Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2016 Qui - La prima volta (di mia figlia) è un garbata, mai volgare, commedia del 2015 diretto da Riccardo Rossi, che tratta un argomento abbastanza delicato e complicato ma di grandissima attualità perché la pellicola racconta, con estrema leggerezza e tanto garbo, di un fenomeno sociale ormai diffusissimo: quello dell'essere genitori inadeguati a compiere tale ruolo. Difatti sbirciando nel diario della figlia quindicenne Bianca, Alberto, medico e padre separato decisamente apprensivo, scopre (o forse capisce...) che la sua bambina ha intenzione di perdere la verginità. Sconvolto e in preda al panico più totale, decide di organizzare una cena coinvolgendo la sua più cara amica, la ginecologa Marina, perché dissuada Bianca dal suo intento. Ma la presenza di altri due commensali complicherà non poco il piano di Alberto, trasformando la serata "terapeutica" in una riunione fortemente surreale ma trasformerà (in positivo si spera) per sempre il rapporto tra Alberto e la figlia Bianca. Questo a primo impatto è il classico film che non t'aspetti, uno di quelli che prima di vederlo pensi subito, una boiata. E' invece no perché anche grazie a Riccardo Rossi, nonostante la sua irritante voce, riesce in modo abbastanza magistrale ad ovviare a tante cose, di certo non all'ansia (comprensibile) di un padre quando scopre che la figlia adolescente è ormai in età di perdere la verginità, ed entra in paranoia (giustamente direi). La messa in scena è classica, semplice e lineare, c'è una certa cura per i dettagli, la comicità nasce dall'osservazione in particolare delle piccole cose e anche i titoli di coda nascondono una piacevole sorpresa. Il cuore del film (praticamente il 90%) è la cena organizzata dall'impacciato padre per traumatizzare la figlia, i due (anzi tre) ospiti più inopportuni hanno il ruolo di guastatori, dei classici elefanti in gioielleria e proprio loro innescano le situazioni più comiche e grottesche. Film piccolo piccolo e tutt'altro che memorabile ma uno sguardo lo merita tutto, perché sa fa ridere genuinamente e senza prendersi troppo sul serio. Il film infatti sa essere leggero senza scadere mai nella gag demenziale. Una commedia raffinata, divertente, anche crudele se pensiamo dal punto di vista di un genitore, soprattutto di un padre. Voto: 6
Nessun commento:
Posta un commento