Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/05/2016 Qui - Adattamento di una novella di Dennis Lehane, maestro del noir, che ha co-firmato la sceneggiatura, Chi è senza colpa è un film del 2014 dove nessuno è davvero innocente, nessuno è davvero chi dice di essere. Non lo è il cugino Marv di James Gandolfini (alla sua ultima memorabile interpretazione), non lo è l'Eric di Matthias Schoenaerts, che vorrebbe far credere al mondo di non essere pazzo, nondimeno è matto da legare (e da sparare), non lo è soprattutto il Bob di Tom Hardy (attore di spessore, veramente bravo) che amerebbe essere soltanto un barman gentile, che versa da bere e discute del tempo, che procede dal bar alla casa e dalla casa al bar. Sì perché il suo locale (un tempo gestito dal cugino Marv), ora funge da specchietto per le allodole per il riciclo di denaro della mafia cecena. Una sera però Bob farà la conoscenza (per 'colpa' di un cagnolino) con una vicina di casa (la bella Noomi Rapace) e da quel momento si innescheranno una serie di eventi, tra cui l'incontro con un mitomane, un folle e un delinquente di bassa lega che farà precipitare la situazione.
Quello che sembrerebbe essere un gangster movie riciclato, difatti non lo è. Grazie alla storia innovativa per certi versi, originale per altri, riesce senza troppi problemi a tenere alta la tensione. Chi è senza colpa è però, prima di tutto, prima di essere un noir, un film sulla solitudine e la malinconia. Tutti i personaggi sono soli, e cercano un modo per andare avanti anche non sono pronti per farlo. Per questo non tutto funziona alla perfezione. Un punto debole del film sta nel ritmo molto dilatato, scandito dai dialoghi, ma non sempre adatto ad un noir come questo, cosi che, pur senza mai annoiare, a volte dà il senso di eccessiva uniformità, senza delle vere punte narrative, anche se, proprio in virtù di questa "lentezza" il finale arriva ancor più sorprendente (nonostante gli indizi disseminati in qua e là dal regista). Forse non un capolavoro, ma di certo piacevolmente asciutto ed essenzialmente elegante. Che non è poco. Da non perdere. Voto: 6
Quello che sembrerebbe essere un gangster movie riciclato, difatti non lo è. Grazie alla storia innovativa per certi versi, originale per altri, riesce senza troppi problemi a tenere alta la tensione. Chi è senza colpa è però, prima di tutto, prima di essere un noir, un film sulla solitudine e la malinconia. Tutti i personaggi sono soli, e cercano un modo per andare avanti anche non sono pronti per farlo. Per questo non tutto funziona alla perfezione. Un punto debole del film sta nel ritmo molto dilatato, scandito dai dialoghi, ma non sempre adatto ad un noir come questo, cosi che, pur senza mai annoiare, a volte dà il senso di eccessiva uniformità, senza delle vere punte narrative, anche se, proprio in virtù di questa "lentezza" il finale arriva ancor più sorprendente (nonostante gli indizi disseminati in qua e là dal regista). Forse non un capolavoro, ma di certo piacevolmente asciutto ed essenzialmente elegante. Che non è poco. Da non perdere. Voto: 6
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