sabato 22 dicembre 2018

Inside out (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/10/2015 Qui - Inside out è l'ultimo capolavoro (del 2015) della Pixar e che sicuramente sarà un probabile vincitore dei prossimi Academy Awards, ha avuto un successo clamoroso, se n'è parlato tanto e si parlerà ancora tanto di questo gioiello dell'animazione. Ormai è quasi riduttivo soffermarsi sulla trama (che si conosce quasi a memoria per quanti l'hanno già visto, ma per chi ancora non è riuscito a vederlo, una trama non c'è, è solo un viaggio tra ricordi ed emozioni), a prima vista mi è sembrato un film molto bello, poetico, ma un po triste e malinconico, che si sofferma sulle emozioni umane ma da un punto di vista diverso e originale, impersonando le voci di dentro con un radicalismo che impressiona e commuove. Non è la prima volta però che viene provato questo espediente, chi non ricorda il cartone animato "Siamo fatti così", che esplorava il corpo umano e illustrava con l'aiuto di personaggi animati la struttura e le funzioni del corpo umano, utilizzando figure antropomorfe per rappresentarne i componenti microscopici, dai globuli bianchi alle vitamine, ai componenti del DNA, fra i personaggi che avevano un ruolo centrale vi era un gruppo di globuli rossi formato da alcuni individui tra i quali Emo e Globina, ed un globulo rosso anziano, Globus, che faceva da Cicerone, spiegando di volta in volta, durante ogni episodio, i principali aspetti della biologia umana. In questo caso utilizzando le emozioni, l'essenza della vita, la Pixar crea un mondo di dentro colorato e pittoresco dal punto di vista di una bambina. Inside Out visualizza ed elegge a protagonisti della vicenda la gioia, la tristezza, la rabbia, la paura e il disgusto, emozioni che guidano le decisioni e sono alla base dell'interazione sociale di Riley, che a undici anni deve affrontare sfide e cambiamenti. Se Up svolgeva l'avventura di fuori, Inside Out la sviluppa di dentro, attraversando in compagnia di Gioia e Tristezza la memoria, il subconscio, il pensiero astratto e la produzione onirica di una bambina che sta imparando a compensare la propria emotività e ad assestarsi in una nuova città.
Con Inside Out il regista installa di nuovo l'immaginario al comando e ingaggia cinque creature brillanti per animare un racconto di formazione che mette in relazione emozioni e coscienza, perché senza il sentimento di un'emozione non c'è apprendimento. Nel cammino alcuni ricordi resistono irriducibili, altri svaniscono risucchiati da un'aspirapolvere solerte nel fare il cambio delle stagioni della vita e spazio al nuovo. A un passo dalla pubertà e resistente dentro un'infanzia gioiosa, che Gioia custodisce risolutamente e Tristezza assedia timidamente, Riley passa dal semplice al complesso, dal noto all'ignoto, nel processo 'incontra' e congeda Bing Bong, amico immaginario che piange caramelle e sogna di condurla sulla Luna, una creatura fantastica generata dalla fantasia di una bambina, Bing Bong, gatto, elefante e delfino insieme, è destinato a diventare uno dei personaggi leggendari della Pixar Animation, rivelando un'anima segreta, la traccia di un sentimento e l'irripetibilità del suo essere minacciato dalla scoperta di una data di scadenza. Rosa e soffice come zucchero filato, guiderà Gioia e Tristezza dentro i sogni e gli incubi di Riley, scivolando nell'oblio per 'fare grande' la sua compagna di giochi.
I personaggi, realizzati con tratti essenziali che permettono di coglierne la natura profonda (rotonda, esile, spigolosa), emergono l'aspetto intangibile del processo conoscitivo dentro un film perfettamente riuscito, che ricrea la complessità e la varietà dell'animazione senza infilare scorciatoie tecniche o narrative. Ma la vera eroina è Tristezza, che con l'aiuto di Gioia, invitano Riley a comunicare la tristezza, perché la tristezza è necessaria al superamento dell'ostacolo e alla costruzione di sé. La crescita passa attraverso l’accettare la sofferenza come uno dei nostri sentimenti più importanti. Tristezza deve avere il suo spazio, non può relegarsi in un cerchio tracciato in una stanza della nostra coscienza. Deve partecipare insieme alle altre emozioni nel farci conoscere la vita. Ho trovato molto simpatiche certe scene, come quando si entra nella testa del padre, della madre e di un ragazzino che per la prima volta si interessa di ragazze mandando in subbuglio le sue emozioni. La pixar crea un mondo interiore coloratissimo e funzionale, dal treno dei pensieri al parco immaginario, dalla memoria come un labirinto di ricordi alla sala dei sogni con attori che seguono un copione. Il film è fluido e non dura poi così tanto, secondo me però non tutto è stato fatto, un secondo film ci poteva stare, soprattutto con l'arrivo della pubertà che le emozioni non sanno cosa sia, praticamente una guerra, tante cose ma molto è stato comunque 'esplorato' nel film, anche il ragazzo dei sogni. Ingegnose infine le isole come riferimento ad hobby, passioni e amicizia, famiglia. Anche se leggermente infantile il film è a misura d'adulto perché anche gli adulti come cani e gatti hanno sentimenti contrastanti che frullano in testa e molti si rivedranno in situazioni che tutti almeno una volta nella loro vita hanno passato e vissuto. In conclusione un film si emozionante e divertente ma anche cupo e con un finale alla Disney, in ogni caso da non perdere. Voto: 8

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