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mercoledì 31 luglio 2024

Chi segna vince (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2024 Qui - Non c'è nulla di innovativo sotto il sole delle Samoa Americane: Taika Waititi ci offre una storia sportiva di determinazione e redenzione che abbiamo già visto innumerevoli volte, ricorrendo a tutti i cliché del genere. Nonostante ciò, le avventure della squadra di calcio più disorganizzata del mondo sono piacevoli da seguire, grazie a personaggi carismatici, sentimenti genuini e interessanti scelte di regia. La partita finale è così ben realizzata da sembrare convincente, nonostante il tono comico, soprattutto grazie all'originale narrazione del secondo tempo in flashback. Sebbene non sia originale o imprevedibile, il ritmo è costante e l'umorismo è efficace, proprio come il personaggio di Michael Fassbender, un allenatore inizialmente odioso (anche se i suoi momenti di gloria e caduta sono piuttosto prevedibili). Il film è decisamente ironico; non scatena grandi risate, ma è comunque divertente nella sua semplicità. Voto: 6 [Disney Plus]

venerdì 31 maggio 2024

La vetta degli dei (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/05/2024 Qui - Il tratto distintivo dell'animazione di essere contemporaneamente realistico e astratto si rivela appieno nell'opera di Patrick Imbert, che esplora l'ossessione quasi inesprimibile di conquistare le cime più remote, spingendo al limite le capacità fisiche e mentali. La narrazione, molto cinematografica, beneficia di una eccellente tecnica di animazione 2D, frutto di dieci anni di lavoro, che affascina esteticamente non solo per sé, ma per come valorizza la storia a più livelli. Significativo è il contributo della colonna sonora e dell'elegante OST. Si nota una leggera perdita di intensità nella prima parte e il personaggio del giornalista, anche esperto alpinista, potrebbe essere stato meglio delineato. Tuttavia, resta un film di valore, sorprendentemente raccomandabile. Voto: 6,5 [Netflix]

mercoledì 15 maggio 2024

Rollerball (1975)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/05/2024 QuiJames Caan offre una performance intensa in un film con uno script futuristico e visionario, che brilla nelle scene d'azione (l'idea di uno sport violento e brutale come principale intrattenimento di una società quasi totalitaria è geniale) ma risulta meno convincente nei dialoghi e nello sviluppo della trama, due aspetti che avrebbero beneficiato di maggiore attenzione. Il film diventa davvero affascinante solo durante le emozionanti e pericolose battaglie in campo, mentre le altre parti tendono a essere noiose (dialoghi poco incisivi, personaggi poco definiti, trama che stenta a prendere il volo). Nonostante ciò, l'opera possiede un fascino violento e disperato che persiste dopo la visione, un indubbio punto di forza. Sebbene meno spettacolarità e più approfondimento avrebbero giovato, il film rimane una realizzazione di successo. In conclusione, nonostante non sia perfetto, è un prodotto molto valido, un amalgama di generi che in quel periodo produceva opere di qualità e ricche di significato. Con il passare del tempo, alcuni aspetti possono sembrare datati, ma Rollerball resta un film da riscoprire, preservare e ricordare. Voto: 7

giovedì 8 febbraio 2024

Nyad - Oltre l'oceano (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/02/2024 Qui - Dopo molti anni di inattività, la nuotatrice Diana Nyad tenta l'attraversamento a nuoto del tratto di mare tra Cuba e la Florida. Il sogno (quasi) impossibile di un'atleta ultra sessantenne che tenta l'impresa con l'aiuto di un piccolo team. Una storia raccontata utilizzando spezzoni di repertorio dei veri protagonisti in un film che è quasi un documentario che mantiene nelle sequenze più coinvolgenti una notevole tensione drammatica. Merito della storia ma anche della buona realizzazione tecnica e della prova di due grandi attrici come Jodie Foster e Annette Bening (tanto che entrambe hanno ricevuto una candidatura all'Oscar), coadiuvate dall'ottimo Rhys Ifans. La storia non la conoscevo, quindi con interesse ho seguito questo film, un film che non eccede, che opportunamente non indugia troppo sul rapporto infausto tra la Diana minorenne e il suo allenatore, e soprattutto non strappalacrime, tranne sul finale, ma era inevitabile. Non resta impresso, ma il messaggio del non arrendersi mai rimane, per un film non perfetto ma godibile e vedibile. Voto: 6,5 [Netflix]

