lunedì 24 dicembre 2018

50 e 50 (2011)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/11/2015 Qui - 50 e 50 è un film (del 2011) che affronta bene e con ironia e leggerezza un tema molto delicato come la malattia, alternando lacrime e risate (amare). La vita del ventisettenne Adam (interpretato splendidamente da Joseph Gordon-Levitt) scorre tranquilla, forse fin troppo, a complicare le cose arriva la peggiore delle notizie: è malato di cancro. Da quel momento entra in uno stato di passiva accettazione della malattia da cui nessuno sembra scuoterlo: non la sua ragazza che lo tradisce, non il suo migliore amico mattacchione nè la sua inesperta e volenterosa terapista, che tenta con lui un approccio umano. Cercando informazioni sulla sua malattia su internet scopre di aver un cinquanta percento di possibilità di sopravvivere. Adam continua a nascondere prima di tutto a se stesso paura, rabbia, frustrazione e tutti i sentimenti che la malattia porta con sé. Passando attraverso la chemioterapia e tutte le altre fasi della cura il ragazzo comprenderà alla fine ciò che vuole più di tutto e quali sono le persone che davvero tengono a lui.
È sempre una cosa molto difficile tirare fuori una buona commedia da un soggetto drammatico come la malattia, già per il tentativo meriterebbe un applauso. Ci si aspetterebbe infatti la solita e drammatica vicenda, del povero ragazzo che fa la chemio, il film invece, è anche una commedia, dove con l'aiuto dell'amico Kyle, (interpretato da Seth Rogen, vero e proprio funambolo capace quasi da solo di alleggerire scene e situazioni dolorose) la malattia sembra quasi secondaria, o un "mezzo" per rimorchiare. Adam conosce la giovanissima terapista (interpretata da Anna Kendrik), che nonostante la sua poca dimestichezza nel mestiere, lo aiuterà a superare i suoi problemi. L'ultimo quarto d'ora del film è seriamente emozionante, colpisce al cuore in maniera forse anche prevedibile ma non per questo meno sincera. Alla fine però, seppur a tratti molto divertente, 50/50 non è un film leggero o superficiale o brutale, anzi, affronta il delicatissimo tema in modo ironico ma senza mai togliere la drammaticità al film e senza mai prendere sottogamba niente. Il film non ha la solita fine triste, che tutti si aspetterebbero e il fatto che si pianga nel finale non implica la necessità che siano per forza lacrime di dolore. Bello, divertente e fa riflettere. Voto: 6,5

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