giovedì 23 gennaio 2020

A Star Is Born (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/01/2020 Qui
Tema e genere: Esordio alla regia dell'attore Bradley Cooper (Il lato positivo, American Hustle) con un storia, ricca di musica e molto classica per Hollywood, già portata al cinema quattro volte.
Trama: Lui è una rockstar che per caso incontra lei, cameriera in un bar: la sente cantare, si innamorano e lui la lancia come stella. Ma all'ascesa di lei corrisponde il declino di lui.
Recensione: Ci sono storie che non passano mai di moda, che ciclicamente riappaiono in un eterno ritorno di fiamma con il pubblico: tra queste sicuramente A Star Is Born, giunta ormai alla sua quarta trasposizione cinematografica, dopo quelle del 1937, del 1954 e del 1976. La sempiterna favola è quella dell'affermato pigmalione che scopre il talento acerbo di una anonima ragazza e, innamorandosene, la lancia nell'empireo della celebrità, mentre nel contempo la sua stella sembra definitivamente appannarsi. Questa è la volta (dopo Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand) di Lady Gaga, all'anagrafe Stefani Joanne Angelina Germanotta, diva del pop degli anni 2010 in fase di reinvenzione della sua carriera, ed oggi determinata più che mai ad affermare (dopo il training effettuato in un paio di stagioni della serie American Horror Story) il suo talento di interprete. Da questo punto di vista, Bradley Cooper le ha regalato una grande opportunità, scritturandola come protagonista: la Lady non solo dimostra di sapersela cavare come attrice, conquistando addirittura una nomination agli Oscar alla prima interpretazione, ma si consacra pure come musicista, attraverso il successo di critica e pubblico della colonna sonora (un mix fatto di ballad e pezzi country rock), culminato nella celebrata performance di Shallow, la canzone, di cui è anche autrice, meritatamente premiata (è davvero bellissima) nella stessa serata con la statuetta dorata. Passando a Bradley Cooper, anche lui all'esordio, nel suo caso alla regia, gli va riconosciuto di far partire l'opera con il piede giusto: nella prima parte del film decide saggiamente di affidarsi alla musica, procedendo con stile misurato attraverso un serie di scene che paiono costruite intorno ai momenti musicali. Questi, grazie alla bellezza delle musiche, all'indubbio talento vocale della sua protagonista, alla sorprendente voce rock a la Bruce Springsteen dello stesso Cooper, ed alla buona chimica della coppia, riescono ad emozionare ed appassionare.
Purtroppo Bradley (un vero e proprio factotum dell'intera opera, in quanto non si limita a ricoprirne il ruolo di regista e di attore, ma lavora alla sceneggiatura e alla colonna sonora, oltre ad esserne produttore) non riesce a mantenere lo stesso tocco lungo l'intera durata della pellicola: la seconda metà, coincidente con l'ascesa di Ally alla fama (che, in un singolare gioco di specchi tra arte e vita, sembra richiamare proprio gli esordi da divetta trasgressiva della sua interprete), allontanandosi dalla musica e incespicando più di una volta nel pietismo, si appiattisce, lasciando spazio a qualche momento di noia (colpa anche di una sceneggiatura per certi versi approssimativa e debole, che per esempio in maniera frettolosa fa nascere l'intesa tra i due). Ci si riprende e ci si ri-emoziona nella scena finale, sempre grazie alla musica e alla voce. Nonostante questi difetti, la quarta metamorfosi di A Star Is Born merita però un giudizio positivo, perché sì, quest'opera prima segue schemi convenzionali ma può contare su una colonna sonora di altissimo livello e sulle grandi performance dei due protagonisti. Bradley Cooper (scelta vincente quella di affidare il ruolo della protagonista alla cantante di origini italiane) infarcisce il suo film di cliché ma lo fa con grande mestiere e, soprattutto, sa quello che il pubblico vuole (comunque come regista convince solo parzialmente). Nonostante la continua ricerca della lacrima facile e qualche ruffianeria, A Star Is Born si segue tutto d'un fiato e crea un pathos emotivo progressivo che si sprigiona definitivamente con il primo concerto della coppia, dove Lady Gaga può liberare finalmente il suo estro artistico. Se non altro il film ha il pregio di trasformare il sogno americano in una semplice soddisfazione, condita dalla classica critica al music business. Medio ma in grado di piacere (molto), e infatti in America un coro di lodi, a quanto pare sproporzionate, però in parte giustificate. Perché pensavo peggio, speravo in meglio, ma è indubbiamente un buon film.
Giudizio in sintesi: Una storia semplice, efficace e già vista, tanto che rischia spesso di perdersi nell'orda di prodotti similari, oltretutto palesando fin da subito il suo obiettivo allo spettatore. Tuttavia, le performance di Lady Gaga e Bradley Cooper sono senza dubbio un valore aggiunto del film, inoltre quest'ultimo dimostra delle doti registiche, seppur acerbe, non indifferenti, tali da salvare l'intera baracca.
Consigliato: Sì, soprattutto ai fans della cantante statunitense e a chi ama le storie d'amore drammatiche.
Voto: 6,5

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