mercoledì 31 gennaio 2024

La leggenda del Green (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2024 Qui - E' possibile che un guidatore di gru non più giovanissimo si trasformi in leggenda del golf? Certo, e il protagonista di questa (incredibile quanto assurda) vicenda realmente accaduta ne è la prova lampante: ciò che più colpisce, al di là di uno svolgimento narrativo dinamico anche se non spettacolare, è il tono leggero che accompagna piacevolmente lo spettatore per tutta la durata, senza contare la bravura di Mark Rylance nel rendere, grazie ad un'accurata mimica, il suo personaggio incredulo dinanzi all'improvvisa notorietà, mentre se ne va in giro con aria timida indossando l'inseparabile cappellino rosso. Un film in cui si sorride spesso senza mai trovare la fragorosa risata, ma capace di emozionare ed essere fonte ispiratrice. Voto: 6 [Sky]

giovedì 26 ottobre 2023

Non mollare mai (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/10/2023 Qui - Kurt è un giocatore di football con grande talento, ma relegato spesso in panchina nella squadra universitaria. L'estrema dedizione per lo sport, tuttavia, lo porterà a un successo clamoroso, davvero imprevedibile. Il titolo originale (American Underdog) coglie meglio l'essenza del film, ovvero la rivincita degli ultimi. Registicamente onesto (nulla di sensazionale nemmeno nelle scene di gioco), con la sceneggiatura che segue pedissequamente tutti i dettami del genere e con scelte narrative simili alla pellicola sulle sorelle Williams (venuta comunque molto meglio di questa). Cast discreto, con una Anna Paquin di estrema sensibilità attoriale, nonostante la troppa melensaggine. Piacevole, ma pur sempre dimenticabile. Voto: 6

Lamborghini - The Man Behind the Legend (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/10/2023 Qui - Qui Amazon, nel voler rappresentare la storia dell'imprenditore automobilistico Ferruccio Lamborghini, produce la classica "americanata". Una storia sulla carta assai interessante si trasforma in un prodotto televisivo di scarsa qualità di tipo meramente illustrativo e nel quale non traspare minimamente la personalità del personaggio, tantomeno ne viene evidenziata l'italianità come tratto distintivo. Il film inoltre non contestualizza la vicenda in modo adeguato, specie nel confronto con gli altri personaggi (Enzo Ferrari). Frank Grillo, un buon caratterista, fallisce la prova da protagonista. Insomma, e probabilmente, era meglio non farlo questo film, uno dei peggiori biopic che abbia mai visto. Voto: 4,5

venerdì 29 settembre 2023

Il Kaiser: Franz Beckenbauer (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/09/2023 Qui - Un biopic Sky Original che racconta l'ascesa del più grande campione del calcio tedesco. Un film con diversi spunti d'interesse. Non certo un'opera impegnata o volta a creare quel pathos di cui spesso le pellicole abusano, quando tentano di raccontare una o più leggende, eppure si può immaginare quanto questo racconto sia stato in grado di suscitare commozione in tutti i fortunati tifosi che hanno potuto vivere e godere delle gesta di un calciatore, mostrato qua in tutta la sua umanità e in tutta la sua maestria. Un film semplice ma efficace, che sa rendere omaggio a un calciatore in grado di rendere normalità l'inimmaginabile. Un film che forse non sarà un primo piatto, ma sicuramente stuzzichino gustoso da provare. Voto: 6

