Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2020 Qui
Tema e genere: Il regista Matteo Oleotto, qui alla sua prima opera come regista, filma una pellicola all'insegna della dolcezza e della delicatezza, dove i buoni sentimenti ed una positiva speranza trionfano nonostante lo scoraggiamento, il cinismo e l'egoismo sembrino prendere il sopravvento su tutto.
Trama: Paolo vive in un paese vicino al confine sloveno, dove lavora nella mensa di una casa di riposo, e passa il suo tempo libero tra dispetti al nuovo marito dell'ex moglie e il bar. La sua vita cambia improvvisamente con l'arrivo di Zoran, un ragazzo chiuso ma intelligente, che dovrà ospitare per qualche giorno.
Recensione: In un paesello del Friuli la vita trascorre tra poco lavoro e bevute in osteria giocando a freccette. Paolo Bressan (Giuseppe Battiston) è un uomo solo, arrabbiato con il mondo e forse con sé stesso per non essere riuscito a tenersi l'unica persona che abbia mai amato, ovvero la sua ex moglie. Lavora in una mensa per anziani ed è astioso con tutti i suoi concittadini. La sua vita cambia quando in "eredità" da una vecchia zia slovena che non vede da anni, e che forse non ha mai conosciuto, riceve Zoran, un adolescente (interpretato da Rok Presnikar, davvero bravo) che parla un italiano aulico e quasi ottocentesco, il suo compito è ospitarlo fino a quando al ragazzo non verrà trovata una famiglia di accoglienza. Durante la convivenza Paolo, che vive la presenza del nipote come un grande disturbo, si accorge del grande talento di Zoran nel lanciare le freccette e decide di approfittarne. Ma non tutto va per il verso giusto nei desideri di Paolo, che deve fare i conti con i sentimenti di Zoran e soprattutto con se stesso. Pur in chiave da commedia (non mancano scene divertenti dove si ride con piacere) Zoran, il mio nipote scemo è un film di formazione, anche se a crescere e a maturare non sarà Zoran, ma Paolo che poco a poco, grazie alla presenza del nipote, prende coscienza dei propri limiti, del proprio egoismo e del rancore che ha nei confronti dei suoi concittadini. In un finale liberatorio, sarà proprio Zoran ad aiutarlo a capire di aver bisogno degli altri e a riconciliarsi con la propria vita.
Insomma, tutto bene? Non proprio. Infatti, ben diretto e sorretto da un'impeccabile confezione tecnica, Zoran, il mio nipote scemo si ferma narrativamente sul più bello, dopo aver messo parecchia carne al fuoco. Non è un caso difatti che nel finale la pellicola si incarti un po', e forse una ventina di minuti in meno, riassumendo maggiormente un finale comunque abbastanza annunciato, avrebbero giovato a un prodotto comunque sufficientemente buono. Il film è l'opera prima di Matteo Oleotto (che poi dirigerà la serie tv Volevo fare la rockstar) che ha disegnato su misura per Giuseppe Battiston un personaggio cui l'attore dà vita dimostrando ancora una volta le sue grandi capacità interpretative, anche se un po' lontane dai personaggi che ha spesso interpretato, ma grande protagonista è soprattutto la vita di provincia, che il regista sa rappresentare con vivacità ed efficacia sul grande schermo. Il risultato è godibile, ma comunque semplice e, a tratti, un po' scolastico.
Insomma, tutto bene? Non proprio. Infatti, ben diretto e sorretto da un'impeccabile confezione tecnica, Zoran, il mio nipote scemo si ferma narrativamente sul più bello, dopo aver messo parecchia carne al fuoco. Non è un caso difatti che nel finale la pellicola si incarti un po', e forse una ventina di minuti in meno, riassumendo maggiormente un finale comunque abbastanza annunciato, avrebbero giovato a un prodotto comunque sufficientemente buono. Il film è l'opera prima di Matteo Oleotto (che poi dirigerà la serie tv Volevo fare la rockstar) che ha disegnato su misura per Giuseppe Battiston un personaggio cui l'attore dà vita dimostrando ancora una volta le sue grandi capacità interpretative, anche se un po' lontane dai personaggi che ha spesso interpretato, ma grande protagonista è soprattutto la vita di provincia, che il regista sa rappresentare con vivacità ed efficacia sul grande schermo. Il risultato è godibile, ma comunque semplice e, a tratti, un po' scolastico.
Giudizio in sintesi: Discreto film di crescita personale, interessante nonostante l'estrema semplicità della vicenda.
Consigliato: Sì, soprattutto agli amanti delle storie dolceamari.
Voto: 6
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