Il tema conduttore di Youth – La giovinezza è senza dubbio lo scorrere del tempo, dove la tristezza, la gioia, il trionfo, sono visti nella prospettiva di chi è prossimo al congedo: al centro dei discorsi dei due amici più anziani (Fred Ballinger e Nick Boyle, interpretati con convinzione da Caine e Keitel) appaiono un vecchio amore, qualche tradimento, progetti mancati, malinconia e diversi rimpianti. I temi sono interessanti, purtroppo però il film non convince. Ottima la fotografia, la colonna sonora funziona, Michael Cane e Harvey Keitel sono una coppia di "vecchietti" convincenti, ma manca qualcosa. La pellicola sembra orfana di ritmo, i dialoghi sono spesso retorici, chiusi quasi sempre da un'aforisma o una frase ad effetto, le diverse storie (la figlia, l'attore, gli sceneggiatori, la massaggiatrice, etc) sono appena accennate mai approfondite, mai convincenti. Un film che non emoziona, non smuove, non fulmina. Purtroppo e ripeto, purtroppo, "La Giovinezza" (titolo già ingannevole, al massimo la vecchiaia) lascia nel palato il sapore dei film dimenticabili. In Youth: La giovinezza ci sono comunque molti riferimenti e temi "cinematografici" interessanti, e riflessioni del regista stesso sul cinema, il suo ruolo, e il suo senso. E interpreti e situazioni che hanno storie che vengono da lontano e che aggiungono alla storia frequenti relazioni con la realtà, con diversi livelli di lettura di molte situazioni. Idee buone sicuramente, ma che nel giro di due ore stancano, con la sola pretesa di riempire il vuoto, l’abilità tecnica e i virtuosismi di Sorrentino annaspano. Come le sequenze del finto videoclip della popstar o il sogno acquatico iniziale a Venezia, decisamente orrende. Spiace poi che alcuni passaggi, belli e strazianti (il discorso di Lena al padre durante la cura dei fanghi, il gioco al massacro tra Caine e la Fonda, la visita di Fred alla moglie toccata dal "sacro segno dei mostri") anneghino nel mare magnum della vacuità a buon mercato. Se poi la sequenza più memorabile del film, è quella che ha per protagonista Madalina Ghenea nel ruolo di Miss Universo (che dà e mostra il meglio di sé per nostra grazia e piacere) siamo alla frutta. Scena che insieme è tragica ed erotica, tragica perché i due protagonisti, anziani, non potranno più godere di un tal frutto, per loro non solo metaforicamente proibito, erotica, perché il corpo nudo di Madalina fa esplodere lo schermo, una gnocca in piena regola. Per il resto il film è tutto molto vecchio (più del suo protagonista Michael Caine, che da probo attore qual è ce la mette tutta) e che rientra in quel fenomeno che è stato definito dagli anni trenta del novecento con il nome di kitsch.
Insomma niente di così eccezionale di come avevo sperato. Commentando un post di un blogger avevo sperato di non assistere ad una 'tamarrata', invece è proprio quello che secondo me ho visto. Nel senso che la pellicola non ha una definizione di cinema, è una commedia? è cinema impegnato? d'autore? io non l'ho capito. Una trama efficace, principale o convincente non c'è, l'introduzione di un personaggio come Maradona non ha nessun senso, solo pubblicitario forse, se voleva far ridere, a me ha invece irritato, che c'azzeccava? Certe sequenze veramente enigmatiche e a tratti discontinue e superficiali, solo per fare scena e numero. Certamente qualcosa di buono c'è ma è scarso. A parte le grandi recitazioni, c'è poesia, ci sono emozioni, paure, ma niente di veramente concreto. Io questo film vorrei dimenticarlo, mi spiace solo delle star hollywoodiane che si sono cimentate in qualcosa di assurdo e totalmente a mio parere inverosimile. Non credo che quello che il regista fa vedere della condizione umana sia effettivamente vero o plausibile. Sia chiaro che non odio Sorrentino, in This must be the place mi era anche piaciuto, soprattutto Sean Penn, ma in questo, proprio no. Una cosa però mi ha fatto sorridere e storcere il naso, quando il regista ormai fallito vigliaccamente si suicida, non perché ha un futuro cinematograficamente segnato, ma solo perché la sua musa ha detto la verità, ovvero che i suoi ultimi film facevano pena, per non dire altro. Ora non vorrei essere nei panni di Sorrentino ma se questo è uno dei suoi riferimenti e temi cinematografici ha forse inconsciamente capito che lui non è da meno. Io comunque spero che Sorrentino, dopo l'ubriacatura del mediocre La grande bellezza e del peggiore Youth, cambi definitivamente rotta. Sia chiaro però che questo è un mio personalissimo parere, di cinema forse non ci capisco niente, ma certamente questo non è un capolavoro, non è un film per tutti, ma soprattutto non pagherei un centesimo per vederlo un'altra volta, già questa prima volta è più che sufficiente. Voto: 5,5
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