giovedì 31 agosto 2023

Creed III (2023)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2023 Qui - La saga di Creed non mi è dispiaciuta (bello il primo, affannoso il secondo), tuttavia quest'ultimo capitolo mi ha leggermente deluso. Pur essendo partito come spin-off di RockyCreed aveva comunque una sua identità pur non svincolandosi completamente dalla saga principale, certificata dalla presenza stessa di Sylvester Stallone. In questo capitolo, senza la presenza di Rocky e per la tematica presentata (il peso del passato), non ci si è scervellati troppo nella narrazione che si compone di situazioni e puzzle dei film passati. Troppe sensazioni di déjà-vu in questo film e pur avendo un buon ritmo ed un discreto villain (nulla di eccezionale, un Clubber Rang meno basico), hai l'impressione di aver visto questo film altre volte. Svincolarsi dal passato è lo scopo del personaggio di Creed, ma la storia è la solita sbobba di altri Rocky. Secondo me questo è l'errore più palese di questo terzo capitolo. Un capitolo diretto dallo stesso Michael B. Jordan protagonista (che sembra interessato a fare un compitino pulito senza colpire davvero a fondo), godibile ma pleonastico. Voto: 6

giovedì 13 luglio 2023

Voglia di vincere (1985)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/07/2023 Qui - Un teen movie che si basa sul concetto del raggiungere i propri obbiettivi facendo affidamento sulle proprie forze e sull'essere se stessi, e in questo senso la scena finale (peraltro la migliore in assoluto) è fantastica. Si differenzia un minimo dalla miriade di altri filmetti simili in quanto il nostro protagonista è un licantropo, che proprio per questa ragione diverrà estremamente popolare nella sua scuola, con tutti i pro e i contro del caso (e pure i cliché). Diciamo che l'idea ha un po' il fiato corto (ci sono tagli drastici su alcuni concetti che potevano esser spiegati un po' meglio, sarà anche un film easy e spensierato ma un minimo si poteva pure approfondire il perché diventa un lupo), però la pellicola (nonostante una certa prevedibilità) risulta abbastanza godibile, grazie soprattutto alla bella prova di Michael J. Fox (che ha contribuito notevolmente a dare una spinta a questa commediola), un'ottima colonna sonora e quell'atmosfera tipica da college anni '80 che risulta piacevole. Apprezzabile inoltre la scelta del regista Rod Daniel (egli fu un aficionado del genere teen movie/commedia) di mostrare (a differenza della comune rappresentanza) sin da subito la vera identità di Martyn agli amici e tutti, di solito un "mostro" si trasforma quando è da solo e quando nessuno lo può vedere (buffa, diciamo, è però quest'ultima). E insomma buona commedia che non annoia e si passa un piacevole momento in relax, seguendo una storia carina. Un gradevole (seppur sin troppo lineare) mix tra horror, film sportivo e commedia. Voto: 6,5

venerdì 31 marzo 2023

Hustle (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2023 Qui - Più che far vedere il palcoscenico della NBA, Hustle è un viaggio dietro le quinte di quel mondo. Non per niente la presenza di tantissimi cameo in questo film lo prova. Essere un talento cristallino è una dote donata da madre natura, l'altra è emergere in un mondo estremamente competitivo che non ammette debolezze perché i talenti cristallini non mancano. Ne è perfettamente consapevole il suo protagonista, un talent scout che oltre a lavorare sul fisico dell'atleta deve essere maturo con la mente perché solo il talento non basta. Adam Sandler dimostra (ancora una volta) che quando vuole riesce a tirar fuori buoni personaggi anche al di fuori delle commedie pure (vedasi anche Diamanti grezzi). Il film non presenta novità particolari ed a livello narrativo non si può dire che sia originale, però è un film dalla struttura solida e dai personaggi ben caratterizzati, specialmente il suo coprotagonista (lo spagnolo Juancho Hernangomez), anche lui prestato dalla NBA al cinema, ma integrato bene al tessuto del racconto e funzionale nella sua interpretazione. Un buon film. Voto: 7

