venerdì 3 gennaio 2020

Ancora auguri per la tua morte (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/01/2020 Qui
Tema e genereAuguri per la tua morte, insieme al sequel (questo sequel), rientra nella categoria horror e thriller a tratti ironico. Il primo ha un clima più "giallo" rispetto a questo qui, il quale invece è più sul genere sarcastico che "pauroso". Il tema è comunque sempre quello, il loop temporale.
Trama: Tree Gelbman scopre che morire più volte è stato sorprendentemente più facile dei pericoli che la attendono. Intrappolata ancora una volta in un ciclo temporale, dovrà scegliere tra il suo passato e il suo futuro.
Recensione: Qualche anno fa, nel 2017, ovviamente cinematograficamente parlando (io l'ho visto solo l'anno scorso), la nota casa di produzione cinematografica Blumhouse ha colpito il segno con Auguri per la tua morte. Così tanto che un sequel era prevedibile immaginare, ed eccolo qui, ecco Ancora auguri per la tua morte (in originale Happy Death Day 2U), che come il predecessore, presenta i connotati di una commedia teen piuttosto che del classico slasher movie. Il primo film era, infatti, una gradevolissima declinazione in chiave horror dell'idea alla base di Ricomincio da Capo di Harold Ramis, dove il protagonista Bill Murray si ritrovava a rivivere all'infinito il fatidico "Giorno della Marmotta". Il franchise prosegue riprendendo questo canovaccio e sfruttando i migliori ingredienti del primo capitolo (che si si avvaleva di un dinamismo degli eventi invidiabile, capace di coinvolgere lo spettatore senza mai annoiarlo), a partire dalla cura per la crescita di Tree, cui Jessica Rothe dona una rimarchevole vis comica oltre che una bellezza pulita e un'espressività degne della miglior Cameron Diaz. Si conferma infatti come una "scream queen" ilare e animata da una forza emotiva davvero non comune, qualità che potrebbero darle soddisfazioni anche in progetti più impegnati. Intorno alla lei ruotano molteplici e divertenti comprimari, soggetti anch'essi di un'attenzione tale, in fase di casting e scrittura, da rendere agevole ricordarne le psicologie e le peculiarità. In tal senso emerge ancora la discreta prova di Israel Broussard, capace di proporre un coprotagonista maschile insolitamente misurato e delicato. Non è scontato nemmeno il peso drammaturgico che viene concesso al credibile e struggente rapporto tra Tree e i suoi genitori, potenziando un altro degli elementi forti del precedente lavoro.

Ritorna anche il killer celato dalla maschera della discutibile mascotte universitaria, il creepy baby, che sottolineava il legame con Scream di Wes Craven, il capostipite degli slasher moderni (gli horror caratterizzati da assassini mascherati armati di coltellaccio). Si riparte insomma dai maggiori punti di forza del primo film per spedire il franchise verso una dimensione di fantascienza spiccia molto prossima anche alla spensieratezza delle commedie anni '80 di John Hughes (la tecnologia fai da tè presente nel film è anche affine a quella del suo La donna esplosiva). La debolezza del film (diretto nuovamente da Christopher Landon) emerge, però, proprio nell'aprire il franchise al multiverso per giustificare la riproposizione del medesimo canovaccio narrativo seppur con le carte rimescolate. Inoltre, per dare maggiore spessore fantascientifico al film, sarebbe stato utile uno sforzo creativo maggiore ma, invece, sono sfruttati pigramente i cliché del genere (si vede per l'ennesima volta la spiegazione del multiverso attraverso la matita che fora il foglietto ripiegato). Ciò nonostante, e nonostante un finale (e soprattutto un doppio finale) atto solo ad accogliere una nuova pellicola come prosecuzione delle avventure della protagonista, e nonostante non riesca a replicare una certa rimarchevole armonia (la narrazione è a volte farraginosa, non c'è equilibrio tra la parte horror, quasi del tutto assente, e quella più prettamente comedy, oltretutto la parte umoristica non riesce a soddisfare completamente le aspettative), Ancora Auguri per la tua morte (che rimescola furbescamente le stesse carte del capitolo precedente) non solo riesce a far ridere in diversi momenti, ma si rivela film (un horror comedy) sufficientemente godibile e frizzante.
Giudizio in sintesi: I sequel non sempre sono fortunati ma in questo caso direi che l'operazione è sufficientemente riuscita. Di horror c'è poco o nulla, come nel precedente, ma quello che c'è (thriller, commedia e fantascienza) può bastare. L'attrice principale è nuovamente brava nella sua parte, la sceneggiatura a tratti un po' ingarbugliata ma intrattiene e diverte.
Consigliato: Sì, è una pellicola che consiglio di vedere a chi non piace, o comunque a chi non preferisce, la categoria thriller (oppure horror) perché agli amanti del genere potrebbe risultare un po' banale o noiosa. Nessun impedimento invece agli amanti della fantascienza ed il resto che c'è.
Voto: 6

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