martedì 23 ottobre 2018

Hercules: il guerriero (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/12/2015 Qui -  Hercules: il guerriero è un film del 2014 diretto e co-prodotto da Brett Ratner, basato sulla graphic novel Hercules: La guerra dei Traci della Radical Comics. Questa pellicola rappresenta il secondo film del 2014 sulla figura leggendaria di Ercole, dopo Hercules: La leggenda ha inizio. Ma questo secondo capitolo è molto diverso soprattutto visivamente e stilisticamente, anche nel rappresentare gli dei ma è quasi la continua del precedente. Nei panni di Hercules c'è Dwayne Johnson (The Rock), che ha ammesso di aver sempre desiderato di interpretare questo personaggio da quando (15 anni fa) aveva iniziato a darsi al cinema con il Re Scorpione. Al contrario di altri questo film è unico nel suo genere, per la prima volta c'è qualcuno che al cinema affronta la mitologia greca per quello che è: mito, racconto, narrazione eroica prima ancora che manifestazione effettiva, in bilico tra credibile e incredibile, l'eroe non è un dio (e da umano prova tanta paura). Nel mondo di Hercules - Il guerriero il prodigio non è chiaro se esista o meno, gli dei, le creature mitiche, le maledizioni e anche gli interventi sovrannaturali stanno nei racconti ma non si vedono nella realtà, per crederci serve fede e forse una buona dose d'inganni. Ogni mito viene svelato per essere una costruzione basata su una realtà poco metafisica e molto concreta, sempre finalizzato a mettere paura, tenere buoni o esaltare le truppe. Del semidio greco (Eracle, ma all'italiana resta Hercules) sappiamo e vediamo ben poco di "fanta-eroico", il prologo non è altro che il frutto dell'immaginazione di Iolao, figlio di Ificle e nipote di Hercules che mentre cerca di portare a casa la pelle, intrattiene i banditi che lo tengono in ostaggio con il mito della semi-divinità, inventando storie ricche d'azione e sciabolate: Hercules (nella leggenda un semidio figlio di Zeus) possiede davvero la forza di un dio, ma è un comunissimo uomo terreno, un orfano ateniese, mortale ma dotato di una forza sovrumana. Hercules, reduce dalle dodici fatiche affidategli dal re di Micene Euristeo per espiare il massacro della sua stessa famiglia, guida un gruppo di fedeli ed esperti mercenari.
I destini della gang si intrecciano con quelli della principessa Ergenia, che implora Hercules e la sua schiera di amici di porre fine a una sanguinosa guerra civile in Tracia. Il re Cotys (John Hurt) indica all'eroe che il nemico è Reso, a capo di una potente e numerosa armata che saccheggia e devasta il suo regno e che si dice formata dalle mitologiche figure dei centauri. Hercules, dopo aver addestrato l'esercito di Cotys vince la prima battaglia, e dopo un nuovo addestramento sconfigge definitivamente l'armata di Reso. I capi dell'esercito nemico vengono portati in catene in Tracia e qui il re catturato fa sorgere il dubbio ad Hercules sulla parte che ha deciso di difendere. Il mercenario scopre presto che Cotys è in realtà un vile usurpatore assetato di potere che non ha esitato a uccidere il marito di sua figlia pur di conservare il trono e si è alleato con Euristeo, il quale, una volta che Hercules viene catturato insieme ai suoi compagni d'arme, gli rivela di essere il vero mandante dello sterminio della sua famiglia, eseguito da tre enormi e famelici lupi. Hercules, ormai prigioniero di Cotys e incatenato nelle segrete del suo palazzo, si libera dei suoi demoni interiori e, dopo avere eliminato i tre lupi che uccisero la sua famiglia, libera i suoi compagni e, con il loro aiuto, uccide prima Euristeo e poi Cotys e il suo generale. Nella battaglia finale, grazie anche al sacrificio del fido Tideo, Hercules riesce a salvare sia Ergenia che Areo, venendo poi riconosciuto come unico e vero leader dall'esercito trace. L'intenzione originaria di Ratner (secondo molti infantile e studentesco) era quella di giocare con il Mito più che celebrarlo, e in questo senso, la missione e' compiuta. Sin dall'inizio, per esempio, quando finalmente ci vengono rappresentate alcune delle famose 12 fatiche, generalmente (e colpevolmente) trascurate dai film sul nostro semidio, solo per scoprirne i segreti nel corso e soprattutto alla fine del film (non andate via prima dei titoli di coda, se volete un consiglio). Una scelta perfetta quella di usare un corpo come quello di Dwayne Johnson, fisico al limite delle potenzialità umane per grandezza e potenza muscolare, reale nel suo titanismo ma anche verosimilmente semi-deistico, l'unico attore in grado di mantenere vivo nel pubblico il dubbio costante che questo personaggio sia un uomo normale dai muscoli esagerati o il figlio di un dio. E' lui il cardine, l'elemento catalizzatore e l'arma segreta del film, la presenza scenica e la sua capacita' di dar corpo a personaggi assurdi e altrimenti ridicoli (come in Pain & Gain) rendendoli punto di forza invece che tallone d'Achille. Scontri non spettacolari come altri, ma godibili che non alzano il voto finale del film ma nemmeno riescono ad affossarne quella sua strana originalità. Il film secondo me è riuscito ed è anche divertente da vedere. Voto: 6+