Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/05/2016 Qui - Il libro della vita (Book of Life) è un bellissimo ed avventuristico gotico film d'animazione del 2014 diretto da Jorge R. Guitierrez, prodotto, tra gli altri, da Guillermo Del Toro. Il film, che si basa sulla festa del Día de Muertos della tradizione messicana, sembra ricalcare ma in salsa diversa, quel piccolo grande classico del genere che è 'Nightmare before Christmas' (senza dimenticare La Sposa Cadavere), esso infatti è una favola dark-orrorifica dove al Natale si sostituisce la Festa dei morti, una festa che in Messico non significa affatto piangerli (i defunti), ma al contrario festeggiarli con danze e banchetti, costumi carnevaleschi e candele che illuminano il cammino. La pellicola è quindi letteralmente una gioia per gli occhi, un trionfo di fantasia, di colori sgargianti, scenografie fantasmagoriche, un immaginario caleidoscopico e barocco, di maschere e colori. Altro aspetto importante e bello è che i protagonisti hanno le fattezze tridimensionali di burattini finemente intagliati nel legno e il film ha spesso l’aspetto appunto di un Nightmare Before Christmas, ma assolato, in computer grafica e dai colori accesi. Il film è abilmente narrato con un sapiente gioco ad incastri dove, condotti per mano da una guida e un custode di un museo (che poi, alla fine, si riveleranno due dei personaggi della storia stessa) un gruppo di pestiferi bambini (in punizione) mal disposti a visitare un museo, e noi con loro, vengono introdotti a conoscere la meravigliosa storia contenuta nel Libro della vita. Una storia comunque intricata, molto più di quanto non sembrerebbe. La pellicola narra le vicende di tre bambini/adulti, Maria, Manolo, e Joaquin in un Messico coloratissimo e fiabesco, tra mondo dei vivi e mondi dei morti. La Muerte, una divinità femminile fatta di zucchero filato, e il marito Xi Balba, fatto di catrame, fanno una scommessa sulla diatriba "più vecchia del mondo": due ragazzi migliori amici entrambi innamorati della stessa ragazza. La Muerte scommette su Manolo (ultimo erede di una famiglia di toreri che desidera però fare il musicista), Xi Balba su Joaquin (figlio dell'eroe della città).
Ciascun dio mette alla prova il suo campione, trasformandosi in un anziano e chiedendo in carità un po del pane che i ragazzi hanno posto sulla tomba dei loro genitori defunti (la madre di Manolo, il padre di Joaquin). Manolo acconsente perché sua madre avrebbe voluto così, mentre Joaquin accetta solo uno scambio: una pagnotta in cambio di una spilla magica, la Medaglia della Vita Eterna. Joaquin diventa così un guerriero imbattibile e immortale, mentre Manolo riceve il dono di avere per sempre un cuore sincero e coraggioso. In tutto questo, Maria viene mandata in Europa dal padre a studiare in un convento, in quanto la ritiene "troppo indipendente e orgogliosa". Manolo cresce e diventa un abilissimo torero come tradizione di famiglia, ma detesta il suo mestiere con tutte le forze (sarebbe costretto a uccidere tori) e vorrebbe invece cantare, e Joaquin diventa l'eroe della città. Al ritorno di Maria, Xi Balba gioca sporco, e causa però la morte di uno dei tre amici. Inizia così un complesso viaggio nell'aldilà attraverso il Mondo dei Ricordati, festoso e carnevalesco, il Mondo dei Dimenticati, un limbo freddo e triste, e la Caverna delle Candele, in cui l'essere chiamato Candelaio (il fabbricante di candele che sembra uscito direttamente dal film DreamWorks, Le 5 Leggende) custodisce l'equilibrio tra i mondi grazie al Libro della Vita. Il film è quindi il viaggio che intraprenderà Manolo, diviso tra il soddisfare le aspettative della sua famiglia e il seguire le volontà del suo cuore, mondi magici nei quali dovrà affrontare le proprie paure.
Il libro della vita, racconta infatti la leggenda di un eroe in conflitto, un sognatore che si mette in viaggio per un'epica ricerca attraverso un mondo magico, mitico e sorprendente allo scopo di riunirsi al suo unico e solo amore, la bellissima Maria, e di difendere al tempo stesso il suo villaggio. Le tematiche perciò sono profonde e prendono spunti addirittura dal "Libro dei Morti" dell'Antico Egitto (Iside e Osiride), dalla Divina Commedia di Dante, e in modo ancora più specifico dal mito di "Orfeo ed Euridice" dell'Antica Grecia, ma anche un'intensa esperienza romantica sulla falsariga di quella di Romeo e Giulietta. L'amore su tutto, ma anche l'amicizia, l'altruismo, la famiglia sono valori espressi in maniera convincente ed avvincente, in questo caleidoscopico cartoon. Ogni personaggio ha un retroscena e un perché, il ruolo della donna è adeguato ai tempi moderni. L'umorismo per una volta è dedicato a tutte le età, dal più demenziale al più arguto, in modo da rendere la pellicola appetibile e fruibile per un pubblico il più eterogeneo possibile, non abbellendola, ma contaminandola con gustosi tocchi di humour nero e una vera e propria ironia 'sotterranea', vista l'ambientazione, che fa da sberleffo a certe canzoncine un po' sdolcinate, nonché a personaggi e situazioni. Agli adulti appunto, offre l’ironia con cui rielabora un immaginario ultra stereotipato (le cover latineggianti di hit famose, il machismo ridicolizzato, Placido Domingo che intona Cielito lindo), ai piccoli (tra le altre cose) un modo lieve e divertente di affrontare il tema della morte. Il comparto artistico poi è di una bellezza terrificante. Ma oltre alle scenografie e ambientazioni che soprattutto nei due mondi dei morti sono una vera gioia per gli occhi, anche le musiche accompagnano la visione nel migliore dei modi. Si spazia a 360 gradi: da Morricone a Beethoven, da "la cucaracha" all'Ave Maria di Schubert fino al Rigoletto di Verdi, e molto altro ancora. Come sempre più spesso succede infatti, è un film per bambini dove gli adulti si divertiranno ancora di più. Provare per credere. Vale la pena vederlo anche solo per le fantastiche animazioni e i colori sgargianti. Insomma un film divertente, interessante e bello. Certamente, sicuramente e indubbiamente una gradita sorpresa. Assolutamente da non perdere. Voto: 7
Nessun commento:
Posta un commento