Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/11/2016 Qui - Sono i figli e la loro educazione il punto focale di Daddy's Home? crescerli a suon di mitezza e calore o istigarli a ribellarsi quando serve? Istruirli alla virtù o viziarli per essere il migliore ai loro occhi? Non lo so, ma alla fine, la migliore soluzione consiste, com'è prevedibile, in una ponderata via di mezzo. Ma il vero motivo per guardare questa commedia del 2015 di Sean Anders e John Morris è godere della guerra psicologica tra il bravo Will Ferrell, dedito passionalmente a lavoro e famiglia e patrigno dei bambini dell'amata mogliettina (Linda Cardellini), e il vero genitore di costoro (Mark Wahlberg, comunque già visto in parte comica e più che discretamente in Ted 2), rude palestrato che arriva di punto in bianco e pretende di riprendersi donna e prole snervando il pacato e gentile pater familias. Ovviamente da lì comincerà a suon di misfatti una vera e propria guerra e anche se il finale è abbastanza prevedibile le risate tra i due, che tornano a fare coppia dopo il film I poliziotti di riserva (The Other Guys) del 2010, a sua volta prodotto da Adam McKay, lo stesso di questo, sono assicurate. Lo scontro tra i due infatti fa davvero faville. Perché nonostante l'esilità e la banalità della trama, grazie al gioco degli attori e di una regia che sa assecondarli, il film risulta straordinariamente divertente, con gag a ripetizione ed un ritmo interminabile. Non ci sono mai tempi morti e quasi tutte le gag vanno a segno.
Will Ferrell dimostra ancora una volta (e dopo anche Zoolander 2) di essere un comico dalle notevoli capacità e qui utilizza la sua mimica corporale e facciale meglio del solito. In ogni caso buona regia e scrittura stracolma di trovate (di Anders, John Morris e Brian Burns) che sono più o meno spassose, anche se talvolta suonano forzate (l'ubriacatura durante la partita di pallacanestro), esagerate (la sfida sullo skate) o poco attinenti alla realtà (l'idea del Natale a sorpresa in Aprile, che puzza di pacchianeria da un chilometro). Ma il film, tutto sommato, si addenta con piacere, grazie soprattutto a canzoni godibili (Thunderstruck degli AC/DC e Come and Get It di Eli Paperboy Reed, fra le molte) nella colonna musicale di Michael Andrews, e al cast di contorno, tra cui il spassoso il capoufficio Thomas Haden Church e lo stravagante Bobby Cannavale, senza dimenticare due camei interessanti nella parte finale, quello di Alessandra Ambrosio e John Cena. Un film perciò divertente e irriverente, ma piacevole e godibile anche se alcune scene e alcuni momenti ne avrei fatto a meno. Ma in definitiva commedia davvero riuscita. Voto: 6