mercoledì 12 dicembre 2018

Shaun, vita da pecora: il film (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/03/2016 Qui - Shaun, vita da pecora: il film è un divertente e simpatico lungometraggio d'animazione britannico. Il film (del 2015) è ispirato all'omonima e popolare serie televisiva animata di successo planetario, nata come spin off dei due cortometraggi di Wallace e GromitShaun: Vita da pecora, classico prodotto dallo studio di animazione Aardman,  realizzato in claymation, cioè con creature di plastilina filmate in stop motion. Ma ciò che caratterizza le produzioni Aardman, oltre la tecnica, è lo humour britannico che si esprime senza parole, attraverso azione, espressioni, situazioni comiche. L'elemento più interessante è proprio questo, eliminare le parole a discapito di una vera comicità. La vita della fattoria sta iniziando a diventare noiosa. Giorno dopo giorno, il Fattore dice a Shaun quel che deve fare, così, Shaun architetta, elabora un piano, un'idea geniale, per prendersi un giorno libero. Fanno addormentare il fattore (un gioco, per delle pecore), dopodiché, muovendosi silenziosamente, lo portano in una vecchia roulotte parcheggiata in un angolo del campo ricreando tutte le condizioni tipiche della notte. Ma quando Bitzer le scopre, ormai la frittata è fatta. Nel tentativo maldestro di riportare il Fattore fuori dalla roulotte però la stessa roulotte si avvia da sola sulla strada che porta alla città. Shaun e il gregge rimangono alla fattoria, ma il caos prende il sopravvento: Bitzer e il Fattore non si vedono più. A quel punto, decidono di lanciarsi alla ricerca dei due per porre rimedio al problema che hanno creato. Arrivati in città, poiché il fattore è prima ricoverato in ospedale (in seguito a una contusione l'uomo subisce un trauma che gli fa perdere completamente la memoria), poi diventa parrucchiere di grido (grazie alla sua abilità di tosatore), le pecore faticano a trovarlo. Riusciranno a riportare il loro amico alla fattoria e a riprendere la loro routine? Shaun, interviene immediatamente dando il là ad un susseguirsi di accadimenti divertenti, imprevedibili e pericolosi, che alla fine si concluderanno con un bel lieto fine: il ritorno alla routine agreste e rassicurante della fattoria di campagna.
Quello che viene spontaneo pensare subito dopo aver visto questo film è: bellissimo! Poi ci rifletti un po' su e cominci a pensare che il film dei bravissimi Mark Burton e Richard Starzack è veramente un gran bel lavoro, costruito con grande intelligenza narrativa, che stimola efficacemente la riflessione e il senso della vita dei giorni nostri. Shaun, vita da pecora è l'ennesima conferma di un talento eccelso: ci si stupisce per l'inventiva inesauribile e la capacità di realizzare scene di slapstick degne di Chaplin, memorabili quella al ristorante, in cui le pecore, travestite da esseri umani, cercano di farsi servire il pranzo (e addentano i menù), o quella del coro improvvisato "a cappella". Ogni personaggio è fortemente caratterizzato, a cominciare dal geniale e carismatico Shaun, per proseguire con tutti i personaggi della serie (il fattore, il cane Bitzer, le pecore gemelle, Hazel e Nuts, la grassa Shirley, Timmy e la sua mamma con i bigodini). Ma ci sono anche personaggi nuovi ed efficaci come l'accalappiatore Trumper e la randagia Slip. Il ritmo comico, spesso quello della farsa, è impresso dalla regia e dal montaggio, ma comincia evidentemente in una sceneggiatura che non si limita ad allungare un episodio della serie, o ad allinearne una decina, ma costruisce una storia con pathos e humour. Il risultato è un film d'animazione godibilissimo a tutte le età in cui si ride fino alle lacrime e ci si commuove.
E ci vengono in mente due domande: meglio la routine di campagna vissuta serenamente in una fattoria con tanti fedeli animali domestici, ottimi cibi genuini, aria pulita e natura agreste che dà serenità, benessere fisico e interiore, e sicurezza? Oppure è da preferire la vita caotica e incerta della grande città dove regnano la frenesia, lo stress, l’incertezza, la paura, la gloria e la fortuna, il successo e il danaro, le regole ferree e rigide, l’intolleranza per la diversità, la solitudine spesso deprimente seppur vivendo insieme a migliaia di altri esseri viventi? Il tema trattato dai due geniali registi e sceneggiatori di quest’ottimo film di animazione (che azzarda con successo l’uso di dialoghi non parlati!) sembra essere proprio questo: il tema centrale che assilla i cittadini delle grandi e piccole città sopraffatti quotidianamente da ritmi intollerabili ed insostenibili tanto da portarli spesso a pensare di abbandonare tutto e andare a vivere su un’isola deserta, ovvero sul pizzo di una montagna in una fattoria ricca di animali da allevare e con i quali vivere serenamente! Decisamente all'altezza delle aspettative anche se troppo alte, dato che era in corsa all'Oscar di quest'anno, appena vinto da Inside out. E' innegabile che il lavoro è stato ineccepibile ma probabilmente non aveva la forza per combattere l'originalità della Pixar, soprattutto nella sceneggiatura. La narrazione in ogni caso è scorrevole, piacevole e divertente. Mi aspettavo qualcosa di godibilissimo, non solo per bambini, e così è stato. Un'ora e venti di sana allegria e spensieratezza a seguire le vicende di questa pecora di plastilina e il suo contorno, perfetto in ogni senso senza finzioni o allegorie, vita agreste e ora vita cittadina vista dalla parte degli animali, cos'altro dire? chissà come faranno i creatori di questa meraviglia a mettere tutto in moto in maniera così mirabile....resterà un mistero! In conclusione, se vi è piaciuto questo film, consiglio di recuperare, per chi non l'ha visto, il film d'animazione Minuscule, che usa come questo il diniego alla parole con diverso stile animato ma una caratterizzazione agli animali, dal loro punto di vista, diversa ma simile. Certo però che Shaun è inimitabile. Voto: 7