martedì 28 febbraio 2023

Free Solo (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Buonissimo documentario su un'impresa che ha dell'incredibile. Un documentario da manuale: riesce ad alternare in modo perfettamente calibrato interviste, scene di vita personale ed avventura. Un documentario che mostra tutto il percorso di preparazione effettuato da Alex Honnold per raggiungere la folle impresa di scalare (senza alcun tipo di protezione) El Capitan, inquietante montagna sita nel parco di Yosemite. Le spiegazioni tecniche sono argomentate con facilità (la comprensione è immediata anche per il più inesperto dei neofiti) e l'empatia sorge spontanea. Colpisce la meticolosità di ogni operazione in fase di studio e la scalata finale lascia spesso con il fiato sospeso. Il taglio di alcune inquadrature è magistrale, in alcuni passaggi si ha davvero l'impressione di stare accanto a lui, appeso ad una fune. Interessante è anche il rapporto che si instaura e muta con la troupe cinematografica che riprende l'impresa. Un'impresa, una pellicola, vincitrice dell'Oscar al miglior documentario nell'edizione del 2019, emozionante, spettacolare e riuscita. Voto: 7

martedì 31 gennaio 2023

Ghiaccio (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2023 Qui - Un film che non propone niente di nuovo, anzi, se vogliamo dirla tutta è il solito film sulla boxe come ce ne sono a decine, però funziona, i personaggi e l'atmosfera di disagio che si respira prendono fin dalle prime battute, la trama è accattivante e coinvolgente, e la gran colonna sonora di Fabrizio Moro (che firma anche la regia) ne completa il quadro. Rispetto al classico film sulla boxe il climax non è l'allenamento e il combattimento finale, specialmente il primo è relegato a pochissime scene: il vero cuore del film sta nella psicologia dei personaggi, sia del protagonista ma anche in quelli di contorno, nel degrado della periferia romana, insomma la boxe non è il vero protagonista del film ma solo un pretesto. A me è piaciuto molto nella sua semplicità, mi è sembrato un film fatto mettendoci l'anima e la giusta intensità, la prova che a volte per fare un bel film non serve raccontare chissà quali storie originali. Voto: 6,5

venerdì 16 dicembre 2022

The Northman (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/12/2022 Qui - Robert Eggers al suo terzo lungometraggio si conferma regista di ottima caratura. Egli che abbandona in parte l'oltranzismo di The Lighthouse per raccontare una magica epopea nordica, tra riferimenti shakespeariani, rituali tribali e vendette che pulsano truculenza: ne esce un film scorrevole e visionario, in continua oscillazione tra realtà e immaginazione e dall'intreccio non del tutto scontato. Il regista sfrutta a dovere l'ottimo cast a disposizione (come rende Anya Taylor-Joy una dea, nessun altro), non rinuncia alla cura formale che gli è tipica (un connubio fotografia/confezione/ambientazioni di eccellente caratura) e riesce a ottenere un ottimo equilibrio tra puro intrattenimento e autorialità (coinvolgente, con il dramma che si mescola al visionario in modo impeccabile, stile narrativo eccezionale, a tratti poetico). Peccato solo che la CGI non sia sempre efficace. In conclusione The Northman è un film potente a cui non interessa piacere, ma solo imprigionare lo spettatore nel suo mondo violento e sanguinario. Una missione che riesce a compiere pienamente e che è la migliore cosa che possa capitare a chi vedere potrà, davvero un film sorprendente e una festa per gli occhi. Voto: 7,5

mercoledì 31 agosto 2022

Il Divin Codino (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Biopic che si concentra sulla vita dell'uomo Roberto Baggio, in particolare sul rapporto col padre, mentre il piano sportivo ruota tutto attorno ai mondiali del 1994, con quel rigore maledetto. Pellicola (diretta da Letizia Lamartire) che ha il pregio di non cercare di rimettere in scena spezzoni di partite, e il difetto di essere un'opera agiografica, poiché l'unico punto di vista è quello del protagonista. Opera frammentaria, poiché tutta la straordinaria carriera del "Divin Codino" sembra cristallizzata su quel rigore sbagliato, quasi fosse quell'errore ad averlo reso così amato, e non le incredibili giocate con le maglie di Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Bologna. Di tutto questo non c'è il minimo accenno, solo l'esperienza finale nel Brescia di Carletto Mazzone (uno stranamente perfetto Martufello). Troppa carne al fuoco, forse, perciò sarebbe stato probabilmente più opportuno puntare su una miniserie, così da offrire un'immagine più completa dell'uomo e del campione. Pellicola ben interpretata (bene Andrea Arcangeli, molto somigliante all'originale e molto bravo anche un intenso Andrea Pennacchi), ma riuscita a metà, comunque utile a offrire uno scorcio sulla vita di uno degli sportivi più amati d'Italia. Voto: 5,5

