giovedì 7 febbraio 2019

Extraction (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/11/2016 Qui - Girato con un budget piuttosto risicato, Extraction è un action movie del 2015 diretto da Steven C. Miller, attivo come regista dal 2006 con un inedito splatter movie "Automaton Transfusion", anche se quello che più conosco è Silent Night, discreto horror natalizio ma altrettanto semi-sconosciuto. Detto questo, non è il budget ridotto ne la scarsa voglia di recitare degli attori protagonisti (sebbene tra Bruce Willis, Kellan Lutz e Gina Carano nessuno riesca a dare un minimo di carisma al proprio personaggio) ma sono la regia di Miller assieme e la sceneggiatura di Max Adams e Umair Aleem a creare il disastro. La confusione regna totale sia nel dirigere ogni sequenza (specie quelle di azione) come nella gestione della trama sebbene questa sia piuttosto elementare. C'è un gioco di colpi di scena nel finale ma il risultato non cambia, Extraction resta un action inguardabile che si serve dei soliti "montaggi malamente spezzettati" per nascondere l'assenza di regia e di un minimo di coreografia dei movimenti, per fortuna dura appena 83 minuti. Comunque qualcosa di un film come questo che segue la storia di un rapimento da parte di un gruppo di terroristi che prelevano un agente della CIA quasi in pensione, Leonard Turner (Bruce Willis) c'è, ed è la 'sigla' iniziale molto fumettistica e la musica che la segue, poi però il film dopo una bruttissima introduzione, stilisticamente e registicamente orrenda, comincia e finisce tutto, perché anche se è ovvio che la trama non si riduce solamente ad un rapimento, quello che segue è fortemente prevedibile. Poiché al momento del rapimento, l'analista CIA Harry Turner (Kellan Lutz), figlio dell'agente rapito, decide (dopo aver scoperto della mancanza di un piano per salvare il padre) di far partire la sua operazione di salvataggio senza autorizzazioni con l'aiuto di una ex-fiamma, agente anche lei. Ripetutamente abbassato al livello di analista e sottratto alle azioni operative, l'agente infatti metterà in pratica il suo addestramento e dovrà affrontare i superiori, i terroristi internazionali per trovare il padre e anche per fermare la cospirazione, perché una deve esserci sempre, che ovviamente cambierà la sua vita per sempre.
Il film, come larga parte delle produzioni di questo genere, è moderatamente colmo di azione, di quella che spesso sfocia in episodi di super-omismo, anche quando non serve, anche quando una donna come Gina Carano potrebbe farli fuori tutti da sola, davvero odioso. Lei infatti per chi non lo sapesse, oltre ad essere gnocca e una wonder woman, è soprattutto una campionessa di arti marziali, perciò a parte due 'interventi' viene sprecata, addirittura ne In the blood, nonostante la stessa bassa qualità (anche se il film era migliore), veniva giustamente esaltata. A proposito per farvi capire meglio la sua bassezza registica, nel film ha una parte anche un certo Dan Bilzerian, ex giocatore di poker professionista, schifosamente ricco e libertino, tanto che una coniglietta, non una qualsiasi, fa un cameo, forse proprio grazie a lui. La lei in questione è Linsdey Pelas, che Il Cumbrugliume conosce benissimo, che 'mannaggia' mentre sta per farci vedere le sue peculiarità viene bloccato da Kellan Lutz (quello de I mercenari 3 così come Bruce Willis, leggermente sottotono), il belloccio di turno che le vorrebbe tutte per se, anche la fantastica Gina. Per quanto riguarda Willis, povero Bruce, ma perché ti rovini così (delude continuamente, dopo The Prince: Tempo di uccidere e Vice, l'ha fatto anche in Sin City: Una donna per cui uccidere). Ma torniamo al film in questione che comunque non è un thriller di spionaggio psicologico, bensì un thriller di quelli in cui gli spari si sprecano, ma non tanto. In ogni caso, al centro del rapimento c'è il sistema Condor, un software che può estrarre i documenti segreti dalle reti informatiche di qualunque governo, e tramite cui i terroristi possono rivelarle. Si tratta di un terrorismo di hacking, estremamente all'avanguardia, che è un presupposto di fondo di film di spionaggio da almeno 15 anni, ma che ad oggi non fa più presa sul pubblico. Proprio per questo il film sembra dannatamente scontato. Comunque, dal momento che l'agente Harry Turner deve trovare il padre e fermare il sistema Condor inizia il conto alla rovescia di ventiquattro ore, inizierà così una corsa sfrenata contro il tempo in cui l'adrenalina non manca. Quello che manca è la coerenza e veridicità, che insieme a dialoghi pessimi e recitazioni superficiali, affossano un film che per chi è appassionato di inquadrature e immagini spettacolari di scontri corpo a corpo e sparatorie, potrebbe essere una gioia scoprire che sono l'ingrediente principale, mentre per chi non le gradisce così incessanti, non potrebbe comunque soffrire durante la visione del film poiché il ritmo alto rende più leggero il tutto, decisamente più scorrevole ma dimenticabile, e in fretta. Nel complesso quindi Extraction è un film come se ne sono già visti molti, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti. Pieno di azione e ritmo incessante, che sicuramente si presta ad essere visto senza troppe pretese di attenzione da parte dello spettatore ma che praticamente delude, annoia un pochino e non aggiunge niente al proprio bagaglio personale. Comunque la scena finale anche se bella, l'avevo già ampiamente intuita. Voto: 5+