti per Extinction, dove (passati nove anni) al calare del ritmo il clima di attesa ed incertezza non è sostenuto da attori all'altezza del compito, né ci sono particolari sorprese.
Ottima comunque la scelta della location fredda e innevata, di grande atmosfera e vero punto di forza di questa pellicola, un territorio che ricorda The Day After Tomorrow arricchendo così di fascino una pellicola pesantemente zuccherosa nella prima parte. Ci sono poi le solite cose, il procurarsi il cibo, la sopravvivenza, la malinconia e la musica tutta archi (colonna sonora che fa la sua parte, aggiungendo tensione nei momenti più drammatici), in sottofondo, a sottolineare, ancora di più, l'ambiente (quasi) fiabesco del tutto. Per fortuna, con l'apparire dei mutanti, le cose cambiano e acquistano un certo spessore. Bisogna dire che le creature (che assomigliano a quelli di Io sono leggenda per alcune caratteristiche) sono realizzate molto bene, sfruttando anche la CGI in modo appropriato e fanno davvero paura. Il film guadagna ritmo, tensione, lo zucchero si sporca un po' di sangue, insomma e comunque il classico copione, ma con qualche piccola variante. Un film in ogni caso strano, certamente così uguale a tanti altri "zombi movies" da sembrare diverso, fuori equilibrio, con un sottotesto famigliare melodrammatico, ma con questi mutanti a rovinarne i piani. Per quanto riguarda gli attori, Matthew Fox così così, Jeffrey Donovan freddo, ma il suo personaggio svalvola e irrita non poco, come anche la bambina (Quinn McColgan) che però se la cava egregiamente. Il regista (abbastanza sconosciuto) poi oltre a non sfruttare il cast si perde un po', anche se la sua regia risulta discretamente positiva, ma non eccezionale. In fin dei conti non così male, non me la sento di bocciarlo, perché ha una sua dignità, fra la tanta, troppa spazzatura di genere. E' come una stagione media di The Walking Dead (anche se più che zombi mostri-cannibali), frullata in quasi due ore. Chi si accontenta, un poco gode. Tutto sommato quindi un quasi discreto film, certamente per chi assume il genere epidemico-apocalittico a piccole dosi distanziate nel tempo risulterà gradevole, ma per chi conosce (come me) invece questo mondo come le proprie tasche e cerca nuove idee, stanco del già visto, potrebbe rimanerne un po' deluso. Voto: 6-
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