domenica 10 febbraio 2019

Pride (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/11/2016 Qui - Diretto dal teatrante britannico Matthew WarchusPride (pellicola drammatica del 2014), è un film civile appassionato e spesso vibrante che offre una prospettiva inedita alle lotte del movimento di liberazione omosessuale, qui accoppiato alle giuste rivendicazioni dei minatori in un periodo di forti mutamenti sociali come gli anni '80, che videro anche la comparsa del terribile morbo dell'AIDS. Questa pellicola infatti riporta sullo schermo un importante episodio della storia politica inglese e lo fa in maniera molto dettagliata (in alcuni punti, addirittura eccessiva) e piuttosto attinente ai fatti reali attraverso le svariate vicende personali dei singoli personaggi, arrivando così a presentare un quadro piuttosto esaustivo, o per lo meno, abbastanza efficace e chiaro, della realtà politica inglese ai tempi del Ministro Thatcher. Pertanto il film si snoda come un documentario "romanzato" ma assai interessante anche per chi non conosce a fondo l'andamento effettivo degli avvenimenti riguardanti le lotte condotte in Inghilterra a favore dei diritti degli omosessuali. Lotte che portarono il Parlamento inglese a mutare in loro favore alcune importanti leggi. L'efficacia nonché il valore di questa pellicola si basa in ogni caso soprattutto sulla bravura di tutti gli attori che vi hanno preso parte, a noi, forse, conosciuti in parte, e sull'ottima ricostruzione storica degli ormai lontani anni '80, pertanto è come fare un salto nel passato con anche un poco di nostalgia. Interessante soprattutto come documento storico, Pride è un film pieno di valori condivisibili che difendono le minoranze discriminate siano esse gay e lesbiche, operai, o solo gallesi oppure semplicemente donne.
Il fatto, realmente accaduto, permette anche al regista di esplorare tutte le contraddizioni di una metropoli come la Londra di quegli anni, divisa tra l'omofobia e il cosmopolitismo, tra lo spirito di solidarietà e l'indifferenza. Il tutto come detto in un vero affresco che di quel periodo storico così controverso ci restituisce davvero tutto: i colori, la musica, la cronaca. I protagonisti partono quindi alla scoperta del Galles più retrogrado, per scoprire e farci scoprire (colpo di scena) che la diversità è fonte di confronto più che di problemi. Splendida la colonna sonora, che include dal punk al folk a delineare in modo sempre più preciso i vari 'mood' del film. Un film strutturato su un impianto corale ben padroneggiato, con diverse storie personali che si intrecciano e a tratti sconfinano in toni da 'romanzo di formazione' tutto sommato azzeccati, Pride, anche grazie a uno svolgersi degli eventi in un crescendo che, se anche prevedibile, coinvolge e appaga, si lascia guardare con piacere. Lo sciopero dei minatori acquista una risonanza etica che non sempre aveva avuto in altre pellicole più superficiali che ne avevano ugualmente parlato, e anche nella rappresentazione dei personaggi omosessuali c'è lo sforzo consapevole di evitare i cliché più abusati e di fornire uno sguardo partecipato ma allo stesso tempo lucido della loro condizione e delle loro lotte per affermare la propria dignità. Tuttavia, anche i momenti più scherzosi con le vecchiette che solidarizzano con gli omosessuali e si lasciano andare a qualche innocente trasgressione non li ho trovati gratuiti, e strappano un po' di risate liberatorie che alleggeriscono l'atmosfera, in molte scene impregnata di un impegno civile molto british. Apprezzabile comunque l'impegno di un ampio cast dove molti attori talentuosi si ritagliano il proprio spazio, ma senza strafare e senza stravolgere più di tanto la storia. Una storia trattata con tale leggerezza e grazia da fare allo stesso tempo sorridere e commuovere, indignare e divertire. Voto: 6

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