giovedì 30 gennaio 2020

Il traditore (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/01/2020 Qui
Tema e genere: Selezionata per rappresentare l'Italia agli Oscar 2020 nella sezione del miglior film in lingua straniera, ma non è stato selezionata per la shortlist, questa pellicola biografica drammatica, diretta da Marco Bellocchio, narra le vicende di Tommaso Buscetta, mafioso e successivamente collaboratore di giustizia, membro di Cosa nostra.
Trama: Vita e confessioni di Tommaso Buscetta, collaboratore di giustizia contro la mafia per opera di Giovanni Falcone.
Recensione: Forse il mettere sul piatto l'ennesima storia di mafia, uno spunto decisamente poco innovativo almeno dal punto di vista del soggetto raccontato, non gli avrà fatto bene e non sia riuscito per questo ad entrare in certe liste (anzi, ne La lista), ma nonostante ciò, e nonostante questo film insista appunto su un tema purtroppo ancora attuale e tornato di moda in "campo cinematografico" soprattutto grazie a serie tv di successo (anche se gli Americani, sebbene con storie molto più romanzate, ci hanno sempre ben guazzato in questo genere con alcune pietre miliari), non si può indubbiamente dire che Il traditore sia un film inutile e non originale, anzi, non solo è utile ed in parte originale (almeno per il cinema nostrano che in questo ultimo anno ha sfornato altri due pezzi da novanta oltre a questo, penso ovviamente a Dogman ed Il primo Re), ma è anche e soprattutto un grandissimo film, una grandissima opera cinematografica. Un'opera realistica, cruda, una "ricostruzione storica" veramente accurata e dettagliata. Un film, che dallo scorso concorso a Cannes 2019, dove è stato presentato, non si è (sfortunatamente) portato a casa (nonostante probabilmente lo meritasse) nessun premio (c'è tuttavia da ricordare che nello stesso c'era Parasite, film coreano che sta facendo strage di consensi), che non annoia mai, che mischia i vari linguaggi cinematografici per raccontare fatti reali in maniera drammatica ma anche documentaristica (ripercorrendo la vicenda umana prima che criminale o processuale di Tommaso Buscetta, il più famoso pentito di mafia: anzi, "pentito" è una parola che rifiutava, non sentendosi tale). Tante le scene degne di nota, sia nelle immagini che nella colonna sonora e nella recitazione (dove a spiccare è ovviamente, anche se gli altri non sono da meno, penso a Luigi Lo Cascio e Fabrizio Ferracane, Pierfrancesco Favino, che si conferma ancora una volta un ottimo attore, superando però ogni precedente interpretazione, perché si cala benissimo a dovere nel personaggio controverso nonché ambiguo di Tommaso Buscetta, con i suoi valori, la sua cadenza, rendendolo molto simile all'Escobar di Benicio Del Toro).

Tante le scene simbolicamente forti e significative, belle metafore visive frutto di una regia e fotografia veramente esperta e di qualità. A proposito della regia, bravissimo è Marco Bellocchio, che limita al minimo i consueti vezzi che hanno spesso appesantito i suoi film (a parte gli immancabili inserti onirici), impaginando la storia con uno stile elegante e sicuramente coinvolgente, enfatizzando così la prova dei suoi (magnifici) interpreti. Il traditore è insomma, attenzione comunque perché tutto il film è recitato in siciliano con tanto di sottotitoli, uno tra i migliori film della carriera del regista piacentino, anche se due ore e mezza sono tante, e anche se sfortunatamente si infogni un po' nel racconto del maxi processo che diventa un po' stereotipato e soprattutto nell'inutile focus sul processo Andreotti (interpretato da uno che manco gli assomiglia), i canoni del cinema cedono il passo a quelli prettamente televisivi. Però nel complesso, e nonostante non ci sia in verità un vero e proprio quid, questo è un film davvero valido e soprattutto riuscito.
Giudizio in sintesi: Quando un gran regista si trova a lavorare con grandissimi interpreti, difficilmente il risultato finale è scadente e deludente. E questo film non sfugge a questa regola, sebbene non sempre scontata. Marco Bellocchio infatti, nonostante venga dal deludente Fai bei sogni, mette in luce con maestria i momenti più importanti della vita di Tommaso Buscetta raccontando un importante spaccato della storia italiana, fatta di rivelazioni e silenzi. Eccelso Pierfrancesco Favino, capace di tratteggiare un personaggio ambiguo, pieno di ombre e sfaccettature. Il risultato è perciò di gran livello e qualità.
Consigliato: Tanta carne al fuoco, ma nessuna rivelazione, soprattutto di quelle sequenze più forti e di impatto visivo-emotivo. Non vi resta che vederlo.
Voto: 7,5

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