Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/11/2016 Qui - Quando vediamo un film d'animazione è facile ipotizzare si tratti di un film divertente e colorato come Il viaggio di Arlo per esempio, invece no, perché Anomalisa, film d'animazione del 2015 diretto da Charlie Kaufman e Duke Johnson, è tutt'altra cosa, è un film d'animazione per adulti a misura d'adulto, senza nessun filtro. Ed è quello che qui accade, perché siamo di fronte a qualcosa davvero di molto originale, una novità nel cinema d'animazione (nel senso che non è interpretato da esseri umani attori, ma non può essere neanche definito come un cartone animato vero e proprio, un film diverso dal solito), non solo per la tecnica con cui è realizzato, una sorta di stop motion speciale, ma anche e soprattutto per il racconto che si è deciso di narrare. La vicenda di Michael Stone, novello guru della produttività aziendale, e delle sue confusioni affettive, è qualcosa di molto presente nel mondo in cui viviamo, qualcosa che chi più e chi meno tutti ci riguarda. E percorrere con il cinema d'animazione questi sentieri così stretti e impervi è già di per sé segno di coraggio. Michael Stone sbanda vistosamente quando arriva a Cincinnati per una conferenza. Arrivato alla sera in albergo (Hotel Fregoli) da Los Angeles egli, dimostra subito, di essere un uomo fortemente in crisi, e sono un malessere ed un'insoddisfazione interiori che egli prova già da molto tempo. Decide così di rivedere una sua ex fidanzata da cui però si era improvvisamente allontanato e da cui, dopo un brevissimo incontro, viene rifiutato. Nel frattempo conosce due giovani donne venute anch'esse in città per presenziare alla suddetta conferenza stampa e con una di loro, l'Anomalisa del titolo (ovvero Lisa, attratto da lei per una 'anomalia', una particolarità che lui romanticamente assocerà) ingenua ed un poco provinciale impiegata in una fabbrica di dolciumi, trascorre una notte d'amore. Per lui, ma anche per lei, la giovane donna potrebbe rivelarsi come uno spiraglio a cambiare la routine esistenziale e sentimentale della propria vita, ma la mattina dopo, la relazione che già prevedeva vite insieme e traslochi vari, scricchiola pericolosamente, un movimento della forchetta un rumore di masticazione e tutto rischia di esplodere.
Anomalisa è un film potente, per come racconta (e con quali mezzi sceglie di farlo) l'umanità e la verità tragica della sua condizione, i rapporti interpersonali (l'urgenza di comunicare e la goffaggine nel farlo) e quelli (terribilmente illusori) tra uomo e donna. E l'utilizzo di pupazzetti in stop motion adoperati come specchio di noi stessi, risulta paradossalmente efficace, questi ometti in plastilina che prendono vita ci permettono di osservare dalla giusta distanza le loro (che sono le nostre) tanto terrene, familiari vicissitudini emozionali. Di questo smarrimento affettivo si parla, delle voragini in cui tutti cadiamo e ci rialziamo, incessantemente, con una cifra che sta più nella patologia che nella normalità. Inoltre, la strada dell'animazione, straniante quando si rivolge ad un pubblico esclusivamente adulto, rende per nulla stonato o fuori posto l'espediente narrativo delle facce e delle voci (distorte, artefatte) tutte uguali, assegnate indistintamente agli svariati personaggi che incontriamo nel film, espressione di un sentirsi ineluttabilmente soli in mezzo agli altri, nonostante gli sforzi fatti per ottenere esattamente il contrario, mentre coviamo, in silenzio, la disperata speranza di un miracolo (un'anomalia nel flusso sempre uguale delle cose) a salvarci dal nostro stallo emotivo, risollevarci dalla nostra inquieta apatia del percepire il mondo come un inferno piatto, soffocante e privo di stimoli, che ci spinge a collocare su uno stesso livello comatoso le nostre (non)esperienze e i nostri (non)incontri di (non)vita. Infatti quello che si apprezza particolarmente in questa pellicola, oltre alla grafica perfetta e dettagliata delle immagini, è proprio la vicenda in sé che, senza grossi avvenimenti ed exploit, racconta una storia vera all'insegna dei sentimenti umani che il regista Charlie Kaufman peraltro conosce molto bene. Egli infatti è il pluri-premiato sceneggiatore del film Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, dove era narrata un'intensa (bellissima) ed originale storia sentimentale, ma in quest'occasione Kaufman si trasforma direttamente in regista, affrontando sempre la materia delle relazioni amorose tra i suoi personaggi, nonostante il genere di pellicola.
Acuto osservatore e conoscitore delle debolezze e dei sentimenti umani, Kaufman riesce così a descrivere perfettamente lo stato d'animo e le azioni e reazioni dei vari personaggi, presentandoli dotati di pregi e difetti nonché di svariate incoerenze. E pertanto, ancora una volta riesce a creare un prodotto del tutto particolare ed interessante, sempre all'insegna di una velata malinconia mescolata a sottile ironia, ma soprattutto vero ed atto ad di indurre lo spettatore alla riflessione. Anche se questa metafora della vita che rende tutto uguale e banale, almeno personalmente, non convince quanto ci si aspetterebbe. Il film si lascia interpretare, non offre un percorso definito, e qui l'intelligenza di Kaufman risplende, ma nello stesso tempo non piace totalmente perché racconta una storia a suo modo noiosa, che si snoda lenta e realistica come la vita che vorrebbe fuggire (malgrado a viverla siano dei pupazzi di cui è ampiamente sottolineata la finzione) e che conosce anche qualche incidente di percorso (l'episodio del direttore d'albergo gay che vive negli interrati sembra un po' fuori tono, per quanto abbia i colori dell'incubo). La scena del sesso tra i due invece è davvero incredibile, come geniale appare il disegno dei volti, fatto a pezzi staccabili, come maschere del momento. Per questo Anomalisa (a suo modo) è un film spiazzante, che riesce ad essere brutto e originale allo stesso tempo. Perché anche se sulla genialità e originalità di Charlie Kaufman sceneggiatore non ci sono dubbi, ce ne sono sulla pellicola, davvero anomala, come la sua Lisa, che incanta e infastidisce allo stesso tempo, ma certo non passa inosservata. In ogni caso, quanto mai meritato il Gran Premio della Giuria al Festival del Cinema di Venezia del 2015 che gli è stato insignito. Perché anche se il film non mi è piaciuto proprio tantissimo, è un film che tutti dovrebbero vedere, per ammirare soprattutto il gran lavoro che c'è sotto, perché di sicuro ci sarà voluta tanta di quella pazienza che non oso immaginare, perciò per questo ed altro, è un film d'animazione che consiglio, ma attenzione, solo per gli adulti. Voto: 7