lunedì 31 gennaio 2022

The Bleeder - La storia del vero Rocky Balboa (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Biopic del pugile Chuck Wepner, che affrontò Muhammad Alì ispirando Sylvester Stallone per Rocky. Discreta ricostruzione ambientale '70s nonché degli eventi salienti della vita del pugile, notevole la prova del somigliante Liev Schreiber e buona la Ost in tema. Le gesta del simpatico perdente Wepner vengono narrate con verosimiglianza e senso del ritmo e gli incontri con personaggi come Sly e Alì risultano spassosi. Tenace, estroverso, tenero verso la moglie e la figlia, ma anche inguaribile donnaiolo, sbruffone, pronto a perdersi nell'alcool e nella droga: un carattere contraddittorio ben reso da Schreiber e ben supportato dal resto del cast. Peccato che il film s'interrompa subito dopo il rilascio dal carcere, che lievemente prolissa sia la parte finale (generando un piccolo senso di noia), ma resta un lavoro ben fatto per conoscere un personaggio a molti sconosciuto. Voto: 6

martedì 9 novembre 2021

Regine del campo (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/11/2021 Qui - Una squadra di calcio femminile che deve sistemare i guai fatti dai maschi. Una commedia divertente nel migliore stile francese. Una piacevole commedia (diretta dal franco-algerino Mohamed Hamidi, già regista di In viaggio con Jacqueline) che si accontenta di alimentare alcuni cliché arcaici senza alcuna malizia. Attraverso le sfide di una piccola comunità questa "feel good" comedy, corale, sportiva e politicamente corretta, mette a fuoco quelle della società intera, dove le donne sono sempre più determinate alla lotta contro la discriminazione di genere. Niente di nuovo, ma il suo dovere fa egregiamente, in questo senso Regine del campo, non è certo un capolavoro, ma non è affatto indegno. La sceneggiatura non è esente da luoghi comuni, ma i dialoghi e l'interpretazione energica rendono il film simpatico. Il ritmo vivace della narrazione contribuisce ad accompagnare questa sfilza di personaggi pittoreschi. Non cade nella facile presa in giro dei provinciali, bensì invita gli spettatori il più vicino possibile a persone come esistono ovunque in Francia: persone semplici, attaccate alla loro regione, e che fanno della convivenza un valore fondamentale. Gli attori (nei panni "dell'allenatore nel pallone" c'è Kad Merad, circondato da squadra di attrici volenterose) interpretano i ruoli con convinzione e onestà, risultando così credibili. Nel complesso un godibile intrattenimento. Voto: 6

venerdì 17 settembre 2021

The Keeper - La leggenda di un portiere (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2021 Qui - Bel film che presenta la biografia (parabola sportiva ed umana) di Bert Trautmann (interpretato da David Kross), leggendario portiere tedesco del Manchester City (dapprima prigioniero di guerra, alla fine della seconda guerra mondiale, e successivamente estremo difensore della porta dei Citizen inglesi). Una narrazione avvincente e soprattutto veritiera in cui si analizzano le nefandezze belliche salvo poi esaltare le imprese sportive del protagonista minato anche da un grave lutto familiare. Non sempre un film sul calcio riesce a rendere bene l'idea, ma questo appare notevole (anche se non s'impegna tanto). Una pellicola senz'altro riuscita, soprattutto nella prima parte (quella dell'iniziale prigionia del protagonista e della sua difficile integrazione). La seconda metà è più lenta e meno incisiva, ma questo non intacca la bontà di un'opera interessante sotto molti punti di vista e apprezzabile da un vasto pubblico (in particolare dagli amanti dello sport e dagli appassionati di storia). Nel complesso un biopic senza infamia e senza lode. Voto: 6

