martedì 15 gennaio 2019

Sweetwater (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/05/2016 Qui - Sweetwater è un solido e avvincente western del 2013 del regista Logan Miller, co-sceneggiatore insieme al fratello gemello Noah. Uno sceriffo tanto folle quanto spietato nell'eseguire il suo compito di tutore della legge che danza al tramonto dando libero sfogo alla sua vena di bizzarria ("preferisco essere definito originale") è l'immagine simbolo di questo geniale film western, che riesce a rinverdire i fasti del genere. A fare da corollario a questo tutore della legge davvero fuori dall'ordinario troviamo da una parte un viscido reverendo che predica bene ma razzola male, falso come quel bianco accecante che tanto ama e con cui dipinge la "sua" chiesa e l'inquietante schiera di crocefissi che la circondano, e dall'altra un'avvenente ex prostituta ora moglie innamorata e fedele di un contadino messicano in lotta perenne nel quotidiano nella speranza di garantire serenità alla sua famiglia. Ma quando Miguel, il messicano, incrocia sulla sua strada il reverendo Josiah, il destino gli riserva una amara sorpresa. Peccato (per l'ipocrita predicatore) che la tenera mogliettina riveli la tempra di una amazzone e che lo sceriffo Cornelius Jackson dietro sua follia nasconda metodo investigativo e ostinata ricerca della verità. Siamo dalle parti del revenge movie, ma questa volta l'angelo della vendetta ha le fattezze, davvero angeliche bisogna ammetterlo, di una splendida fanciulla cui una vita difficile e un passato torbido non sono riusciti ad annientare una grazia innata. Sweetwater è, diciamolo per dissipare ogni dubbio, un western piccolo ma efficacemente confezionato, con un'eccellente fotografia e un'aderente colonna sonora, e con un mood malinconico in parte rotto dalla sprezzante ironia insita nel personaggio dello sceriffo Jackson, un irresistibile Ed Harris (in stravagante versione "capellona").

In questo film però il valore aggiunto è la complessità dei principali protagonisti, oltre allo strepitoso sceriffo, un villain odioso e spietato da far venire voglia di entrare nello schermo e provvedere di persona alla sua esecuzione, il temibile ed affascinante, inquietante e credibile cattivo della situazione Jason Isaacs (Il patriota, Harry Potter), che dimostra tutta le sue grandi qualità attoriali, e soprattutto dalla incantevole, bella e sensuale e sino a poco tempo fa troppo esclusivamente televisiva January Jones (X-Men - L'inizio, Solo per vendetta), perfetta e meravigliosa nel rendere l'antitesi tra una bontà di fondo tradita da una espressione angelica, e la risolutezza di una donna che chiede e si assicura giustizia. Autentica dea della vendetta, sotto il cui aspetto fragile e delicato si intuiscono rapidamente doti di risolutezza e implacabilità. E sullo sfondo il duro scenario del New Mexico, terra arida come le persone che la calpestano sovrastata da cieli meravigliosi e indifferenti alle miserie umane. E' un west sporco, crudele e cattivo, dove i deboli sono vittima dei soprusi di una società corrotta, interessata solo al denaro e alla "salvezza" divina, garantita per l'appunto da una sordida schiavitù morale agli ordini del profeta. Non disprezzando anche una calibrata fase drammatica, la regia si dimostra solidissima soprattutto nelle sequenze d'azione, con sparatorie tese ed efficaci e uno scontro finale, all'interno di un recinto, di grande intelligenza organizzativa. Tecnicamente di buona qualità, crudele e allo stesso tempo ironica, beffarda e violenta, Sweetwater si rivela una pellicola di grande fascino. Da vedere, anche se il western non è nelle vostre corde. Voto: 6,5

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