Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2020 Qui
Tema e genere: Il primo film d'animazione che, realizzato per il grande schermo, si ispira all'omonimo romanzo di Jack London.
Trama: Un coraggioso cane lupo, raccolto da una tribù indiana, viene a contatto con la crudeltà e avidità umana ma anche con persone buone che rifiutano la violenza.
Recensione: La storia di Zanna Bianca, una delle opere più famose dello scrittore Jack London, ha avuto numerose trasposizioni cinematografiche. Con questa coproduzione "Alleata", però, il romanzo si trasforma per la prima volta in un film di animazione. La regia è affidata ad Alexandre Espigares, qui al suo primo lungometraggio, ma già attento animatore e vincitore di un Oscar nel 2013 per il cortometraggio animato Mr Hublot. Questo adattamento, però, con una scelta forse discutibile, intreccia la storia di Zanna Bianca con quella del romanzo Il richiamo della foresta, cambiandone specialmente il finale. Uno dei punti forti del film è la tecnica di animazione, che imita la pittura a olio e presta attenzione ai colori, alla luce, ma anche al realismo dei paesaggi e dei movimenti degli animali, ripresi grazie alla motion capture. I volti degli umani sono volutamente ispirati a fisionomie visibili nei film di Sergio Leone, che danno alla pellicola un aspetto western, peccato invece per la resa dei corpi, spesso legnosa e impacciata. Zanna Bianca ha la capacità di rivolgersi a un pubblico più giovane senza edulcorare le vicende o snaturare il cuore di una storia ambientata in un mondo quasi primordiale: la natura è mostrata infatti nelle sue meraviglie ma anche nei suoi pericoli. La parte più affascinante del film è proprio l'avventura di scoperta del cucciolo che, accanto alla madre, fa la sua prima esperienza del mondo. Accompagnati dal narratore (che nella versione italiana ha la voce calma e profonda di Toni Servillo) seguiamo all'inizio il percorso di crescita del lupacchiotto, che conosce la prima neve, le prime difficoltà, e comprende le differenze tra sé e gli altri. Una delle scelte più "audaci" e anche più riuscite è quella di rappresentare la violenza senza metterla direttamente in scena: ci sono momenti di tensioni, lotte tra animali, minacce e colpi di fucile, ma mai esibizioni cruente.