La battaglia delle cinque armate è molto fedele al suo titolo e preferisce l'estesa e spesso noiosa rappresentazione dei conflitti tra diversi eserciti ai molti altri spunti che il libro originale offriva. Nella volontà di creare più di un ponte narrativo con Il signore degli anelli questo film finale di Lo Hobbit introduce personaggi e tematiche, anticipa eventi e prepara alla grandezza degli scontri in un lungo ripetersi di nomi (sia di luoghi che di persone) e luccicar di sguardi. Nel chiudere il viaggio di Bilbo Baggins Peter Jackson sceglie la grande epica, ne allarga il respiro e vi inserisce molte invenzioni (più che in qualsiasi altro film), all'insegna di una serie di conflitti titanici tra eterni nemici e grandi poteri, di storie d'amore molto convenzionali e sentimenti sbandierati e finisce con le più tipiche dichiarazioni d'amore smielate, domande retoriche e svelamenti banali. Rimane così schiacciato uno dei temi più presenti nell'opera tolkeniana che l'adattamento filmico di Il signore degli anelli rispettava molto, l'idea che le cose più piccole, gli elementi più trascurabili e le persone meno in vista possano essere le più importanti, che la storia la facciano più gli anelli di semplice fattura, cui nessuno dà importanza, o i piccoli uomini di cui tutti si prendono gioco che i grandi condottieri. Le analogie con il Signore degli anelli sono tante, queste alcune: quando bandisce Sauron da Dol Guldur, Galadriel assume delle sembianze molto simili a quelle de La Compagnia dell'Anello, assunte quando Frodo le offre l'Anello; L'armatura che Elrond indossa a Dol Guldur è la stessa che porta nella battaglia di Dagorlad, e la sua spada è la stessa che sua figlia Arwen brandisce quando salva Frodo dai Nazgul; Sia l'avventura di Frodo che quella di Bilbo durano tredici mesi esatti (dalla partenza dalla Contea fino al ritorno ad essa); Alla fine del film, Thranduil consiglia a Legolas di andare al nord per conoscere e aiutare un giovane ramingo, chiamato Grampasso. Si tratta, ovviamente, di Aragorn, con cui Legolas stringerà una forte amicizia nel Signore degli Anelli.
Si chiude così il magico mondo creato dal nulla da Tolkien, uno scrittore mite e acculturato, era infatti un professore di letteratura e che mai si sarebbe aspettato tutto questo successo. Grazie al cinema il suo mondo è venuto alla luce ricordando comunque che la prima trasposizione cinematografica dei libri di Tolkien avvenne nel 1977 nel film d'animazione The Hobbit (inedito in Italia) seguito l'anno dopo da Il Signore degli Anelli che segue le vicende del primo romanzo, La Compagnia dell'Anello, e della metà del secondo, Le due torri, poiché in origine il film doveva essere la prima parte di un'opera divisa in due pellicole, nonostante l'idea, il film non fu concluso, dal momento che non ottenne il successo sperato e la casa di produzione si rifiutò di finanziare il sequel: pertanto la pellicola s'interrompe dopo la battaglia al Fosso di Helm. Io non ho letto nessun libro, quindi non so di preciso se era meglio il libro o questi tre film, sta di fatto che secondo me questa prequel-trilogia della saga non ha sortito gli effetti sperati, non un grande successo e menomale che prima hanno fatto la sequel-trilogia che io ho adorato e che resta tra le migliori saghe di tutti i tempi. La storia è diversa, ma in quest'ultimo le scene avvengono in pochissime location, la battaglia dura anche troppo e gli effetti speciali non sembrano di altissimo livello come nei precedenti. Nonostante questo, è un film spettacolare, la scena migliore è quando il drago da fuoco alla città, ma in tutto il film ci sono tanti buoni spunti ma il prevedibile finale, che sembra un po troppo scontato, non aiuta. Voto: 6,5
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