Carino, simpatico, a tratti commovente, queste sono infatti le principali qualità de Il viaggio di Arlo, un film ricco di cuore, azione e un dolcissimo senso dell'umorismo, ma anche di momenti di riflessioni, momenti accompagnati da situazioni tranquille e/o divertenti, formando così un perfetto equilibrio, appassionando e facendo viaggiare chiunque si trovi alla visione. Come detto la storia è indubbiamente ma meravigliosamente insolita, originale e curiosa, a cui però non segue, lo sviluppo di una trama del tutto interessante, sembra infatti di assistere ad un copione già visto, in cui il protagonista, dopo essersi smarrito in seguito ad un imprevisto, inizia ad intraprendere il viaggio di ritorno verso casa. La narrazione diventa così piatta, priva totalmente di colpi di scena. Ma se la trama è elementare e piuttosto prevedibile, e il contenuto è criticabile, la forma è da lodare, le caratterizzazioni sono gustose anche per il pubblico over-10, la storia poi mostra un certo coraggio nell'affrontare il tema del lutto, dell'appartenenza alla propria famiglia, di nascita o di elezione e soprattutto gli effetti grafici e le ambientazioni sono spettacolari, con un livello di dettaglio sorprendente. Addirittura osservando alcune scene che rappresentano un paesaggio o un panorama, è veramente difficile distinguere se si tratta di realtà o creazione computerizzata, lo stesso discorso va fatto per la realizzazione degli effetti dell'acqua (da sempre una spina nel fianco per i film in computer grafica) e del vento sui fili d'erba, semplicemente sbalorditivi. Il risultato è quindi una meraviglia per gli occhi e un dono per il cuore. Il top dell'animazione oggi, dunque, anche se Il viaggio di Arlo non è il cartone animato più riuscito della Pixar.
In ogni caso l'animazione è al suo meglio nella ricostruzione dei panorami primordiali, mostrando passi da gigante nella resa dell'acqua e dei fenomeni naturali: vento, polvere, tempesta, campi di grano ondeggianti, nuvole in viaggio, stormi di uccelli e lucciole in volo, ognuno fa a gara per stupirci. Inutile ovviamente dire che le immagini sono anche enormemente evocative, ma la pellicola non si fa prendere troppo dal buonismo e nulla è particolarmente edulcorato. A sintetizzare poi l'apporto Disney unito a quello Pixar, una irresistibile (ho pianto, non molto, ma ebbene sì in un paio di occasioni ho ceduto) tenerezza di fondo, qualcosa che non possiede nulla di ricattatorio o di ruffiano, bensì qualcosa che attiene alla natura umana e alle sue insopprimibili reazioni emotive. Il film per questo è bellissimo. Il tutto come detto su uno sfondo naturale di una bellezza inimmaginabile, dove lo staff Pixar ha dato il meglio del suo meglio, ricostruendo in digitale panorami e scenografie da mozzare il fiato (montagne, fiumi, cascate e quant'altro). Scenografie così straordinarie che addirittura di fronte a queste ambientazioni stona un po' la figura fin troppo stilizzata e semplificata del dinosauro Arlo, che comunque è stata studiata dalla Pixar per un pubblico principalmente di bambini. Anche se comunque alcune scene presentano degli elementi e dei messaggi che solo i "grandi" possono cogliere. Il genio di Lasseter e dei suoi ha poi voluto imprimere alla vicenda una cadenza (anche musicale) dal geniale sapore western, arricchendola con immagini e situazioni da paesaggio di frontiera. Il finale è commovente ed esalta il valore della famiglia, ma con molta dignità, evitando derive dolcificate o melense. Insomma, un film ben realizzato e adatto ad un pubblico giovane, seppur la trama poteva essere curata meglio. In conclusione però, nonostante dalla Pixar ci si aspetta qualcosa di più, è un film che con buon gusto ed eleganza si fa apprezzare. In definitiva una meraviglia, un gioiello di tenera fantasia e di affettuosa serenità. Consigliato. Voto: 7