mercoledì 29 gennaio 2020

Creed II (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/01/2020 Qui
Tema e genere: Sequel del film del 2015 Creed - Nato per combattere, ed ennesimo spin-off della saga di Rocky Balboa. Un dramma sportivo che riprende alcuni personaggi e vicende di Rocky IV (1985).
Trama: Adonis Creed, appena diventato campione dei pesi massimi, viene sfidato da Viktor Drago, il figlio dell'uomo che uccise suo padre sul ring.
Recensione: Questo sequel non aggiunge davvero nulla di nuovo a quanto ci è stato fin qui raccontato dell'universo espanso di Rocky. Il film di Steven Caple Jr. ribadisce, cita, ripete, arrivando anche a momenti in cui la rivisitazione del modello originale del 1985 è talmente derivativa da risultare grottesca. Creed II tuttavia è anche un film commovente e potente. Un film che si prende i suoi tempi con intelligenza, che sa creare una tensione narrativa accattivante ed empatica, e che riesce persino a commuovere in certi frangenti grazie ad una interpretazione più che discreta dei suoi attori. Micheal B. Jordan torna nei panni di Adonis sempre più in conflitto nel decidere quale strada percorrere, cercando di allontanarsi sempre di più dall'ombra e dal retaggio del padre da cui si sente inghiottito. Tessa Thompson interpreta nuovamente il personaggio di Bianca, che cerca di conciliare la sua vita da musicista emergente con quello che prova per Adonis tentando di dargli tutto il supporto possibile. Oltre a Sylvester Stallone che riprende il ruolo di Rocky Balboa e torna in veste di produttore, rivediamo anche Dolph Lundgren (c'è anche un piccolo cameo di Brigitte Nielsen) nel suo storico personaggio di Ivan Drago, rancoroso, segnato dagli anni e dalla vita dopo la ingloriosa sconfitta con Balboa. Interessante il personaggio di Viktor Drago interpretato dal pugile Florian Munteanu, cresciuto con l'odio del padre e con un grande desiderio di approvazione e di affetto. Se il (sorprendente) primo film di Ryan Coogler (qui solo produttore, nel frattempo ha firmato il deludente Black Panther) raccontava soprattutto l'inseguimento della figura paterna da parte dei figli, in questo secondo capitolo il tema diventa il superamento di questa eredità, anzi, l'assunzione stessa del ruolo paterno, dal momento che Adonis qui di fatto diventa padre. Così non deve sorprendere che il serrato match finale sembri quasi tingersi di contorni psicoanalitici, con la vittoria che diventa una questione privata anziché sportiva. Adonis e Viktor sono molto simili, entrambi chiamati di fatto non più a eguagliare i fantasmi paterni, ma a riscattarli.
Questo spin-off resta fedele ai punti cardine di una saga come quella di Rocky che è rimasta nel cuore degli spettatori e che va avanti ormai da quarant'anni. Quest'ultima è da sempre stata infatti un inno agli eroi che vengono dal basso, maltrattati dalla vita, spesso gettati al tappeto ma sempre capaci di trovare dentro di sé la capacità di risorgere e lottare. In questo Creed II non mette nulla di particolarmente nuovo sul piatto, ma sottolinea ancora di più la necessità di riconoscere la fonte di questa resilienza (parola quanto mai abusata oggi ma assai pertinente in questo caso) e capacità di sacrificio per quello che davvero vale: l'amore, innanzitutto, come unica sorgente della fiducia in sé stessi. Un messaggio positivo, veicolato con semplicità da questi omoni che sul ring se le danno come se non ci fosse un domani, ma che poi fuori dalle corde hanno un cuore tenero e sono pronti a mettere a nudo le proprie ferite, cui la pellicola guarda con inaspettata ed ecumenica pietas. Senza avere il virtuosismo stilistico del primo episodio, Creed II riesce comunque a coinvolgere (anche un nuovo target di pubblico, con un furbo cambio generazionale) con la sua retorica semplice ed efficace, soprattutto nelle sequenze degli incontri (inevitabile l'applauso quando, su un momento particolarmente drammatico, parte il tema musicale della saga) e conferma lo status di star del suo protagonista Michael B. Jordan, accanto a cui Sylvester Stallone, con ammirabile discrezione ed efficacia, si ritaglia ancora una volta la parte di un mentore saggio, affettuoso e ironico, sempre capace di insegnare e imparare dalla vita. Non bello come il primo ma comunque efficace.
Giudizio in sintesi: La pellicola Creed II riesce ad essere un buon sequel senza mai strafare, rimanendo sempre attuale. Non è imponente come il primo, ma promette emozioni comunque.
Consigliato: Un passo indietro rispetto al più moderno Creed, ma un imperdibile nuovo episodio per i fan di Rocky Balboa.
Voto: 6,5

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