giovedì 30 gennaio 2020

Un uomo tranquillo (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2020 Qui
Tema e genere: Specie di revenge movie, ma anche e soprattutto remake in salsa hollywoodiana di un film del 2014, ad opera dello stesso regista.
Trama: Quando Nels Coxman, pacifico autista di un mezzo spazzaneve, vede la vita di suo figlio stroncata da un'overdose, il suo tranquillo mondo va in pezzi. Incapace di rassegnarsi all'accaduto, l'uomo si mette sulle tracce dell'organizzazione criminale che gestisce il traffico di droga nel villaggio, eliminando uno a uno gli uomini che sono legati alla morte del ragazzo.
Recensione: Il senso di certe operazioni è incomprensibile, soprattutto quando Hans Petter Moland decide di rifare l'opera che l'ha reso celebre e fatto apprezzare, quando decide di ripetere abbastanza fedelmente il plot della pellicola originale, ma senza riuscire a farlo uguale, anzi, perché Cold Pursuit (anche in inglese, oltre a quello italiano, il titolo è più brutto in confronto all'originale) è un film annacquato se confrontato con il suo padre cinematografico. Questo remake infatti non possiede o perlomeno si vede solo a tratti, l'umorismo glaciale dell'omonimo norvegese. Di glaciale c'è sicuramente il paesaggio (nel primo film fondamentale ed indimenticabile, qui tuttavia riesce poco a farsi notare), ma l'alternarsi fra serio e commedia nera si amalgama male. Con l'intento di modificare la sceneggiatura con un humor meno nordico, Un uomo tranquillo finisce difatti per diventare una stonata via di mezzo tra un film dei Coen e la trilogia di Taken. Da una parte dovrebbe far ridere, con lo sketch ad esempio dei nomi dei vari personaggi che vengono fatti sparire man mano che muoiono, da qui anche il divertente gioco di parole del titolo norvegese (In ordine di sparizione), ma dall'altro siamo ben lontani dal gusto grottesco di Fargo.
Allo stesso modo il personaggio di Nels Coxman, uomo duro e tutto d'un pezzo che non batte ciglio nell'uccidere a mani nude, non ci prova neppure ad essere sopra le righe quanto lo è un John Wick. Nasce in questo modo una sorta di continuo sbalzo di tono che porta Un uomo tranquillo a non essere né un action, né una commedia nera, né una detective story. Per di più ci sono personaggi persi per strada come quello di Laura Dern, o inutili come la poliziotta e lo sceriffo protagonisti di una sotto-trama che non conduce da nessuna parte. Inoltre Liam Neeson offre un personaggio troppo action, che va troppo di pilota automatico. Insomma, poco si salva in questo film, che quindi senso, decisamente non ha, che era meglio non produrre, giacché dalle stelle alle stalle.
Giudizio in sintesi: Un remake diretto in fretta e furia, senza la minima ispirazione o la voglia di ripetersi con la stessa verve che ha ispirato il dinamico regista norvegese Hans Petter Moland durante la direzione dell'originale.
Consigliato: Sì e no, dipende dai gusti, comunque a tutti il mio consiglio è quello di vedere, prima e soprattutto, l'originale.
Voto: 5

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