venerdì 1 febbraio 2019

Labyrinthus (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/10/2016 Qui - Labyrinthus, presentato, anzi, premiato al Giffoni Film Festival, è una spettacolare avventura cibernetica ambientata fra vita reale e mondo virtuale, del 2014 di produzione belga e olandese, che mi è piaciuta molto, per l'originalità e la particolarità. In Labyrinthus ci viene raccontata la storia di Frikke, un ragazzino di quattordici anni (che conosce molto bene l'universo dei videogiochi), che si imbatte in uno strano gioco per computer dove i suoi protagonisti sono ragazzi reali e animali reali (tra cui il gatto della sorellina che cade in un sonno profondo), in carne e ossa, le cui esistenze e i cui corpi sono stati misteriosamente (tramite fotocamera) caricati e trasportati nel labirinto del videogame. Frikke inizia a giocare, e presto incontra Nola, una ragazza intrappolata nel gioco. Mentre i due cercano di scappare dal cattivo del videogame, che ha giurato di fare del male a Nola se Frikke lascerà o perderà il gioco, appare nel labirinto anche Marko, il migliore amico di Frikke. In una frenetica e concitata corsa contro il tempo, Frikke dovrà trovare il malvagio creatore di questo terribile gioco, prima che sia troppo tardi. Come detto in precedenza questi tipi di film hanno sempre una base stabile ma accessibile a tutti, perciò anche se i dialoghi, le situazioni e le interpretazioni non sono all'altezza di grandi produzioni, tutti possono vederli e gustarseli. Ed è quello che ho fatto perché soprattutto questo Labyrinthus è un film bello, coinvolgente e pure emozionante. Non solo per le immagini spettacolari e digitali di questo strano labirinto, a metà tra Inception e Alice nel paese delle meraviglie, curato e ben fatto, ma anche per la storia (comunque prevedibile) di amicizia, tra fantascienza e fantasia. In più ci mettiamo bizzarre intuizioni e passabili cliché, senza dimenticare la deliziosa protagonista femminile, carinissima. Insomma davvero non male il film, anche se alla fine tutto è un po' confuso e non sappiamo neanche che fine fa il povero gatto della sorella del protagonista, dimenticanza incomprensibile. Voto: 6+

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