Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/11/2015 Qui - Vivono in un luogo imprecisato e si muovono in un tempo indeterminato i due protagonisti di La buca, una favola scanzonata e leggiadra (del 2014) che rivela la propensione al compromesso del nostro Paese. Armando (Rocco Papaleo) è un povero diavolo che ha scontato incolpevole una pena lunga trent'anni. Uscito di prigione cerca conforto nella madre, che in seguito a un ictus non lo riconosce più, e nella sorella, che lo considera adesso persona non grata. Sconsolato si accompagna con un cane che diventa causa e (s)ventura di incontro con Oscar (Sergio Castellitto), un avvocato misantropo che vede in Armando l'opportunità di arricchirsi. Circuito e poi accolto a casa sua, Oscar lo convince a intentare una causa milionaria contro la Stato per risarcire l'ingiustizia subita. Persuaso a riscattare finalmente gli anni perduti, Armando ricostruisce le dinamiche della rapina a mano armata e una vita con Carmen, la barista gentile della porta accanto. Armando e Oscar sono due loser, due perdenti: il primo, dopo una rapina mai compiuta, ha smesso di essere e attende invano che qualche vecchio amico gli offra il lavoro che gli prometteva, il secondo, animato da un vitalismo istrionico, rimpiange l'avvocato che probabilmente non è mai stato e si presta a 'virtuose' esibizioni in tribunale. La vicenda si struttura intessendo continui incontri e incroci tra i protagonisti che 'cadranno' diversamente nella buca, confermando la forma di una tragicomica fenomenologia della sconfitta. Nonostante tante divertenti gag ed altro, il film è grottesco e superficiale, le performance degli attori sono scadenti, soprattutto Castellitto, irriconoscibile. Nonostante un giudizio negativo, si lascia vedere e fa sorridere ma anche riflettere, le brutte abitudini non cambiano mai, un punto a favore invece all'introduzione animata, bella e divertente. Voto: 5,5
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