mercoledì 6 febbraio 2019

Game Therapy (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/11/2016 Qui - Interessante progetto tutto italiano, realizzato da una produzione italo-americana, che ha visto l'esordio cinematografico di famosi Youtubers (tra cui FavJ, a proposito, alcuni di essi e tanti altri sono tornati su SkyUno con #socialface2, uno divertente game show dove giocano ai videogame, si scherza e si ride, un programma davvero simpatico) e di alcuni attori poco conosciuti, come il regista al suo esordio (almeno credo) Ryan Travis. Il film in questione è Game Therapy (2015) e gli interpreti sono: Lorenzo Ostuni, Federico Clapis, Leonardo Decarli e Daniele Sodano. Purtroppo però, nonostante le buone intenzioni il risultato è sconclusionato e quasi totalmente fuori dalla realtà, anche se l'idea di sottofondo l'ho trovata geniale, non tanto lo scorrimento dell'azione. Comunque sono rimasto doppiamente sorpreso, sia in positivo che in negativo. La prima sorpresa è stata per la buona realizzazione: la fotografia in particolare, ma anche gli effetti speciali sono discreti, e questo è davvero apprezzabile, così come potrebbe essere apprezzabile l'idea di imbarcarsi nell'impresa di un film 'importante' e si, perché no, fatto bene. Qui c'è la seconda sorpresa che, purtroppo, è negativa, ovvero, con i mezzi comunque buoni a disposizione si poteva fare decisamente meglio. Game therapy soffre infatti di tanti piccoli problemi, i due protagonisti che se da un lato risultano simpatici e sembrano a loro agio davanti alla telecamera, dall'altro non sono attori (si vede chiaramente in più occasioni) e per quanto si impegnino non risultano completamente credibili nei ruoli mal delineati che gli sono stati affidati. In secondo luogo, nonostante un'idea iniziale che potrebbe risultare intrigante e complicata, la trama è abbastanza insensata e per questo il film risulta mal scritto o mal concepito. Infine il finale è abbastanza insensato e incomprensibile.
Eppure non ho trovato completamente negativo questo film. Un film che racconta la storia di due ragazzi, ambedue appassionati di videogiochi, uno è un hacker in difficoltà nella vita reale ed alla ricerca di un modo per evaderne, un altro, impacciato e timido, "sopravvive" alla realtà e ottiene successo con una ragazza. L'hacker scopre in uno scantinato segreto una macchina dedicata alla realtà virtuale (un macchinario in grado di trasportare la mente di chi "gioca" all'interno di ambienti virtuali simili ai più noti videogiochi, che non vengono nominati ma girano dalle parti di Assassin's Creed, Call of Duty, Uncharted, Dance Dance e GTA, comunque l'aspetto più spettacolare e divertente del film, davvero bello, come 'Lana' Croft, la bellissima Jennifer Mischiati, ma anche Elisa Piazza non è male), e, con l'aiuto dell'amico (simpatico e buffo ma intelligente), cerca di impossessarsi della "chiave" necessaria a trasferire la propria coscienza in un universo artificiale costituito da livelli di videogiochi. L'amico, lo asseconda ed aiuta, seppur con spirito critico, ma gli eventi prenderanno una brutta piega. Game therapy in ogni caso, nonostante l'assurdità della trama, introduce concetti interessanti, ovvero il dover scegliere tra vita vera e vita "virtuale", con l'ago della bilancia che non pende decisamente verso la prima opzione. Vuoti esistenziali, difficoltà quotidiane, incomunicabilità spingono le persone a rifugiarsi in effimeri ma consolatori mondi elettronici, popolati di avatar, nicknames dietro i quali non è chiaro se vi siano macchine o altri umani. Non un argomento semplice ma comunque ben esposto e ben studiato, come le scene d'azione. In conclusione però tutto non è credibile, anche se è un vero peccato, perché il film ambizioso e intrigante è realizzato bene, ma risulta brutto, mal concepito e mal recitato. Comunque sono d'accordo col fatto che il gioco è davvero un ottimo strumento di terapia, e lo dico da videogiocatore appassionato. Voto: 4,5

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