lunedì 14 giugno 2021

Tornare a vincere (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/06/2021 Qui - Cucito su misura per Ben "Batman" Affleck (con annessi muscoli), è un (classico) film drammatico di sofferenza, perdita e rinascita con lo sport, il basket in questo caso, come appiglio e salvezza. Tutto è semplicissimo ma girato bene da Gavin  O'Connor, regista di Warrior (che si trova a suo agio con storie di rivincite sportive legate sempre a uomini con vite difficili, si ricordi anche Miracle), ma è Ben Affleck a occupare la scena per quella che potrebbe essere definita la sua interpretazione migliore (non male era anche in The Accountant, dello stesso regista, quest'ultimo che nel 2016 scese in basso con il mediocre Jane Got a Gun). Colpisce il suo sguardo, il suo dolore, il suo pentimento che si mescola alla vita privata perché in questi ultimi anni è andata completamente a rotoli tra divorzio, lutti improvvisi, flop con critiche al seguito, ricadute nell'alcol. Insomma, un film terapia per lui e da vedere per noi. Il finale non offre una completa redenzione ed è forse questa la particolarità che discosta leggermente il titolo (in originale The Way Back) da altre centinaia di titoli come questo. Forse troppo poco ma funziona, anche se poi comunque non è niente di che (niente di notevole entità) e rimane nel limbo dei film di genere. Voto: 6+

lunedì 14 dicembre 2020

Le Mans '66 - La grande sfida (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/12/2020 Qui - Cinema e motori, gioie (poche) e dolori (molti). A invertire questa tendenza ci prova questa volta il poliedrico regista James Mangold, l'uomo che ha risollevato le sorti del supereroe Wolverine qualche anno fa (2013 e soprattutto 2017) e raccontato ancor prima le gesta di Johnny Cash (2005), adattando per lo schermo (è sua anche la sceneggiatura) la vera storia di Carroll Shelby e Ken Miles e del loro sogno di riuscire a realizzare una macchina in grado di mettere termine al dominio Ferrari nella corsa probabilmente più famosa del mondo negli anni '60, le 24 Ore di Le Mans. Ed ebbene ci riesce, pur non essendo un regista adrenalinico come lo era il compianto Tony Scott, il regista sa il fatto suo, si affida a Christian Bale e Matt Damon, condensa il tutto con un tono agrodolce che non guasta, e fa discretamente centro. Ecco infatti un film che celebra come meglio non si potrebbe l'epica delle corse automobilistiche in un epoca in cui il pilota contava più della tecnologia. Due coraggiosi sognatori la cui vicenda è raccontata da un film appassionante, segnato da appassionanti riprese delle performance sportive ma ricco di dettagli sui personaggi principali dei quali si evidenzia la profonda umanità e il notevole legame reciproco. Un film dallo stile splendidamente classico nel suo modo di concepire valori che esulano da pubblicità e marketing, che aiutano economicamente lo sport nello stesso modo in cui sono in grado di rovinarlo. Non raggiunge la spettacolarità del recente Rush, ma è un film di tutto rispetto che offre un genuino piacere nel vederlo. Certo, ingannevole è il titolo, anche in lingua originale (non è la battaglia fra due colossi), ed è fin troppo evidente la sua natura tronfiamente americana (sugli italiani si è un po' ecceduto in caricature ma, perlomeno, è stata mantenuta una certa integrità di Enzo Ferrari, è Remo Girone ad impersonarlo degnamente, che spicca in due scene) però, al di la di questo, il film riesce a colpire comunque il bersaglio grazie a un ritmo e a un montaggio serratissimo che riesce, nonostante la notevole lunghezza, a mantenere costantemente alta la tensione, anche grazie all'ottimo lavoro sia per scenografia (buone le ricostruzioni d'epoca) e, soprattutto, sonoro che per la fotografia oltre che per il lavoro sui personaggi, splendidamente caratterizzati (tra l'altro due Oscar vinti per il miglior montaggio e il miglior montaggio sonoro). I principali almeno, perché i secondari così così, in ogni caso due ore e mezza niente male. Voto: 7