lunedì 24 dicembre 2018

L'amore bugiardo: Gone girl (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/11/2015 Qui - L'amore bugiardo: Gone Girl è un film del 2014 diretto da David Fincher, con protagonisti Ben Affleck e Rosamund Pike. La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo L'amore bugiardo, scritto nel 2012 da Gillian Flynn, che cura anche la sceneggiatura del film. Amy e Nick sono sposati da cinque anni. Belli, colti e ammirati, hanno lasciato New York per la provincia, dove la loro relazione languisce e l'ostilità cresce. Dietro di loro la crisi economica che ha messo in ginocchio l'America e interrotto le loro carriere, davanti a loro nuvole nere che minacciano tempesta e guai, grossi guai. Licenziati dalle rispettive redazioni e dalle rispettive ambizioni, Amy e Nick provano a ricostruirsi una vita nel Missouri. Casalinga annoiata e paranoica lei, proprietario di un bar che chiama The Bar lui, la coppia scoppia il giorno del loro quinto anniversario. Rientrando a casa Nick Dunne scopre che sua moglie Amy è scomparsa, la sua sparizione riceve forte attenzione dalla stampa, essendo Amy la musa ispiratrice di una popolare serie di libri per bambini creata dai suoi genitori. La detective che si occupa del caso fa un sopralluogo nella loro casa e trova segni di colluttazione celati in modo grossolano. Il sangue di lei, versato e ripulito in cucina, un tavolo rovesciato in salotto e un diario che non tarderà a essere ritrovato che portano alla conclusione che sia stata assassinata.
Nascono sospetti che Nick sia responsabile e il suo strano comportamento (apatico che fatica a realizzare la sua condizione) viene interpretato dai media (l'anchorwoman più famosa d'America, che sottopone a un'analisi impietosa la sua vita, per i vicini, che giurano al solito di aver visto e sentito) come tratti di un sociopatico. Perché tutti quelli che lo stanno a guardare sono davvero convinti che sia stato lui ad uccidere Amy. A un primo sguardo Gone Girl sembra una corsa contro l'evidenza, una corsa per scoprire le ragioni della sparizione di Amy e per dimostrare la colpevolezza di Nick, perché lui ha tutta 'l'aria' del colpevole, almeno per la polizia. L'autore (Fincher) che nella prima parte orchestra nel tempo di un'ora un thriller meticoloso, un gioco di piste, di cinismo, di follia, di fragore mediatico, di illusione romantica, nella seconda metà ridistribuisce le carte e avvia un nuovo film una commedia esistenzialista e bicefala che alterna i punti di vista e rivela, dietro la messinscena para-hitchcockiana, il grado zero di una coppia e di un matrimonio dominato dalla paura, il sospetto, il tradimento, il rimorso, la rivalsa, perché la verità è un'altra, molto più complicata, articolata, diversa quasi agghiacciante. Infatti nessuno si aspetterebbe di vedere ciò che sta per vedere, una donna totalmente disturbata (sociopatica e matta da legare) che finge in modo magistrale e che cerca in tutti i modi di liberarsi del marito, ma una serie di circostanze la farà ritornare sui suoi passi, anche se il suo piano diabolico non è ancora concluso e farà di tutto per mantenere le apparenze, coinvolgendo un suo ex (che farà però una brutta fine) e l'Fbi che crede fermamente alla sua versione.
Amy riuscirà con insistenza a mantenere il rapporto col marito Nick, che reagirà in modo violento, ma che, nonostante le obiezioni della sorella, decide riluttante di rimanere con Amy perché si sente responsabile per il bambino che aspetta. Il tutto annunciandolo in televisione (teatro in cui si mettono in scena Amy e Nick, fatti davvero l'uno per l'altra, sovrani effimeri e officianti radiosi di una cerimonia barbara, dove i 'fedeli' scattano selfie e contemplano soddisfatti la propria immagine sul telefonino, dopo aver compreso che in fondo anche per gli altri la felicità è una bufala), rimanendo così incastrato in un matrimonio senza amore ma odio profondo. Menzogna, paura, sospetto, tradimento, vendetta, pentimento, il nuovo lavoro del regista David Fincher (tornato grande), è un thriller con risvolti noir serrato, chirurgico, senza sbavature. Gone girl rappresenta un lavoro di altissimo profilo con una critica sapida alle convenzioni sociali, ai mass-media che tutto estremizzano ed esasperano, alla volubilità dell’opinione pubblica. Una trama eccezionale, buone le interpretazione soprattutto quella di Rosamund Pike e Ben Affleck è azzeccato per quel viso poco credibile e spaesato. Bisogna vedere per apprezzare tutto, io ho forse spoilerato troppo ma non eccessivamente, una visione la merita, per uno dei migliori thriller degli ultimi tempi. Anche se nel finale alcuni punti non tornano (il che mi irrita un po), e lei nonostante tutto vince (e mi da molto fastidio), è un film caldamente consigliato. Voto: 8

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