lunedì 15 ottobre 2018

Sin City: Una donna per cui uccidere (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/11/2015 Qui - Secondo viaggio noir nella città del peccato, tra femme fatale irresistibili e vendette che attendono di essere consumate. Sin City - Una donna per cui uccidere (Sin City: A Dame to Kill For) è un film del 2014 diretto da Frank Miller e Robert Rodríguez. La pellicola, adattamento cinematografico del graphic novel Una donna per cui uccidere di Frank Miller, è il sequel/prequel del film Sin City del 2005. Dopo nove anni trascorsi a rimandare il progetto per contraccolpi finanziari e ripensamenti, finalmente ritornano, come se nulla o quasi fosse cambiato dal tempo del primo episodio, le sporche faccende di Basin City. Frank Miller rimane fedele alla graphic novel originaria, stessa estetica e cast con qualche cambiamento forzato (Josh Brolin sostituisce Clive Owen, che aveva interpretato il personaggio nel precedente film, il cambiamento di volto di Dwight che avviene nel fumetto viene giustificato nel film con questo cambio di attori, inoltre Dennis Haysbert sostituisce Michael Clarke Duncan nel ruolo di Manute dopo la morte di quest'ultimo avvenuta nel 2012). Ancora una volta, eccezionale la bidimensionalità del fumetto, incentrato sulla stilizzazione delle silhouette e sui chiaroscuri, sui tratti netti che nel primo capitolo mi aveva entusiasmato, in questo secondo anche altro, come le sequenze (le più riuscite del secondo capitolo di Sin City) che sembrano ricercare tutt'altro effetto, a partire dal tuffo "speculare" di Ava Lord/Eva Green (non eccezionale il doppiaggio italiano, che cambia il nome del personaggio in Eva, come l'attrice che lo interpreta, quando era Ava Gardner la prima ispirazione) sviluppato orizzontalmente e non verticalmente.
Trama: I cittadini più incalliti della città si scontrano con alcuni degli abitanti più famigerati. Anni prima, Dwight McCarthy (Josh Brolin) lotta con i suoi demoni interiori e cerca di mantenere il controllo fino a quando non ritorna il suo primo amore, Ava Lord, che gli chiede aiuto per sfuggire alle grinfie del suo violento marito, il milionario Damien Lord (Marton Csokas) e della sua enorme guardia del corpo Manute (Dennis Haysbert). Tuttavia, un innamorato Dwight scoprirà presto che le vere intenzioni di Ava sono più sinistre di quanto sembrino. La sera in cui John Hartigan incontra Nancy, Marv (Mickey Rourke) riprende conoscenza mentre è sulla statale che domina i Projects, circondato da giovani morti e incapace di ricordare come ci è arrivato. Johnny (Joseph Gordon-Levitt), un presuntuoso giocatore d'azzardo, trucca una missione per sconfiggere al suo stesso gioco il cittadino più malvagio di Sin City. Sfortunatamente se la prende con l'uomo sbagliato e gli eventi prendono una piega peggiore. La sua missione viene in qualche modo deviata quando incontra una giovane stripper di nome Marcy (Julia Garner). Ambientata dopo il suicidio di John Hartigan (Bruce Willis), la storia si concentra su una più temprata Nancy Callahan (Jessica Alba) che cerca di superare la sua morte mentre pianifica l'omicidio del Senatore Roark (Powers Boothe).
Sin City 2 - Una donna per cui uccidere non ripropone più la stessa freschezza e coerenza narrativa, registica e recitativa, del precedente capitolo. L'impianto a più episodi, già sperimentato nel suo prequel, risulta in questo caso meno ponderato, i quattro filoni narrativi, non più incastrati in maniera compiuta, paiono accozzati piuttosto maldestramente, introdotti, tagliati e ripresi più per manierismo compositivo che per una volontaria e programmata complessità strutturale. La realizzazione non soddisfa le aspettative: si ha la percezione di uno sbrigativo e confuso svolgersi di eventi, temporalmente troppo concentrati e solo abbozzati. La storia centrale, quella che conferisce titolo al film ("Una donna per cui uccidere") vede la protagonista Eva Green, forse unico aspetto positivo di tutta la pellicola, personificare una conturbante e perfida femme fatale, ruolo certamente per lei non inedito, ma con cui perlomeno è a suo agio (vorrei trovare uno che vedendola non abbia esclamato "Eh la madonna (alla Pozzetto) e che non ucciderebbe per lei.."); decisamente meno convincente Josh Brolin, amante di lunga data abbandonato e spasimante ossessivo che, non riuscendo a resistere al fascino di lei, ne diventa del tutto succube, strumento involontario di malefici piani.  Al contrario del primo episodio, il secondo è diretta continuazione del primo Sin City: Nancy Callahan porta a compimento la vendetta contro il senatore Roark, il cui figlio era stato ucciso dall'amato John Hartigan (Bruce Willis), qui presente solo in vesti di fantasma. Una poco convincente Jessica Alba (comunque sempre bella e in splendida forma), riconfermata per interpretare Nancy, nel passaggio da un ruolo marginale di donna oggetto-indifesa a protagonista-vendicatrice non è all'altezza. Roark compare anche nel terzo spezzone, come antagonista di Johnny, giocatore d'azzardo fascinoso e baciato dalla fortuna (prova scadente anche per Joseph Gordon-Levitt nello spezzone però più inutile). Infine, del tutto marginale e male inserito nella dinamica narrativa è l'inserto iniziale, che parrebbe destinato solo reintrodurre la figura di Marv, un imbolsitissimo Mickey Rourke.
Si salva la sceneggiatura, che ripropone dialoghi stereotipati e eccessivi, ma in linea con il genere, la regia e la fotografia, che vorrebbero ricalcare l'estetica fumettistica delle tavole di Miller sul grande schermo, se rappresentavano una novità all'epoca (2005), ora non lo sono più. La collaborazione a quattro mani di Rodriguez e Miller dietro alla macchina da presa è stata in questo caso fallimentare, ambedue paiono avere ultimamente perso il tocco magico, reduci entrambi da recenti esperienze non proprio corroboranti ("Machete Kills" per il primo, "The Spirit" per il secondo). La componente action è inferiore al primo episodio, visione totalmente maschile della vicenda, Eva Green perfetta per il ruolo ma il film delude un po', sia gli amanti del lavoro fumettistico di Miller, sia chi si aspettava un seguito quantomeno in linea col primo capitolo, risultando peraltro piuttosto noioso e sterile. Il pubblico però ha quello che voleva e cercava in Sin City: donne stupende dalle curve mozzafiato, generosamente discinte e irrimediabilmente sexy, sia quando indifese che quando letali; eroi che calpestano la legge per inseguire brandelli di principi o vendette personali secondo un personale concetto di giustizia; villain privi di scrupoli, spietati e moralmente abbietti. In definitiva il film anche se deludente e abbastanza confuso ha quel pizzico di 'non so che', forse l'atmosfera e l'aspetto fumettistico della vicenda o forse la presenza femminile di tutto rispetto, una delle donne con più fascino e sex appeal al mondo come Eva Green, non disdegnando le 'tante' altre. Non dura tanto, questo aiuta un po', ma ritengo migliore sotto molti punti già espressi il primo capitolo, che all'epoca era una novità, un mezzo capolavoro. Questo invece (come tutti i sequel) non esprime molto, ma è un film che si lascia vedere, la Green da sola vale quasi tutto il film. Da sottolineare la presenza di Lady Gaga, al suo secondo debutto cinematografico (almeno credo) e che vedremo spesso in ruoli marginali in tante produzioni. Voto: 6,5

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