mercoledì 28 agosto 2019

Confusi e Felici (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/12/2015 Qui - Massimiliano Bruno, regista, attore e più, continua la buona tradizione della commedia all'italiana che ha contribuito a fare grande il nostro cinema. Il film Confusi e Felici (2014) è spassoso e ha anche qualcosa da insegnare visto che il nostro tempo sembra essere più distruttore di valori che non  ideatore o consolidatore degli stessi. Marcello (Claudio Bisio) è uno psicanalista che esercita senza vocazione in uno studio di Roma. Cinico e svogliato, assiste una una cricca alquanto particolare di pazienti sull'orlo di una crisi di nervi. Nazareno è un pusher di borgata che soffre di attacchi di panico e ha un figlio in arrivo da una ragazza di colore, Pasquale (il regista), autista di autobus, ha quarant'anni e una dipendenza dalla madre e dai carboidrati, Vitaliana è una ninfomane infatuata di Marcello, Betta e Enrico sono una coppia in debito di sesso e di passione, Michelangelo, telecronista sportivo, ha un problema a gestire la sua rabbia e il tradimento della moglie con un tedesco. Congedati improvvisamente da Marcello (che durante una delle solite esercitazioni con l'arco), scopre di soffrire di una rara malattia agli occhi che lo porterà alla cecità in poco tempolo psicanalista cade quindi in una profonda depressione, (eh sì anche gli psicanalisti possono cadere in depressione!). Silvia, fedele segretaria di Marcello, che lo accompagnerà nel suo percorso di rinascita, decide di radunare i suoi pazienti per cercare, tutti insieme, di farlo uscire dalla crisi. Strampalati ma affettuosi e divertenti, i pazienti di Marcello cercheranno in ogni modo, di aprirgli gli occhi sul mondo, di tirargli su il morale riuscendo a farlo aprire alla vita per diventare una persona migliore. Quando però la situazione peggiora e scopre che perderà la vista entro un mese e mezzo al massimo e l'unica opzione rimasta è quella di una operazione in un centro specializzato in Germania, ricade nella disperazione. Ma il nuovo terapeuta del gruppetto, lo convincerà a tentare la sorte, liberandosi delle sue paure, e riconciliatosi coi suoi amici partono tutti alla volta della Germania.
Durante il viaggio la combriccola si fermerà al ristorante della figlia di Marcello in Trentino e così le tre coppie avranno l'occasione di fare l'amore. L'operazione sfortunatamente non riuscirà e Marcello perde la vista, ma questi, ormai deciso ad affrontare la vita con serenità accanto ai suoi amici e a Silvia, ricomincerà finalmente a vivere. Il film mescola ingredienti appropriati e altri stonati. non mancherà infatti l'ennesimo parto in diretta. La sceneggiatura alterna sprazzi divertenti ad altri più grossolani e banali (per esempio il sogno ricorrente del calcio di rigore). Tanti siparietti simpatici, come quello in libreria con il libro "La metamorfosi di Kafka letto da Totti" o la sorprendente entrata in scena del trio di "menestrelli" romani Daniele Silvestri, Max Gazzè e Niccolò Fabi. Bello l'episodio quando viene distrutto il Tablet di uno dei protagonisti, la frase quando Silvia (Anna Foglietta) dice al dottore che pur avendo la vista non vedeva niente. Risate semplici e spontanee, battute inaspettate e dalla volgarità accettabile, se l'intento del regista era di sbatterci in faccia alcune realtà della nostra vita e delle tante inutilità che ogni giorno frequentiamo, c'è riuscito benissimo. Ognuno degli attori ha il giusto spazio, da segnalare in particolar modo, la prova esilarante di Marco "ogni battuta è una sentenza" Giallini e dello psicolabile Rocco Papaleo. Ma da soli non bastano a dar verve costante e fluidità a un film che concede risate ma stecca nei momenti più seri e sentimentali. Non mi piace tanto Bisio, sempre lo stesso, non cambia mai movimenti e/o battute, troppo statico, ma il film nonostante evidenti problemi si può vedere, almeno in certi frangenti si ride con piacere. Voto: 6

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