Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/01/2020 Qui
Tema e genere: Un road movie drammatico che, dedicato a Bud Spencer, segna il ritorno di Terence Hill dietro e davanti la macchina da presa.
Trama: Thomas, arzillo anziano, in sella sulla sua moto verso la Spagna conosce la giovane scapestrata Lucia. Fra i due si crea da subito un legame di amicizia che viene cementato dalla forzata prosecuzione del viaggio insieme.
Recensione: Operazione nostalgia (giacché a prima vista sembrerebbe scritto su misura per il suo personaggio, sulla falsa riga di quello che fu il suo leggendario Trinità, solo aggiornato ai tempi nostri con una motocicletta al posto del cavallo, un incipit che è purtroppo però l'unica cosa interessante del film) per il buon vecchio Terence che dedica il film al compagno di tante, indimenticabili avventure, elaborando una storia che è una sorta di inno all'amicizia, alla libertà e alla vita con le sue tante strade da percorrere e i tanti luoghi da visitare nell'infinito cielo stellato. Una storia diretta però in maniera fredda, da fiction televisiva (un mondo a cui Hill sembra ormai assuefatto), interpretata in maniera ordinaria, dotata di dialoghi poco incisivi e scene che alternano banalità a poetica malinconia, senza avere il giusto fascino per meritare una considerazione maggiore. La regia di questo film, un film scritto dallo stesso Terence Hill in collaborazione con Luisa Tonon, e prodotto da Jess Hill (figlio dello stesso Terence), è infatti totalmente anonima, poco più che televisiva.
La recitazione dei due protagonisti è piatta, la sceneggiatura, anche chiudendo un occhio sulle forzature più grosse (e sono parecchie...) non brilla di luce propria, ma ciò che più lascia perplessi è la costruzione del rapporto tra l'ottantenne Thomas e la ventenne Lucia, davvero non sono riuscito a trovare un nesso tra i due, che sembrano lontani anni luce sotto ogni aspetto, in ogni momento del film. Oltretutto ho trovato la Veronica Bitto davvero fastidiosa e irritante sia nella recitazione che nella caratterizzazione di Lucia. Mi dispiace, ma in questo lavoro non c'è proprio nulla che funziona. Terence Hill è un attore che ho sempre amato, e rispetto tutt'ora per l'impegno e la passione che ci mette, ma stavolta devo dire che proprio non ci siamo. L'operazione nostalgia non ha dato i frutti sperati, quindi non ci resta che tenerci il ricordo del buon vecchio Terence come piace a noi, assieme a Bud.
La recitazione dei due protagonisti è piatta, la sceneggiatura, anche chiudendo un occhio sulle forzature più grosse (e sono parecchie...) non brilla di luce propria, ma ciò che più lascia perplessi è la costruzione del rapporto tra l'ottantenne Thomas e la ventenne Lucia, davvero non sono riuscito a trovare un nesso tra i due, che sembrano lontani anni luce sotto ogni aspetto, in ogni momento del film. Oltretutto ho trovato la Veronica Bitto davvero fastidiosa e irritante sia nella recitazione che nella caratterizzazione di Lucia. Mi dispiace, ma in questo lavoro non c'è proprio nulla che funziona. Terence Hill è un attore che ho sempre amato, e rispetto tutt'ora per l'impegno e la passione che ci mette, ma stavolta devo dire che proprio non ci siamo. L'operazione nostalgia non ha dato i frutti sperati, quindi non ci resta che tenerci il ricordo del buon vecchio Terence come piace a noi, assieme a Bud.
Giudizio in sintesi: Appurato che il cuore (le buone, meravigliose intenzioni) non basta per realizzare un bel film, Il mio nome è Thomas è comunque opera degna di nota e capace di suscitare qualche sorriso e qualche lacrimuccia, non poco, però non si può dare un voto più alto (o più basso) a questo film, un film che sembra ahimè il testamento cinematografico di Terence Hill.
Consigliato: Da fan ha deluso, agli altri potrebbe piacere, non mi esprimo.
Voto: 5
Nessun commento:
Posta un commento