martedì 15 gennaio 2019

Blood Ties: La legge del sangue (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/04/2016 Qui - Blood Ties: La legge del sangue (Blood Ties) è un quasi inedito e drammatico thriller del 2013, infatti il film in Italia è arrivato nel mercato direct to video solo nel 2015, trasmesso da Sky. Un aneddoto particolare sul regista Guillaume Canet, che ha scritto, diretto e prodotto il film (presentato fuori concorso alla 66ª edizione del Festival di Cannes), la pellicola è il remake di un film del 2008 Les liens du sang, dove Guillaume Canet era protagonista. Il protagonista principale di questo film è invece Clive Owen, di tutto rispetto l'incredibile, stupendo cast femminile, nonostante il livello della produzione, tre bellissime e meravigliose donne, Zoe Saldana, Mila Kunis e Marion Cotillard. Il film, ambientato a Brooklyn negli anni '70, è la storia di due fratelli, uno criminale, l'altro poliziotto. Chris e Frank sono due fratelli che hanno preso strade diverse nella vita. Chris (Clive Owen, bravissimo e calato nella parte quasi perfettamente) è un criminale, un avanzo di galera (letteralmente), che è appena uscito di prigione dopo aver scontato una lunga pena per un omicidio, mentre Frank (Billy Crudrup) il fratello minore è un un onesto poliziotto dalla faccia pulita e dalla morale di ferro, ma che non è mai andato a trovarlo mentre era detenuto. Cresciuti sempre in contrasto ed in lotta per guadagnarsi l'amore e la fiducia del loro padre, che li ha allevati da solo, e che sembra preferire Chris, finiranno con lo scontrarsi, nonostante la volontà di non ferire il padre anziano e malato (James Caan). La speranza di Frank, che ha tentato, invano, di aiutare Chris per vederlo cambiato e pulito, credendo nella possibilità che il fratello possa restare lontano dal mondo del crimine, è però destinata a scontrarsi con la dura realtà. Probabilmente e ingiustamente snobbato dal pubblico, merita un recupero questo noir americano di Guillame Canet, non tanto per la storia: si tratta di un melodramma familiare a tinte fosche, remake (forse effettivamente non necessario) di una pellicola recente, cointerpretata dallo stesso regista. Il film si segnala piuttosto per la pregevole ambientazione "settantiana", la buona caratterizzazione dei personaggi e la scelta del cast, con il ruolo del protagonista affidato a Billy Cudrup, un bravissimo attore.
Il problema sta nel fatto che, proprio grazie all'ambientazione newyorkese, emergono con evidenza gli stereotipi di una storia che abbiamo già visto innumerevoli volte sullo schermo. Difatti il contrasto tra fratelli è un tema classico, qui trattato altrettanto classicamente, il fratello buono che vuole aiutare l'altro apparentemente irredimibile ma che, al contempo, cova nei suoi confronti un rancore difficile da estinguere è storia nota. I rapporti tra Chris e Frank sono sempre stati tesi a causa delle preferenze del padre che, crescendo i figli da solo, ha sempre mostrato di prediligere Chris nonostante tutti i guai che era capace di combinare. Provando a dimenticare il passato, Frank decide di offrire una nuova possibilità di vita al fratello, lo ospita in casa sua, gli cerca un lavoro e lo aiuta a riavvicinarsi all'ex moglie (una sorprendente Marion Cotillard in versione prostituta) e ai figli, sebbene il nuovo amore per Natalie (la giovanissima e bellissima Mila Kunis) gli prospetti un roseo futuro, Chris però non riesce a stare lontano dal mondo del crimine ed esce nuovamente dalla vita di Frank. Costretto a lasciar la polizia, Frank nel frattempo si innamora di Vanessa (una sensuale Zoe Saldana), l'ex fidanzata di un potente boss della malavita, andando incontro a qualcosa di inaspettato, come il bellissimo inseguimento finale, una palese citazione da 'Carlito's Way'. La coppia Crudrup-Owen ricorda quella Michael-Sonny de 'Il Padrino', e non solo per la partecipazione di Caan. Una sorprendente prestazione la sua, nel ruolo di Leon, il padre di Chris e Frank. Ci sono attori che sono entrati nella storia del cinema grazie a grandi film ma che anche in opere minori sanno come offrire umanità ai loro personaggi. Caan è uno di loro. Infine molto bella la colonna sonora comprendente anche un Morandi d'epoca. Per il resto, 'Blood ties' che si regge soprattutto sulle buone prove attoriali e non sulla trama che (a dispetto dei temi trattati) non presenta quasi mai un picco di tensione, nonostante rapine, omicidi e sangue. Non brutto, ma senza infamia né lode. Voto: 6,5